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Democrazia delenda est

Nel frattempo si sono tutti dimenticati che l'Italia non è più una democrazia.

Dal 1994 ad oggi l'Italia ha vissuto, e vive tuttora, un'escalation di smarrimento del buon senso e della memoria storica a breve termine. Il miracolo rappresentativo del milione di posti di lavoro ha spianato la strada a certa politica vanitosa ma soprattutto sfrontata. La politica, che non si imbarazza davanti al delirio di onnipotenza ed alle contraddizioni quotidianamente snocciolate da uomini tutt'altro che concreti, ha investito come un treno in corsa il senso comune degli italiani tanto da renderli confusi e scossi.

La classe politica della seconda repubblica, che doveva rimpiazzare la vecchia, granitica ma con le mani in pasta, non è riuscita a far altro che evitare di essere granitica. Il concetto dello spirito di convergenza, del far politica per l'interesse del cittadino elettore, è morto, sepolto e dimenticato. Ora la priorità è inversa, ovvero spaccare l'opinione pubblica e usare il cittadino elettore per i propri interessi individuali e di partito.


La poltica odierna, perlopiù rappresentata da uomini mediocri e in cerca di carriera, ha come unico scopo quello di sfatare le accuse mosse dall'avversario, in una danza spasmodica di memento e rinfacci, molto efficaci vista l'incapacità bilaterale, ma che uccidono il dibattito e risultano ben poco funzionali alla direzione dell'impianto statale. Una politica critica e scalpitante, che censura invece di proporre, che urla invece di dibattere, che attacca quando è in difficoltà, cioè sempre.

Gli Italiani osservano più o meno smarriti, confusi e indignati. Mentre se le suonano di santa ragione, almeno sul ring, il popolo si vede costretto, vuoi per evitare di rimanere in disparte, vuoi per l'animo focoso che lo contraddistingue, a tifare per un derby infinito. Siamo diventati tutti ultras di una sedicente classe dirigente che potrebbe aspirare al massimo a condurre un bar di periferia, seppur con molte difficoltà.

Nel frattempo si sono tutti dimenticati che l'Italia non è più una democrazia, perchè il cittadino non può più decidere chi lo debba rappresentare, che nella nostra forma rappresentativa mi pare, quantomeno, il minimo. Però è libero di votare a favore del partito dell'Amore o dell'Odio, di chi sconfiggerà il cancro o di chi ti promette il conflitto di interessi, salvo poi ritrovarti tra cinque anni col cancro e con Berlusconi al Quirinale.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.46) 7 maggio 2011 20:05

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    Berlusconi qualifica come “terrificante” il programma elettorale del centrosinistra.
    Sono quelli, ci spiega, che “dichiarano di voler ridurre il debito pubblico che proprio loro hanno contribuito, con i governi di compromesso storico, a moltiplicare per otto volte, dal 1980 al 1992”.

    Sorprende sentir liquidare con “governi di compromesso storico” le coalizioni DC,PSI,PSDI,PRI,PLI che si sono succedute in quegli anni.
    Sconcerta soprattutto il riferimento ad un periodo che vede al vertice del PSI proprio quel Bettino Craxi che, nel 1984, con apposito Decreto, autorizza la neonata Fininvest a trasmettere su scala nazionale.
    Lo stesso Craxi che, da Presidente del Consiglio, in soli 4 anni (1983-87) raddoppiava il Debito pubblico.

    Diventa allora doveroso segnalare che l’ammontare dei miliardi di debito accumulati, tra il 1994 ed il 2010, dai governi presieduti da Berlusconi equivale a 1/3 dell’attuale Debito pubblico.

    Tutto fa “spesa” per nutrire il Consenso Surrogato di chi si affida alla fascinazione mediatica …

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