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Commento di Leonardo Marchitto

su Dentisti, Farmacisti, Notai: "gli intoccabili"!


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Leonardo Marchitto 3 aprile 2009 10:26
Il sottosegretario Fazio parlando a margine del tavolo tecnico sulla “distribuzione dei farmaci” organizzato un po’ di tempo fa a Roma che prevedeva la partecipazione di FOFI, Federfarma, Associazioni delle parafarmacie (FEF e ANPI) della GDO (COOP, AUCHAN, CONAD ecc) Confcommercio, Federdistribuzione, Confesercenti, Omnisalus ha dichiarato che il governo vuole “….riorganizzare e razionalizzare il sistema, in cui riteniamo siano sufficienti due grandi canali distributivi, come quelli della farmacia e della grande distribuzione. A meno che i partecipanti al tavolo, a larga maggioranza, riescano a dimostrare concretamente e coerentemente l’utilità di un terzo canale ……”.( le parafarmacie indipendenti)Di fronte a questo ultimatum per circa 2500 imprenditori che hanno investito in piccole aziende che, è sotto gli occhi di tutti, nonostante due anni di boicottaggio da parte di molti interessi consolidati, hanno permesso la riduzione dei prezzi dei medicinali senza ricetta, garantito occupazione (si parla di 5000 occupati nel settore) e ampliato il servizio farmaceutico dovuto alla presenza sul punto vendita di un farmacista abilitato si possono fare le seguenti considerazioni.

Considerazioni di metodo: è stato radunato in fretta (forse ad avallare una decisione già presa) un tavolo tecnico zoppo e cioè vi erano giustamente rappresentanti delle farmacie, delle parafarmacie, della Gdo e dei commercianti ma era evidente l’esclusione arbitraria di altri rappresentanti importanti del settore come quelli delle Associzioni dei consumtori, come pure i rappresentanti delle aziende produttrici dei farmaci da banco (ANIFA) come si può seriamente parlare di un tavolo tecnico pensando di eliminare questi due importanti attori del settore dell’automedicazione? Forse gli assenti non erano funzinali a decisioni che qualcuno ha già preso?
Vediamo la posizione del presidente dell’ANIFA che ha scritto su organi della sua associazione “….per formare un fruitore del farmaco OTC consapevole e responsabile, il binomio farmaco-farmacista ( presente anche nelle parafarmacie ndr) è imprescindibile e in questo senso, il modello distributivo italiano ha contribuito positivamente a tutelare il cittadino, garantendo con la presenza del farmacista anche in esercizi diversi della farmacia un filtro e un’ assistenza professionale irrinunciabili.”(notiziario ANIFA ottobre 2008).Una posizione che viene dalle aziende e che offre spunti di ragionevolezza a da vendere perché escludere tale attore importante dal tavolo? Forse perché si sono già prese decisioni in camarille fumose e corporative?

Considerazioni di merito Il rappresentante del governo dichiara “…a meno che i partecipanti al tavolo (zoppo ndr…), a larga maggioranza, riescano a dimostrare concretamente e coerentemente l’utilità di un terzo canale…”
Niente di più semplice, vediamo dopo il primo incontro come si sono espresse in sintesi le associazioni presenti al tavolo.
Federfarma (farmacie private), Assofarm (farmacie comunali), Sunifarm (farmacie rurali), Omnisalus: a favore della chiusura/riassorbimento delle parafarmacie
FEF e ANPI (associazioni delle parafarmacie) contrarie alla chiusura e favorevoli ad un ampliamento dei farmaci presenti in parafarmacie (secondo normative europee), anche per andare incontro alle richieste dei pazienti ) no a sanatorie arbitrarie.COOP:,CONAD,AUCHAN, Confcommercio, Federdistributori, Confesercenti: favorevoli alla presenza del farmacista nelle parafarmacie con aumento dei medicinali vendibili e favorevoli anche a una lista limitata di farmaci vendibili senza farmacista.
La FOFI ( ordini dei farmacisti) non si è espressa formalmente ma dovrà decidere se appoggiare le richieste dei proprietari di farmacia oppure quelle di tutti i farmacisti (come richiede il suo ruolo istituzionale) e cioè anche quelli delle parafarmacie e GDO. Come si vede la situazione nel tavolo zoppo non è decisamente così a favore della politica corporativa del governo come qualche suo membro vuol far intendere, anzi la maggioranza delle organizzazioni del tavolo sono a favore alla sopravvivenza al canale parafarmacie e inoltre come i consumatori gli riconoscono un ruolo:

• l’ampliamento del servizio farmaceutico, sia pur limitato ai farmaci di automedicazione, con la presenza di personale esperto
• riduzione dei prezzi
• aumento dell’occupazione per i giovani laureati sono 5000 le persona che lavorano nel canale parafarmacie, perchè farle perdere il lavoro?

Per riepilogare questo potrebbe accadere se il ddl Gasparri /Tomasini s 863 fosse approvato:

1) perdita di circa 5000 posti di lavoro di giovani farmacisti
2) vendita per la prima volta nel nostro paese di farmaci senza la presenza del farmacista anche dal tabaccai ( accoppiata farmaci-tabacco) o bar (farmaci-alcool) oppure distribuzione di medicinali mediante distributori automatici con rischio di uso improprio dei medicinali, cosa che non è avvenuta con la riforma Bersani che prevede il farmacista
3) eliminazione di concorrenza, i prezzi dei farmaci da banco, che sono diminuiti, aumenterebbero il decreto Storace di qualche anno fa ha fatto scuola, se non c’è concorrenza ( sia pur regolata) i prezzi non scendono
4) i cittadini averebbero meno possibilità terapeutiche di facile accessibilità gli otc standard si troverebbero solo in farmacia
5) L’assofarm (farmacie comunali) si è recentemente dimostrata contraria al ddl Gasparri/Tomassini sostenendo giustamente che il farmaco deve essere sempre dispensato da un farmacista in qualsiasi luogo avvenga l’atto professionale
6) l’abbassamento del quorum per apertura delle faramcie è solo simbolico, di fatto si riassorbierbbero solo le farmacie sovrannumerarie quelle di nuova aprtura sarebbero pochissime ( stimate circa 100) rispetto a 2700 parafarmacie che rischierebbero la chiusura.
7) il costo per unità posologica per le confezioni starter proposte sarebbe nettamente superiore a quelle degli OTC standard ( vendute solo in farmacia)
8) la disponibilità delle confezioni standard non sarebbe immediata, le aziende se lo faranno, avranno bisogno di almeno 2 anni per attrezzare le nuove linee che richiederanno investimenti che saranno scaricati sui cittadini con aumenti ultriori per le confezioni standard.

Basterà al governo e alla maggioranza?
Le 18 associazioni dei consumatori hanno già detto che sono favorevoli alle parafaramcie, l’assofarm ( faramcie comunali) si è espressa contro, come pure la consulta degli Ordini delle Marche e questo alle corporazioni non va giù, per questo lanciano ultimatum che hanno il sapore di del più gretto corporativismo.

Leonardo Marchitto
FEF- parafarmacie ( Federazione Esercizi Farmaceutici)

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