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 Home page > Attualità > Cultura > ’Ditelo con i fiori’ - Addio a Donald Westlake

’Ditelo con i fiori’ - Addio a Donald Westlake

E’ morto all’età di 75 anni per infarto cardiaco lo scrittore statunitense Donald E. Westlake. Nella sua lunga carriera, Westlake ha pubblicato oltre novanta romanzi, la maggior parte di genere mystery.

A dare notizia della sua morte è stata la moglie, Abigail Westlake. Lo scrittore si trovava in vacanza in Messico e stava per recarsi a un veglione di Capodanno quando si è accasciato al suolo ed è spirato.

Donald Westlake era nato a Brooklyn nel 1933. Fin dal 1960, anno del suo esordio letterario, produsse ininterrottamente dai tre ai quattro titoli all’anno. Per poter meglio "smerciare" i suoi romanzi (si sa che l’editoria non vede di buon occhio gli scrittori troppo prolifici), si firmò con diversi pseudonimi; Richard Stark e Mitch Tobin sono tra quelli più noti.

Sebbene i suoi "noir" avessero fatto registrare un successo sensazionale, scoprì di avere un’anima mite, e fu così che lanciò, sotto il suo vero nome, il personaggio di Dortmunder, ladro newyorchese assai geniale ma anche perseguitato dalla sfortuna. Furono proprio i romanzi umoristici a consacrare la fama di Westlake non solo negli Stati Uniti d’America ma nel mondo intero.



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Annotazioni di Peter Patti, responsabile di un sito italiano dedicato a Donald Westlake

Mi vengono le lacrime se penso a come i romanzi di questo autore hanno raddolcito molte ore della mia vita e di quella dei miei familiari. Tutto iniziò con Ditelo con i fiori, un Giallo Mondadori che mio padre scovò in un negozio di libri usati (una volta ce n’erano). Fu una vera rivelazione. Ditelo con i fiori mi piaceva perché era un mystery senza cadaveri e non solo spingeva alla risata, ma rivelava anche una vena di coscienza alternativa, non proprio da hippy (gli hippies: i "figli dei fiori") ma certamente antimilitarista. Seguirono La danza degli Aztechi e la prima avventura di Dortmunder, La pietra che scotta - la consacrazione definitiva!
Il signor Donald E. Westlake trovò plauso persino presso una mia sorella assai critica con tutto il materiale stampato che le capitava tra le mani. In breve, questo scrittore divenne un mito nella mia famiglia, un mito che io coltivai a lungo (e continuo a farlo: di Westlake posseggo edizioni rare in lingua originale e addirittura alcuni tascabili in francese e tedesco).

Una volta a Manhattan, in quel piccolo parco che guarda verso Long Island, vidi sedersi, su una panca vicina, un signore che gli assomigliava. Portava occhiali ed era vestito in maniera "elegante ma eccentrica" (come erano soliti segnalare i biografi di Westlake). Sono quasi sicuro che fosse lui. Aveva in mano un fascio di fogli che prese a leggere con attenzione, apportandovi correzioni con una stilografica. Pure mia moglie notò la somiglianza con le foto che lei aveva visto sul retro delle copertine dei miei, anzi dei suoi libri. Volevo alzarmi e chiedergli se fosse proprio "Mister Westlake", ma non ne ebbi il coraggio. E oggi me ne pento.

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