• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Economia > Decreto banche: piccoli aiuti di stato crescono

Decreto banche: piccoli aiuti di stato crescono

Per tutti i patrioti che si sdegnano per il fatto che ad altri paesi viene concesso l’utilizzo di soldi pubblici per salvare proprie banche ed imprese, mentre alla povera piccola Italia (che tante risorse fiscali potrebbe gettare sul piatto) questa opportunità tende ad essere negata, costringendoci ad acrobazie del tipo Poste in Alitalia con mirabili sinergie, arriva una bella notizia: anche noi possiamo finalmente spendere un pochino di tasse per salvare le nostre banche.

La lieta novella è segnalata oggi sul Sole da Marco Mobili, che ci informa che il decreto banche, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, rende fiscalmente irrilevanti i contributi volontari percepiti da soggetti sottoposti a procedure concorsuali. In soldoni, tali”erogazioni liberali”, ai fini fiscali, non saranno considerate come sopravvenienze attive e di conseguenza non saranno sottoposte a tassazione. La norma è retroattiva per ben 24 mesi. Tutti esentati, quindi: chi eroga le “liberalità” (come stabilito dalla Legge di Stabilità 2016), e chi le riceve.

La retroattività della norma consente, ad esempio, a Tercas (la cui procedura concorsuale si è chiusa il 30 settembre 2014) di beneficiare dell’esenzione dei contributi ricevuti dal consorzio “volontario” di banche salvatrici, formatosi entro il consorzio obbligatorio del Fondo Interbancario di tutela dei depositi per aggirare il veto della Commissione europea, che considerava l’azione diretta dei Fitd come aiuto di stato illegittimo. Il beneficio fiscale per Tercas, pari a 80 milioni, coincide esattamente con l’importo erogato dal consorzio volontario dei salvatori.

Anche noi italiani piccoli e neri avremo quindi il nostro bell’aiuto di stato, ed una interessante cornice per sviluppare il “piano B” (quello dei consorzi “volontari”) suggerito dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, come alternativa per evitare il bail-in, visto che le improbabili richieste di revisione immediata della norma in sede comunitaria sono già state prese a pernacchie. Ora non piangete più, promesso?

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità