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De Bossi manumissio per mensam

Il teatrino della politica berlusconiana offre in questi giorni l’opportunità all’inossidabile e imperturbabile alleato Umberto di affrancarsi dal Dominus e assurgere, così, al ruolo di Libertus.

Da tempo la totale sottomissione del Bossi al Boss risulta sgradita e indigesta alla base leghista.

Ora, non solo a causa della recente, improvvisa e improvvida, decisione di partecipare ai bombardamenti sul versante libico, questo crescente malumore, derivante soprattutto dal totale asservimento ai desiderata (di natura giudiziaria) del gerontocrate, può trovare una via d’uscita strategica o quantomeno favorire una dichiarazione di pseudo indipendenza del Bossi che rinnova e alterna il temporaneo ruolo di lotta a quello di fermo e convinto manutengolo del Premier.

In pratica alle bombe sganciate da Berlusconì (à la française) Umberto risponde con alcune utili e innocue sparate. Un po’ a ciascuno, non fa male a nessuno.

Non è dato sapere quali ripercussioni ci saranno sulla tenuta della compagine governativa (stampellata da piccole ma determinanti truppette mercenarie) e se il nuovo statu-quo dell’Umberto ex Magno comporterà, sempre e comunque, il diritto del Patronus di esigere ulteriori prestazioni da parte di chi è chiaramente destinato a non sottrarsi agli immutati doveri di vassallaggio rispetto ai soliti interessi squisitamente privati.

Appare evidente che, se l’attuale presa di distanza dei proconsoli leghisti di stanza a Roma, non avrà alcun determinante riflesso di natura politica, il tutto dovrà essere annoverato come ingegnosa pantomima utile a fini elettoralistici.

Sarà interessante scoprire, tra pochi giorni, se questa messinscena riuscirà a determinare una tenuta sul fronte dei consensi.

Rimane qualche dubbio sull’eventualità di crescita del nanismo leghista, soprattutto perché il baratto “giustizia-presunto federalismo”, ha sin qui prodotto un magro regionalismo di dubbia utilità i cui risultati (come, per esempio, l’aggravio della fiscalità locale), non consentiranno alla Lega di riscuotere particolari vantaggi o nuovi proseliti (al di là d’uno zoccolo duro che tutto ingoia e metabolizza con l’alibi del federalismo).

Aspettiamo di vedere e di capire dove ci porterà quest’ulteriore gioco di ruolo e degli equivoci tra il Patronus e il Libertus.

Commenti all'articolo

  • Di Vito Enzo Salatino (---.---.---.181) 30 aprile 2011 17:53

    De Bossi manumissione.

    Lasciando perdere il latino maccheronico del titolo, pare inutile fare considerazioni su prese di posizione intelligenti da parte della Lega nei confronti di Burlesconi, avviato verso il "bombardamento" tragicomico dall’amico Gheddafi, titolare scalognato di un trattato di eterna amicizia con Burlesconi e destinatario di baci sulla bocca (e sul sedere) dal Giuda burlesconiano, prima del tradimento finale.
    Direi che è inutile sperare in una resipiscenza della Lega e in un suo affrancamento (manumissio) da Burlesconi e dalla sua farsesca e demenziale decisione di bombardare i libici (ma che gli hanno fatto, a questo fuori di testa, baciatore a tradimento, da meritarsi i bombardamenti con conseguenze gravissime che ricadranno su tutti gli italiani, come conniventi di delitti contro l’umanità, senza una giustificazione plausibile di fronte al mondo e a Dio).
    Primo, perchè purtroppo Bossi ha dimostrato di non capire più nulla nè di politica, nè del mondo, nè di colui con cui ha a che fare sottoposto a gravissimi procedimenti giudiziari da codice penale, non per colpa sua (di Bossi) ma per colpa della sorte che gli ha tolto in parte il ben dell’intelletto. E quindi non è in grado di affrancarsi, perchè non è più in posizione di capire chiaramente cosa sta facendo, anche per il terrore di perdere tutto, beni, cadreghe e partito, per aver sostenuto un governo amorale, con il prossimo crollo comunque del regime burlesconiano.
    Secondo perchè Bossi è circondato da altrettanti incapaci, non per colpa della sorte ma in questo caso per nascita, che non sanno distinguere e dirimere il bene dal male per sè e per gli italiani, e che addirittura sono disposti ad assassinare la gente e i libici, nelle persone, cose e beni, pur di non perdere le proprie fonti di sostentamento, di potere nel paese e nel partito. Quindi sono in pratica anche loro degli amorali, capaci di uccidere senza ragione i libici (ma che gli hanno fatto ?), traditori della loro origine libertaria e di indipendenza.

    Personalmente mi dissocio da questi prossimi assassini, che, come Berlusconi, non hanno schifo di dichiararsi ed operare come tali e non hanno nenche il coraggio di dissociarsi, come tanti altri, chiaramente, da un tale delitto contro i libici e l’umanità per niente, con un reato e colpe gravissime contro degli innocenti, che ricadranno sulla testa degli italiani e dei loro figli, a loro continuo disdoro, come non bastasse il disonore continuo che ci portiamo addosso da parte degli altri europei, come conniventi e ospiti del regno della Mafia assassina, che ci organizza e comanda.

  • Di pv21 (---.---.---.233) 30 aprile 2011 17:56

    Alleati a scadenza >

    Il 24 marzo Lega e Pdl concordavano compatti sulla “necessità” di assegnare alla Nato il comando-controllo delle operazioni militari in Libia.
    Forse solo Napolitano sapeva la differenza tra la Nato e Greenpeace.
    Fatto è che il CdM ribadiva la non partecipazione ai raid della Nato poiché, si diceva, “facciamo già abbastanza”.

    Poi è arrivata la svolta.
    Ora che siamo diventati “colonia francese” andremo a “bombardare dei poveracci in Libia”. Già la “Sarkosata” ci è costata 700 milioni ed ora “Gheddafi ci riempirà di clandestini”.

    Non va bene, sentenzia Bossi.
    Al “fora d’i ball”, rivolto ai migranti nord africani, si è così aggiunto il “fora dai pasticci” diretto al Premier . Come?
    Secondo la mozione della Lega le nostre “azioni mirate” devono essere svolte “in condizioni di assoluta sicurezza per la popolazione civile e per i nostri operatori”. Compresi i nostri piloti?
    Nella stessa mozione però non è mai citata la Nato. Una volta fissato un “termine certo” al nostro intervento chi andrà a dire alla Nato “scusate, ci abbiamo ripensato”? Magari aggiungendo "non possiamo permetterci aumenti della pressione fiscale".

    Aria di elezioni. Ogni “smarcamento” è permesso in nome del Consenso Surrogato di chi è sensibile all’imprinting mediatico …

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