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Davanti al Regno di Eolo

Davanti al Regno di Eolo

Come da tradizione il vostro reporter si è trasferito sulle rive del mar Tirreno, davanti all’arcipelago delle Eolie, dimora di Eolo, re dei venti. Non si sa in quali estremi anfratti il dio oggi si nasconda, ma una cosa è certa: le rocce di questi anfratti sono pieni di spazzatura. Ed egli piange al ricordo del bel tempo che fu, quando l’uomo non era ancora riuscito a fare l’attuale scempio dell’ambiente.

 

In un caldo pomeriggio estivo, l’abbassarsi del sole lungo l’eclittica ed il conseguente addolcirsi dei suoi raggi spingono alla spiaggia in cerca del refrigerio di un bagno nelle acque marine. In costume e con telo d’ordinanza si scende la scaletta che porta sulla spiaggia sabbiosa; si vedono galleggiare in acqua elementi inqualificabili, ma di certa origine antropica; ci si rigira sulla scaletta senza neanche toccare la sabbia e, un piede avanti ed uno dopo, si ritorna a casa; a fare la doccia facendo finta di togliersi il sale di dosso di un bagno di mare mai fatto.

Siamo in tanti i compagni di ventura in questa sorta di girone d’inferno dantesco; tantissimi; troppi; perché le rive del mar Tirreno, davanti al Regno di Eolo, hanno subito un’antropizzazione selvaggia, indiscriminata, vergognosa. Un infinito, spropositato, osceno diffondersi di case, di casette, di condomini, di palazzine, tutto costruito a ridosso della spiaggia; con le fogne che spesso e volentieri spargono liquami nel vasto pelago, tanto il mare è bello grande; con le fogne che, per funzionare, devono essere dotate di adeguate pompe di sollevamento, perché se si costruisce a livello del mare i liquami, in salita, da soli, non ci possono andare; con le fogne che finiscono in un impianto di trattamento che dovrebbe abbattere in maniera adeguata il biochemical oxigen demand dei liquami prima di inviarle in una condotta sottomarina, ma che d’estate non può certo abbattere tutto il biochemical oxigen demand richiesto perché nato per servire cinquemila abitanti e non i trentamila che si raccolgono sulle rive del mar Tirreno davanti al Regno di Eolo; con i cassonetti della spazzatura sempre stracolmi e di raccolta differenziata è inutile parlarne, anche se l’isola ecologica il comune l’ha già realizzata, ma ancora non hanno capito a che serve e, soprattutto, meglio non toccare gli interessi dei padroni delle discariche.

Già, gli interessi.

Perché esistono gli interessi collettivi, il rispetto dell’ambiente, la qualità della vita; ed esistono gli interessi personali, quelli dei proprietari di aree da costruzione, degli operatori economici delle costruzioni, degli operatori economici del ciclo della monnezza.

Non sono affatto eguali, le due categorie di interessi: dai primi non si è mai ricavato nulla, neanche un ragno dal buco, neanche la più piccola, minima, misera tangente. Dai secondi, invece…

Ma non esistono, vi direte, regole per la corretta gestione del territorio di una comunità? Ebbene sì, esistono, ma, sapete, gli interessi… E poi chi dovrebbe farle rispettare, il signor Franco, compagno di merende di Vito Ciancimino? Perché, del sistema repressivo istituzionale corrente, neanche a parlarne. Solitamente dalle nostre parti si preoccupa delle altre Istituzioni, non dei cittadini; come in ogni regione sottoposta ad occupazione militare straniera; sono passati centocinquantanni dai Borboni e non abbiamo ancora capito dove siamo finiti.

Ed eccoci qua, sconsolati, davanti alla monnezza; in compagnia del dio.

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