• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > È stato lo Stato...

È stato lo Stato...

Se tutti fossimo nella condizione di comprendere a fondo il significato di certe parole di uso talmente quotidiano da risultare prive di contenuto, forse persino questa nazione strana in cui nulla appare mai abbastanza grave da sollevare davvero gli animi dell’intera popolazione, qualcosa di buono prima o poi, accadrebbe.

A cosa pensate quando leggete o ascoltate o pronunciate la parola “Stato”?. Un piccolo sondaggio ha fatto si che io mi chiarissi univocamente come l’italiano medio si trovi in grande confusione. Alcuni restano muti. Altri azzardano un non meglio precisato contenuto che fa dello Stato “L’apparato” nazionale… Altri alla parola “Stato” strabuzzano gli occhi e cominciano a inveire contro non sanno bene cosa o chi.

E’ bene fare quindi un brevissimo corso di approfondimento, al solo scopo di fornire a tutti quegli elementi basici che nessuno di fatto fornisce più, forse nemmeno nelle scuole dell’obbligo.

Lo Stato: poiché parliamo di casa nostra, tratterò brevemente il nostro tipo di Stato, che essendo quello della Repubblica italiana è composto sostanzialmente dalla presenza in essere di un Territorio (la nazione) dalla popolazione (i cittadini) dalla Sovranità che è l’elemento fondante il criterio di Stato.

La Sovranità in questo caso, è una sinergia di elementi e di cosiddetti “poteri” realizzati attraverso il Governo che detiene il potere esecutivo, legislativo, giudiziario.

Questo per sommi capi è il concetto di Stato. L’insieme degli elementi appena descritti da vita allo Stato sia come “apparato” sia come Stato inteso come comunità in cui si vive.

Ovviamente poi, c’è distinzione fra cosa è di fatto l’apparato dello Stato – composto da tutti coloro che ne fanno parte a seconda dei vari livelli e ambiti – e ciò che determina invece lo Stato come entità esistente in virtù di un territorio e della corrispondente popolazione.

Come “dialoga” fondamentalmente lo Stato con i cittadini? In pochi lo sanno. La risposta è: attraverso la burocrazia. Ma anche – e non in ultimo – attraverso il sistema fiscale e legislativo.

Si comincia già da qui, a delineare un profilo di corrispondenza fra apparato statale e popolazione che fa presagire palesemente come vi sia già qualcosa di deviato se all’atto pratico gli elementi di comunicazione diretta fra Stato e popolazione si determinano attraverso alcuni fra i criteri più contestati a livello della Società civile.

Lo Stato quindi, ha rapporti con la cittadinanza che lo rende esistente (…) attraverso quei percorsi disagiati della burocrazia (quella italiana è fra le più intricate al mondo) della fiscalità (la nostra è la più esageratamente pressante contro la popolazione media) e una delle più fitte e intricate reti di leggi e normative che – si sa da molto tempo – affligge i cittadini ma anche coloro che sono chiamati a decodificare e rendere effettiva la mostruosa entità di regole da seguire nel nostro Paese.

Una prima riflessione: uno Stato che dialoga coi propri cittadini attraverso la burocrazia, la fiscalità e la rete di norme, se rende questi tre criteri fondamentali pesantemente vessatori, che tipo di Stato è secondo voi? Democratico…? Liberale?

Andiamo avanti. Che ruolo hanno in Italia i partiti politici. Molti pensano, sono convinti, che i partiti siano in essere per “aiutare la cittadinanza a risolvere le problematiche della società civile”.

Toglietevelo dalla testa e non perché lo scrivo io. I partiti, nell’apparato statale italiano, esistono allo scopo di “conquistare e gestire il potere politico”. Decodifico: a livello statale, quindi di apparato nazionale, i partiti non sono certamente una entità umanitaria per i diritti civili. Essi sono invece delle organizzazioni, previste dalla nostra Costituzione, che come primo criterio fondante hanno quello di garantire a se stessi un maggior potere.

Per farne che? Per governare la nazione quindi avere maggiore voce in capitolo sulle decisioni. Quali decisioni? Non quelle cui state pensando – idealisti! – come ad esempio la cancellazione della povertà nazionale, la divulgazione della corretta informazione sui temi caldi per il Paese o la regolamentazione equa dell’Economia e dei diritti di famiglie e lavoratori.

Maggior potere. Cosa poi ne facciano di cotanto potere, ormai lo avete sotto gli occhi e a portata di orecchie nella vita di tutti i giorni.

Ora parlerò invece di un altro elemento: l’Oligarchia. L’Oligarchia – parola assai bistrattata guarda caso e non ampiamente utilizzata in Italia come la parola Democrazia che suona meglio e prende in giro la popolazione alla bisogna – è un sistema di governo quasi dittatoriale. Il quasi lo scrivo al solo scopo di non fomentare inutili e sterili considerazioni di commento.

L’Oligarchia è la gestione del potere – di pochi – che utilizzano poi tale potere solo ed esclusivamente per i propri interessi personali e/o politici.

Alcuni da decenni chiamano questo tipo di effettivo stato di dittatura, “partitocrazia” senza ovviamente spiegarne il senso. Nel nostrto paese esistono alcuni politici in particolare che amano usare questo termine senza però preoccuparsi mai di spiegarne fondamentalmente l'elemento primario: il significato.

Di fronte a tale breve ma approfondita analisi di ciò che lo Stato dovrebbe essere e che realmente è: a chi dare la colpa, le colpe di tutto ciò che sta avvenendo di negativo nel rapporto fra Stato e cittadini?

Allo Stato, ovviamente. Che negli anni ha rafforzato sapientemente il divario comunicativo fra se stesso e la popolazione, rafforzato il Regime oligarchico rendendo onnipotenti i partiti politici e distrutto l’alleanza fra cittadini (medi) e apparato statale.

Mi auguro che da oggi, ogni qualvolta abbiate motivi di scatenare le vostre ire funeste contro un’entità cui non sapete dare un nome e un volto, perché un Diritto vi è stato negato, una nuova imposizione fiscale grava sulla vostra economia privata o tutte le volte che siete spettatori basiti della distruzione del nostro territorio o della Cultura o di ciò che dovrebbe – e altrimenti potrebbe - essere una nazione civile e sviluppata, abbiate chiaro in mente di chi sia la responsabilità.

Foto: Wikimedia

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares