• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Dialogando sulla manifestazione del 15 ottobre

Dialogando sulla manifestazione del 15 ottobre

Se la politica e i media i soffermano sulle violenze commesse dall'1% degli elementi "facinorosi", invece che ragionare sul disagio del 99% dei manifestanti; Ecco, se anche Soros e Draghi dicono di stare dalla nostra parte, o mentono oppure significa che non ci ascoltano, e forse questa è la causa della violenza. Mancanza di dialogo. 

Gli scontri che ci sono stati il 15 ottobre hanno generato già dalle prime ore dibattiti sulla rete, con diversi commenti e le più disparate analisi: c'è chi pone l'accento sull'inefficacia delle forze dell'ordine per non aver isolato gli elementi pericolosi dall'inizio; c'è chi parla addirittura di eventuali elementi “infiltrati” nelle forze dell'ordine, chi al contrario sottolinea la gestione discutibile degli organizzatori della manifestazione o chi punta il dito su un clima eversivo creato da elementi politici estremisti. Insomma, diverse interpretazioni e dietrologie (anche strumentalizzate politicamente) che però partono dallo stesso punto: l'esplosione di violenza di sabato

Chi sperava di far fallire la manifestazione, mettendo in evidenza la forma della protesta su un piano superiore rispetto al contenuto, ci è riuscito perfettamente: il cuore del dibattito non è più l'indignazione dei cittadini, che manifestavano contro un sistema finanziario e politico che ha ridotto enormemente l'orizzonte lavorativo della nuova generazione; ma il discorso si è spostato sulle violenze che ci sono state.

Esiste tutta una letteratura a riguardo che argomenta come negli ultimi decenni, nelle diverse città occidentali (Parigi, Londra, Atene), con la vittoria del sistema globale e con quella che viene chiamata “crisi delle ideologie” si è perso quella spinta tipicamente rivoluzionaria e quel bagaglio di idee (e perché no, di ideali) che caratterizzava le manifestazioni e gli scioperi del passato. La crisi della rappresentazione politica determina una crisi anche di contenuti politici e rivoluzionari . Le nuove proteste nascono e si dileguano con un'impressionante facilità e liquidità sconosciuta prima (Movimento viola, Indignati etc…).

Non più rivoluzione, ma rivolta. Non si riesce a pensare e costruire la dimensione “positiva” e progettuale del domani, ma sono manifestazioni e esplosioni che nascono in “negativo” (non vogliamo questo.). Mentre i vari media invece che interrogarsi sulle cause e motivazioni che hanno spinto il 99% dei manifestantia scendere in piazza; si soffermano sull'1% che ha distrutto le piazze.

Noi – più umilmente- per riuscire a descrivere questo disagio (esterno e interno), cioè disagio esistenziale causato dalla precarizzazione della vita, e disagio di idee, cioè della possibilità di trovare un'alternativa. Preferiamo la forma dialogica.
Oggi, in tutte questa analisi che ci sono stati nei media, quello che manca è uno spazio di incontro e conclusione. Sembra che si parlano linguaggi diversi, che non si incontrano.
Pertanto, per “trarre le somme”, noi preferiamo la forma dialogica: e chiediamo ad Armando, un giovane studente di filosofia (della Federico II di Napoli) che viene dalla periferia della provincia di Napoli, di raccontarci un po' la sua visione.

Armando, innanzitutto raccontaci quali sono state le tue prime impressione, in seguito alle manifestazioni del 15 ottobre. L'opinione pubblica si divide: c'è chi lamenta una strumentalizzazione politica che avrebbe fomentato la guerriglia, o chi invece esalta l'operato della forze dell'ordine. Quali sono le tue opinioni in merito?

E’ fin troppo chiaro che certe "guerriglie" hanno un’utilità politica. (Sia a destra che a sinistra).

Fin troppo. I poliziotti sono eroi? I poliziotti hanno messo a repentaglio la loro incolumità fisica per salvare la dignità della patria?

Ma se sono pagati per quello, e non solo, visto che spesso pestano con inquietante sadismo la preda di volta in volta avvinghiata.

No. La questione non va analizzata in termini semplicistici ed esclusivistici, non si tratta di distinguere il bianco dal nero, il delinquente dal santo borghese, il comunista dal liberale: è del tutto banale la forzata riduzione di un complessità sociologica ad una dicotomia rassicurante.

Si è lasciato fare, perché fa comodo la destabilizzazione nell’instabilità: si è voluto delegittimare l’intento pacifico della manifestazione?

Ecco, Armando. A proposito di questa insinuazione, il Giornale scrive Un'accusa vigliacca serpeggia nelle ultime ore: la polizia ha lasciato fare, il Viminale ha adottato controlli soft, i black bloc hanno avuto mano libera di distruggere, spaccare e saccheggiare. Quello che viene mosso dai principali media progressisti è un vero e proprio insulto a tutte le forze dell'ordine



questi sono i toni barbari adottati da “Il Giornale”: dove vuole andare a parare? Semplice. Il tentativo è quello di screditare, edulcorare le motivazioni che hanno dato adito e alimento alla manifestazione, dirottando l'attenzione sulle azioni deprecabili e mostruose di un gruppo di scalmanati, esagitati assetati di sangue e violenza: sono comunisti, anarchici, eversori, insomma "animali" intrisi d'odio anti-sociale.

E in effetti alcuni commenti politici...

E' stato perentorio Alemanno: "Ora mi auguro che non ci sia alcun buonismo e nessun permissivismo - tuona - bisogna colpire con l’adeguata durezza questi animali", questo dopo aver evidenziato il "troppo buonismo" delle forze dell'ordine. Maroni, il nostro giustiziere e paladino di Dike, ci rassicura tutti: "E' stato evitato il morto", e dopo un ringraziamento alle forze dell'ordine promette pene severe ai delinquenti.

Ciò che si percepisce da dichiarazioni affrettate e stampate con caratteri cubitali sulla prime pagine di certi giornali è che c'è un’evidente volontà, da parte di certe forze (politico-giornalistiche) della destra, di eroicizzare i poliziotti, la forza armata, e di far passare in secondo piano i veri motivi che hanno alimentato la manifestazione, di per sé innocua, seppur troppo ballerina e festosa e dal sapore fin troppo piccolo-borghese.

Va bene, oltre alle critiche però c'è bisogno di pensare ad un'alternativa, non pensi che la sinistra abbia delle responsabilità in tutto ciò? Come si è comportata secondo te “la sinistra”?

Appunto: e la “sinistra”? Ovviamente cerca di far leva sul sentimento di rabbia e impotenza dei manifestanti “pacifici”, accusando la mal condotta del ministro della difesa e delle forze dell’ordine.

“Si doveva fare di più”, “si è lasciato fare troppo”, etc, etc..., insomma i "sinistri" tacciano le forze dell'ordine d'imperizia e incapacità, mirando a porre i riflettori sulla massa pacifica delusa e adirata. Siamo su due binari differenti, paralleli, all'apparenza stridenti: da un lato le forze politiche di destra puntano il dito sui sordidi guerriglieri senz'anima e colmano di fiori le gesta epiche di un gruppo esiguo di poliziotti, carabinieri e finanzieri satolli di senso civico; dall'altra i "sinistri" (i soliti malpensanti!) accusano in maniera - mica troppo velata - provocatoria le forze dell'ordine di essere state leggerine, ritardatarie (consapevolmente o inconsapevolmente?), in poche parole: un disastro.

Sì, ma allora, noi lettori, noi semplici cittadini da che parte dobbiamo stare?

Ci troviamo di fronte a due interpretazioni di uno stesso fatto, evidente, incontrovertibile, eppure sembra che la realtà dia adito alla creazione di altre realtà "artificiali": è un processo continuo di appropriazione e monopolizzazione degli eventi ciò a cui, amaramente, assistiamo. Al di là degli stridori, però, un fattore comune ai due schieramenti sembra balzare prepotentemente agli occhi di noi profani osservatori: l'utilizzo politico dei fatti (e la conseguente sacralizzazione e ritualizzazione degli stessi).

Violenza, gruppo di manifestanti adirati che sbraitano con cori da stadio, slogan scontati dettati da rabbia e confusione, accuse gratuite a politici demonizzati, masnada di sobillatori lasciati liberi di agire in maniera sospetta, agenti dell'ordine che si smuovono con inspiegabile ritardo, dichiarazioni di politici dettate da interessi di partito e di singoli: questa è la realtà vista dai profani.

Intanto volano sampietrini…

Garzie Armando.

Se la politica e i media si soffermano sulle violenze commesse dall'1% degli elementi "facinorosi", invece che ragionare sul disagio del 99% dei manifestanti. Ecco, se anche Soros e Draghi dicono di stare dalla nostra parte, o mentono oppure significa che non ci ascoltano, e forse questa è la causa della violenza. Mancanza di dialogo. 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares