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Disastro Messina. La regola delle 5 W meno una

Così si è tenuta la tanto attesa manifestazione per la difesa della libertà di stampa. Avrebbe dovuto avere luogo sabato 26 ma, poi, la Federazione Nazionale della Stampa ha deciso che era meglio rimandarla nel rispetto del lutto nazionale per i militari caduti in Afghanistan.

Le ventidue e forse più vittime della stage di Messina, invece, non hanno meritato tanto rispetto. Eppure quella è stata l’ennesima stage di Stato, nel senso che tutti siamo colpevoli. Sono morti a causa di un sistema malato, corrotto e omertoso, così come è avvenuto in Abruzzo e a Viareggio.

Tutti sapevano: la Protezione Civile del tanto citato dissesto idrogeologico; la Ministra dell’Ambiente Prestigiacomo, che nella Sicilia orientale è nata e ci ha tenuto pure un G8 ambiente; i milioni di pendolari che ogni giorno si dirigono a Roma sanno quante volte sono stati deviati su autobus di fortuna a causa della frane sulla ferrovia. Fino alla settimana precedente la tragedia, ferrovia e autostrada Catania Messina sono state chiuse sempre causa frane.

Ma, per essere chiari, a nessuno importa della Sicilia e dei morti siciliani. Perfino Mr Berlusconi, che nel dopo terremoto ha sempre cercato di sdrammatizzare glissando sul numero reale di vittime, per Messina ha immediatamente decretato più di 50 vittime, dando per morti definitivamente anche i dispersi. Niente sorrisi per Scaletta e Giampilieri, questa volta. 

Ho come la sensazione che si pensi che in fondo quei siciliani lì se la siano cercata: "Chi vi ha detto di costruire nel letto di un fiume?" "Perché non vi trovate una casa da un’altra parte." Ma la realtà è ben diversa. Qui è inevitabile vivere ad un passo da un disastro imminente: se non vivi sotto una montagna che l’estate brucia e l’inverno frana, allora vivi ad un passo da un impianto chimico che di notte sfiata e ti appesta e, quando durante un incidente (perché l’impianto è mal messo) si aprono le valvole di sicurezza sembra che il Signore stia martellando sull’intera provincia.

Dove dobbiamo andare? Con le strade dissestate e le ferrovie messe ancora peggio? Non abbiamo piani d’emergenza per i terremoti, per le frane, per le intossicazioni. Non sappiamo chi dovrebbe fare attività di controllo e prevenzione. Non siamo informati, qui in Sicilia come nel resto d’Italia.

A L’Aquila si aspettavano una scossa forte dopo tre mesi di smottamenti, ma nessuno li ha avvertiti, né loro sapevano come salvaguardarsi. A Viareggio sapevano che tipo di treni passassero dentro la stazione cittadina? Sapevano che pericolo correvano mentre erano seduti in casa loro? Sicuramente sapevano quanto facesse schifo anche quella di ferrovia, ma a chi potevano rivolgersi?

Io rivoglio i perché. Avete notato che i giornalisti non domandano più perché; riportano i fatti senza i loro perché. Io voglio sapere perché la Protezione Civile arriva sempre dopo i disastri, quando è informata dei fatti. Voglio sapere perché il Ministro dell’Ambiente si occupa di impiantare un nuovo rigassificatore, quando sa in che condizioni si trova la sua terra. Io so che girano i soldi per la messa in sicurezza del Paese, ma voglio sapere perché non arrivano mai dove drovrebbero. Voglio sapere perché qualcuno riesce a costruire un campo di calcetto in mezzo ad un torrente.

Allora, sono lieta che i giornalisti manifestino per la loro libertà d’espressione, ma voglio che quegli stessi giornalisti ritrovino i loro perché. A Napoli l’emergenza rifiuti è durata 15 anni, fiumi di denaro sono arrivati alla Regione, la camorra ci ha costruito un impero e i migliori specialisti nel campo dello smaltimento. Questo accadrà anche a Messina e nel resto d’Italia. Le economie criminali (le uniche S.p.A che ci sono rimaste) campano di emergenze. Vogliono fare vivere questo Paese nell’emergenza continua, ma voglio anche sapere perché ci riescono sempre.

Commenti all'articolo

  • Di Stefano Brigante (---.---.---.58) 5 ottobre 2009 12:03

    Gentilissima Sonia Lombardo,

    sabato pomeriggio, con il dolore nel cuore per lo scempio di Giampilieri, un bimbo piccolo sulle spalle, uno per mano e mia moglie siamo stati alla manifestazione che tu indichi come noncurante dei morti di Messina.

    Basterebbe che tu vivessi a Roma per capire cosa vuol dire far cadere per pochi minuti il gelo del silenzio, la commozione autentica delle persone in una piazza come Piazza del Popolo dove è quasi impossibile anche di notte avere il silenzio. Ma questo è marginale.

    Trovo ingiusto paragonare il rinvio della manifestazione per i sei morti di Kabul con la situazione di sabato ed insinuare che i morti militari siano più importanti di quelli civili che stiamo accertando ancora oggi.
    Bisognava rinviare la manifestazione? A Messina si scava e sfortunatamente ancora non si sa come andrà a finire. La libertà di espressione è qualcosa che ha a che vedere con quanto successo a Giampilieri non ho remore a dire che eravamo lì a Piazza del Popolo anche per quello.

    Ti spiego perchè. Giornalisti saltimbanchi ce ne sono tanti oggi che inseguono la notizia per mero dovere encomiastico ossia per salmodiare le grandi capacità del Premier e dell’attuale governo. Ma a noi cittadini poco ci consola avere delle prefiche ben pagate quando moriamo, quando ci cascano le case in testa per una ragione o altra.
    Ci importa molto di più invece che quei giornalisti che denunciano anzitempo i problemi reali vengano ascoltati e presi in dovuta considerazione. Per questo deve servire una manifestazione ! Milena Gabbanelli è andata in giro per l’italia cercando di portare alla luce tutti i potenziali Giampilieri e si è ritrovata senza protezione legale. I giornalisti che hanno cercato di denunciare la gestione dei rifiuti radioattivi in calabria hanno avuto ed hanno vita dura...eda altri casi bisognerebbe menzionare. Maria Grazia Cutuli, Peppino Impastato, Fava, e tanti altri sono morti dopo aver cercato di raccontare il vero e denunciare, sono stati fermati per sempre per ragioni diverse. Dove prevale l’arroganza e viene zittito un giornalista, tanti altri cittadini poi pagheranno il conto di quel silenzio. Oggi a Giampilieri si paga quel conto salato, amaro, coperto di lacrime e di morte.

    Ora veniamo alla Sicilia che amo profondamente, dove ho vissuto per molti anni, a Messina esattamente.
    Parlo da meridionale e non da benpensante, andiamo alle responsabilità :
    I politici siciliani dovrebbero farsi un esame di coscienza tutti e con loro molti, troppi cittadini.

    Ti pongo una domanda di cui conosco la risposta : quando Miccichè si vergognava del fatto che l’aeroporto di Palermo fosse intitolato a Falcone e Borsellino dove erano i siciliani? Nello stesso tempo lui si prodigava a promettere di costruire tanti campi da golf ed altre amenità del genere, i siciliani conoscevano le loro priorità? sapevano già che a Giampilieri poteva franare la montagna o erano attratti dai campi da golf?
    Chiedere spiegazioni ai propri politici è legittimo e doveroso. Non si può aspettare la catastrofe per poi piangere i morti, è troppo tardi poi.
    Io non sono un giornalista professionista ma scrivo tutte le volte che posso su Agoravox ( http://www.agoravox.it/spip.php?page=recherche&recherche=stefano+brigante ) cercando di tenere alta l’attenzione sui temi che ritengo prioritari e su ciò che conosco meglio. La Sicilia come potrai notare mi sta a cuore, eppure non sono siciliano.

    Il dissesto idrogeologico è un problema antico del nostro paese dunque dovrebbe essere una priorità ad ogni livello, da ciò che stiamo assistendo è evidente che non è considerata tale dai nostri politici vecchi e nuovi.. Perchè voi siciliani (non tutti per fortuna) capeggiati dai vostri politici vi ostinate ad esempio sul proposito traballante e capriccioso di un ponte quando mancano le basi delle infrastrutture? Perchè non fate sapere ai vostri politici che la Sicilia è il posto più bello del mondo e che ha dei servizi e dei collegamenti inadeguati e per grande vostra vergogna e per giunta è una Regione a Statuto Speciale ?

    Ora se vogliamo come al solito scagliarci gli uni con gli altri ed accusarci di insensibilità per i morti e cose del genere non si va da nessuna parte.

    Dovremmo soltanto tutti , dico TUTTI, nel proprio ruolo, professione, capacità e potere, chiedere, pretendere che si faccia uno screening del nostro paese con la finalità di intervenire PREVENTIVAMENTE per la sua protezione. Vi sono migliaia di nostri giovani ingegneri, geologi, architetti, tecnici di grande bravura, spendiamo i soldi, basta stadi, basta opere di rappresentanza, mettiamo un punto e pretendiamo un pò di ordine , trattiamo il nostro territorio con rispetto altrimenti il nostro territorio ciò che gli togliamo lui se lo riprende, oggi col terremoto e domani con il fango...

    Cordialmente

    Stefano Brigante

     

    • Di Sonia (---.---.---.233) 5 ottobre 2009 12:23

      Non nego certo che i cittadini siano in certi casi conniventi della condizione che vivono, viviamo.
      Non volgio cotraddire quanto da te riportato, ma ti assicuro che non tutti smaniano per avere il ponte, anzi, chi protesta viene anche duramente zittito. Vorrei invitarti a guardare questo video oppure a notare come chi da sempre cerca verità e giustizia per Falcone e Borsellino non abbia un minimo di visibilità. Proprio a Roma, una settimana prima dei giornalisti, ha manifestato il popolo delle agende rosse. Silenzio assoluto. 
      E’ vero che su una regione che ha eletto Cuffaro bisognerebbe stendere un velo pietoso, ma io voglio credere che esiste anche chi non ha colpe di questo e resta solo vittima. Vorrei fare notare come tutti siamo a rischio. Vista la puntata di Iacona sulla TAV? I fiumi prosciugati in Toscana? insomma, lì non c’era Miccichè

    • Di Stefano Brigante (---.---.---.58) 5 ottobre 2009 13:11

      Grazie Sonia,
      apprezzo molto il tenore della tua replica e la tua intelligenza per non aver frainteso le mie parole.
      Io non vengo da Stoccolma come dico sempre agli amici, sono calabrese ma ho vissuto a Messina per i miei studi universitari dunque so benissimo in quale contesto maturano e si realizzano certi viszi tipici del nostro sud.

      Oggi vivo a Roma e credimi, non trovo grosse differenze col sud in quanto a malcostume.
      Per farti un piccolo esempio, nel quartiere dove vivo io hanno deciso di costruire garages sotterranei come funghi ed hanno lesionato tutti gli stabili circostanti, abbiamo fatto petizioni, cercato i politici della circoscrizione......bla bla bla....hanno fatto come volevano i palazzinari. Morale, con la crisi economica hanno venduto ed affittato poco e niente e per giunta pagano degli sgherri per fracassarci le macchine parcheggiate fuori per costringerci ad affittarne o comprarne... la lotta purtroppo è quotidiana ed ovunque.


      Ho visto la puntata di ieri di Jacona...che tristezza
      Fatti sentire ciao
      [email protected]

  • Di pv21 (---.---.---.131) 5 ottobre 2009 19:27

    Il gioco è presto detto. Più sono i possibili responsabili e meno saranno le responsabilità accertate. Sarà fatto come all’Aquila? Non mi risulta che ci sia un G8 - realtà contro reality che detti tempi ed obiettivi da conseguire. (c’è di più => http://forum.wineuropa.it 

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