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Dentisti, Farmacisti, Notai: "gli intoccabili"!

In Italia tutte le decisioni politiche ed economiche non vengono mai prese partendo dalle reali necessità del paese e nell’interesse generale della collettività, ma sempre e soltanto in base a quanto riescono a “pesare” le caste. Tre su tutte: Dentisti, Notai e... Farmacie.

* Dentisti: perché non esistono studi dentistici convenzionati con il S.S.N.? Perché bisogna pagare migliaia di euro per una “corona” ed un “ticket” di qualche decina di euro per una protesi d’anca?



* Notai: qual è la loro effettiva utilità a parte quella di intascare soldi senza fine e arricchirsi a dismisura facendosi pagare parcelle di migliaia, migliaia e migliaia di euro da chi si indebita fino al collo per comprare la prima casa? Un "normale" laureato in giurisprudenza, in questa Repubblica Democratica, Libera e Liberale, non potrà mai diventare "un notaio" dacchè “il Pozzo di San Patrizio” viene tramandato di padre in figlio come nelle migliori monarchie!

* Farmacie, ma non Farmacisti (!?): perché un farmacista regolarmente laureato deve sborsare parecchi milioni di euro per aprire un “punto vendita” con la croce verde? Dove sono finiti i medicinali da banco che potevano e dovevano trovarsi anche negli scaffali del supermarket? Cosa ne sarà delle “parafarmacie”? È passata sotto silenzio la dichiarazione del sottosegretario alla Salute a proposito del futuro delle parafarmacie, quei negozi nati in seguito alla liberalizzazione del 2006 che vendono medicinali da banco e altri prodotti (cosmetici, tisane, pannolini, pannoloni, ecc, ecc). Il governo ha fatto sapere che gli esercizi in questione dovranno chiudere, a meno che non siano in grado "di dimostrare la concreta utilità di questo canale distributivo, a fronte di un servizio già offerto dalle farmacie tradizionali e dalla vendita nella grande distribuzione". Insomma pare che il governo non abbia nulla da rimproverare alla parafarmacie in termini di tutela della salute, che poi sarebbe la sua competenza. Per contro il governo ritiene che questi 2.300 negozi possano guadagnarsi il diritto ad esistere non in base al fatto di avere o meno clienti, ma ad un parere ministeriale sulla loro utilità. "Non vogliamo imporre niente a nessuno" spiegano al ministero della salute, senza precisare in che modo la chiusura forzosa delle parafarmacie non configuri un’imposizione, "ma dobbiamo vedere cosa serve realmente al sistema". Ma questo, non era il governo delle liberalizzazioni? Allora perché tanto accanimento contro le parafarmacie? La risposta si trova nelle categorie che si sono già guadagnate il diritto ad esercitare la stessa attività: le farmacie storiche! Le farmacie - alla stessa stregua di dentisti e notai - sono categorie ben organizzate: “caste” - per l’appunto - in grado di far sentire la propria voce nelle “opportune sedi” e per questo intoccabili!

Commenti all'articolo

  • Di Roberto_Trieste (---.---.---.11) 3 aprile 2009 10:09

    Se le farmacie fossero di libera apertura, anzichè sottostare ad antichi privilegi quali ereditarietà e vendita milionaria delle licenze, ne gioverebbero i cittadini, che avrebbero più farmacie a disposizione e prezzi meno cari!

  • Di Giorgio (---.---.---.11) 3 aprile 2009 10:11

    In tutto il mondo le farmacie sono libere. Non c’è nulla di male ad avere in Italia 5 o 6000 farmacie in più!

  • Di Michelangelo_Milano (---.---.---.11) 3 aprile 2009 10:25

    Perchè:
    1) I figli dei titolari possono ereditare senza concorsi e senza problemi una farmacia?
    2) Perchè se non si è figli di titolari di farmacia si devono sborsare milioni di euro per comprare una farmacia?
    3) Perchè in Italia ci sono 50.000 tabaccai che vendono sigarette dannose alla salute pubblica e solo 17.000 farmacie che vendono farmaci per salvare la vita umana? E’ forse più importante vendere sigarette o farmaci?
    4) Perchè in Italia ci sono molte zone sprovviste di farmacie o carenti di farmacie e non ci sono concorsi per aprirle?
    I perchè sono tantissimi e le risposte NON ESISTONO!! Ci avevano dato una piccola possibilità di renderci indipendenti con le parafarmacie. E ora che fine faremo?

  • Di Leonardo Marchitto (---.---.---.161) 3 aprile 2009 10:26
    Il sottosegretario Fazio parlando a margine del tavolo tecnico sulla “distribuzione dei farmaci” organizzato un po’ di tempo fa a Roma che prevedeva la partecipazione di FOFI, Federfarma, Associazioni delle parafarmacie (FEF e ANPI) della GDO (COOP, AUCHAN, CONAD ecc) Confcommercio, Federdistribuzione, Confesercenti, Omnisalus ha dichiarato che il governo vuole “….riorganizzare e razionalizzare il sistema, in cui riteniamo siano sufficienti due grandi canali distributivi, come quelli della farmacia e della grande distribuzione. A meno che i partecipanti al tavolo, a larga maggioranza, riescano a dimostrare concretamente e coerentemente l’utilità di un terzo canale ……”.( le parafarmacie indipendenti)Di fronte a questo ultimatum per circa 2500 imprenditori che hanno investito in piccole aziende che, è sotto gli occhi di tutti, nonostante due anni di boicottaggio da parte di molti interessi consolidati, hanno permesso la riduzione dei prezzi dei medicinali senza ricetta, garantito occupazione (si parla di 5000 occupati nel settore) e ampliato il servizio farmaceutico dovuto alla presenza sul punto vendita di un farmacista abilitato si possono fare le seguenti considerazioni.

    Considerazioni di metodo: è stato radunato in fretta (forse ad avallare una decisione già presa) un tavolo tecnico zoppo e cioè vi erano giustamente rappresentanti delle farmacie, delle parafarmacie, della Gdo e dei commercianti ma era evidente l’esclusione arbitraria di altri rappresentanti importanti del settore come quelli delle Associzioni dei consumtori, come pure i rappresentanti delle aziende produttrici dei farmaci da banco (ANIFA) come si può seriamente parlare di un tavolo tecnico pensando di eliminare questi due importanti attori del settore dell’automedicazione? Forse gli assenti non erano funzinali a decisioni che qualcuno ha già preso?
    Vediamo la posizione del presidente dell’ANIFA che ha scritto su organi della sua associazione “….per formare un fruitore del farmaco OTC consapevole e responsabile, il binomio farmaco-farmacista ( presente anche nelle parafarmacie ndr) è imprescindibile e in questo senso, il modello distributivo italiano ha contribuito positivamente a tutelare il cittadino, garantendo con la presenza del farmacista anche in esercizi diversi della farmacia un filtro e un’ assistenza professionale irrinunciabili.”(notiziario ANIFA ottobre 2008).Una posizione che viene dalle aziende e che offre spunti di ragionevolezza a da vendere perché escludere tale attore importante dal tavolo? Forse perché si sono già prese decisioni in camarille fumose e corporative?

    Considerazioni di merito Il rappresentante del governo dichiara “…a meno che i partecipanti al tavolo (zoppo ndr…), a larga maggioranza, riescano a dimostrare concretamente e coerentemente l’utilità di un terzo canale…”
    Niente di più semplice, vediamo dopo il primo incontro come si sono espresse in sintesi le associazioni presenti al tavolo.
    Federfarma (farmacie private), Assofarm (farmacie comunali), Sunifarm (farmacie rurali), Omnisalus: a favore della chiusura/riassorbimento delle parafarmacie
    FEF e ANPI (associazioni delle parafarmacie) contrarie alla chiusura e favorevoli ad un ampliamento dei farmaci presenti in parafarmacie (secondo normative europee), anche per andare incontro alle richieste dei pazienti ) no a sanatorie arbitrarie.COOP:,CONAD,AUCHAN, Confcommercio, Federdistributori, Confesercenti: favorevoli alla presenza del farmacista nelle parafarmacie con aumento dei medicinali vendibili e favorevoli anche a una lista limitata di farmaci vendibili senza farmacista.
    La FOFI ( ordini dei farmacisti) non si è espressa formalmente ma dovrà decidere se appoggiare le richieste dei proprietari di farmacia oppure quelle di tutti i farmacisti (come richiede il suo ruolo istituzionale) e cioè anche quelli delle parafarmacie e GDO. Come si vede la situazione nel tavolo zoppo non è decisamente così a favore della politica corporativa del governo come qualche suo membro vuol far intendere, anzi la maggioranza delle organizzazioni del tavolo sono a favore alla sopravvivenza al canale parafarmacie e inoltre come i consumatori gli riconoscono un ruolo:

    • l’ampliamento del servizio farmaceutico, sia pur limitato ai farmaci di automedicazione, con la presenza di personale esperto
    • riduzione dei prezzi
    • aumento dell’occupazione per i giovani laureati sono 5000 le persona che lavorano nel canale parafarmacie, perchè farle perdere il lavoro?

    Per riepilogare questo potrebbe accadere se il ddl Gasparri /Tomasini s 863 fosse approvato:

    1) perdita di circa 5000 posti di lavoro di giovani farmacisti
    2) vendita per la prima volta nel nostro paese di farmaci senza la presenza del farmacista anche dal tabaccai ( accoppiata farmaci-tabacco) o bar (farmaci-alcool) oppure distribuzione di medicinali mediante distributori automatici con rischio di uso improprio dei medicinali, cosa che non è avvenuta con la riforma Bersani che prevede il farmacista
    3) eliminazione di concorrenza, i prezzi dei farmaci da banco, che sono diminuiti, aumenterebbero il decreto Storace di qualche anno fa ha fatto scuola, se non c’è concorrenza ( sia pur regolata) i prezzi non scendono
    4) i cittadini averebbero meno possibilità terapeutiche di facile accessibilità gli otc standard si troverebbero solo in farmacia
    5) L’assofarm (farmacie comunali) si è recentemente dimostrata contraria al ddl Gasparri/Tomassini sostenendo giustamente che il farmaco deve essere sempre dispensato da un farmacista in qualsiasi luogo avvenga l’atto professionale
    6) l’abbassamento del quorum per apertura delle faramcie è solo simbolico, di fatto si riassorbierbbero solo le farmacie sovrannumerarie quelle di nuova aprtura sarebbero pochissime ( stimate circa 100) rispetto a 2700 parafarmacie che rischierebbero la chiusura.
    7) il costo per unità posologica per le confezioni starter proposte sarebbe nettamente superiore a quelle degli OTC standard ( vendute solo in farmacia)
    8) la disponibilità delle confezioni standard non sarebbe immediata, le aziende se lo faranno, avranno bisogno di almeno 2 anni per attrezzare le nuove linee che richiederanno investimenti che saranno scaricati sui cittadini con aumenti ultriori per le confezioni standard.

    Basterà al governo e alla maggioranza?
    Le 18 associazioni dei consumatori hanno già detto che sono favorevoli alle parafaramcie, l’assofarm ( faramcie comunali) si è espressa contro, come pure la consulta degli Ordini delle Marche e questo alle corporazioni non va giù, per questo lanciano ultimatum che hanno il sapore di del più gretto corporativismo.

    Leonardo Marchitto
    FEF- parafarmacie ( Federazione Esercizi Farmaceutici)
  • Di Rurale (---.---.---.11) 3 aprile 2009 11:03

    Un farmacista rurale può vivere con 500 abitanti sostenendo la capillarità del sistema farmacia.
    Un farmacista di città perchè non può vivere con un bacino di utenza di 1500 abitanti??
    E’ forse inferiore un farmacista rurale che fa enormi sacrifici per tirare avanti?
    Perchè un farmacista di campagna deve arrangiarsi a vita con 20 clienti al giorno e nelle città bisogna fare il numero all’ingresso di molte farmacie?
    CI SONO TROPPE INGIUSTIZIE CHE RUOTANO SU QUESTO SISTEMA! E’ ORA DI CORREGERLE!

    • Di bc (---.---.---.235) 4 aprile 2009 10:51

      La vera "casta" In Italia è quella dei pubblici dipendenti, coloro che realmente gestiscono il potere pubblico e lo fanno secondo personali interpretazioni; coloro che bloccano l’economia e per matenere i quali gli italiani pagano un costo elevatissimo, sproporzionato. Per avere pessimi servizi e garantire un esercito di intoccabili (questi si intoccabili nel vero senso della parola), irresponsabili (perchè non hanno alcuna responsabilità personale e comunque... supergarantiti anche quando sbagliano) , per i quali il lavoro è un optional. Un esercito di privilegiati che tramandano la loro "arte" ai loro figli.

      Questa sarebbe la risposta da dare a chi ha scritto l’articolo, nella sua ottica del "tutti contro tutti", per mantenere i propri spazi vitali di sopravvivenza, di egoismo e di realtà travisata da disinformazione organizzata.

      Ma non è quella la risposta vera. La vera risposta dovrebbe essere di maggior buon senso, più costruttiva e meno qualunquista. Mi limito solo ad una osservazione: se, anzichè fare propaganda di bassa lega, ognuno parlasse di ciò che conosce, scevro da qualunquismi di basso cabotaggio e notevole ignoranza, probabilmente potremmo diventare un società migliore.

  • Di Paolo_MIlano (---.---.---.11) 4 aprile 2009 18:05

    Infatti in Italia le farmacie anzichè andare a tanti bravissimi farmacisti, a volte laureati col massimo dei voti,e spesso molto bravi nel loro lavoro, vanno in altissima percentuale ai figli dei titolari di farmacia o ai miliardari che possono concedersi di comprare una licenza. I concorsi per farmacia sono quasi inesistenti e quando ci sono mettono in palio farmacie in paesini di 300 o 500 abitanti, per non intaccare la concorrenza delle farmacie di città, dove si fanno i numeri all’ingresso per entrare! Bello vero? Signori vi ho presentato la farmacia italiana!

  • Di Giovanna_Verona (---.---.---.11) 4 aprile 2009 18:14

    1) Perchè per comprarsi una farmacia ci vogliono barche di soldi?
    2) Perchè le farmacie si possono ereditare senza che l’erede abbia fatto un concorso?
    3) Perchè ci dev’essere una farmacia ogni 4 o 5000 abitanti e non 1 ogni 1500 abitanti?
    4) Che servizio migliore può dare una farmacia sempre piena di gente dove a malapena puoi dare un consiglio?
    5) Non sarebbe meglio avere 5000 farmacie in più con meno coda e più servizio e professionalità?
    6) Magazzinieri al banco?
    7) Richiesta di ricetta medica?
    Suvvia rispondete a questi quiz!

  • Di marvin (---.---.---.214) 5 aprile 2009 08:59

    La Casta è casta e va sì rispettata, ma forse si è perso il senso e la misura, chi fotte il prossimo, si diverte, mangia, beve e dorme, quando vuole e quanto vuole.
    Chi è fottuto, non si diverte, mangia, beve e dorme, solo se può e quando può.
    A ciascuno la scelta di mettersi nei panni di chi fotte o di chi è fottuto.
    Per completezza e volendo tirare in ballo i politicanti, i Politici se mai sono esistiti, sono una razza estinta, penso che:

    Se la sinistra è stata al Governo, io Non ho mai notato la differenza. 								 							

    Quando governa la sinistra, i potenti devono concedere qualcosa in più alla casta politica della sinistra, quando governa la destra, i potenti che si appropriano direttamente della politica, danno solo un poco di elemosina agli stessi signori della sinistra, per tenerli buoni.

    Il popolo degli elettori, dormiente e distratto dai giornali e dalla tv, ad ogni alternanza deve solo cambiare la posizione, perchè il suo destino è segnato: deve mettersi prono e ruotare di 180 gradi.

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