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Dalle piazze alle urne

Non si sentono che monologhi auto-celebrativi e insulti per chi pensa diversamente. Tra piazze e numeri: uno, nessuno, centomila, un milione ? Assicuriamoci che le elezioni siano qualcosa di più serio.

Dalle piazze alle urne

La politica delle piazze è diventata una malattia contagiosa. Molto preoccupante se ne viene affetto anche chi governa fino a delirare vedendo fantasmi, dando i numeri e così contraddicendo i conteggi del dicastero che amministra. Poi non si sa se manifesta per chiedere agli avversari di governare o fare più opposizione. In entrambi i casi, se questa opposizione dovesse tentare una risposta seria entrerebbe in crisi.
 
In effetti la politica è ormai continuamente svuotata di contenuti. La spia è nel fatto che tutti i protagonisti vogliono farsi notare sparandola più grossa, gridando di più, fino a vomitarsi volgarità uno contro l’altro, compreso chi vuole convincerci di essere apostolo dell’amore e cattolico praticante (di cosa non diciamolo).
 
Evidentemente non hanno argomenti, programmi veri, a parte che per se stessi. Non meraviglia la mancanza di dialogo. Rischioso averlo. Dovrebbero presentare e confrontare oneste concretezze e dimostrarcelo chiaramente. Impossibile, perché è contro il proprio interesse. Meglio trasformare tutto in piazzata. Tanto incenso per sé, molta denigrazione verso gli avversari politici. Ovvia la demonizzazione di ogni informazione di provenienza diversa dalla loro. Dobbiamo bere a occhi chiusi qualunque cosa ci propinano. Per loro è importante la nostra adesione, non la partecipazione. Ma non siamo pupazzi, né numeri, né massa. Siamo persone, ciascuno con la propria individualità, e la nostra dignità deve essere rispettata.
 
Siamo sempre vigili, verificando coerenze e contraddizioni specialmente nei nostri leader, verso i quali le nostre difese immunitarie sono spesso più basse. La loro è solo una pantomima orchestrata per manipolarci meglio. Infatti la musica è diversa quando questa gente aumenta i propri stipendi. Tutto passa sinfonicamente in sordina. Sarebbe ora, tra l’altro, di proporzionare il loro stipendio a quello dei cittadini. Certo, loro fanno la fame e qualcuno è anche costretto al doppio lavoro, e non ha tempo per rappresentarci. Intanto iniziative contro assenteismo e fannulloni non riguardano la casta. Non parliamo dei cambi di coalizione che sono ormai normale amministrazione. Su queste e altre cose la politica delle piazze sparisce. Perfino i Radicali, che hanno fatto battaglie su tutto e il suo contrario, sono complici o tacciono. Meglio occupati a inventare nuovi nomi per le loro liste (essenziale per migliorare il nostro Paese), denunciando chi non si aggiorna alla loro ultima moda .
 
Il politico Vittorio Sgarbi dichiara che “ormai la politica è stare, non essere”. Interessante ammissione. Quindi la loro è non-politica, perciò mancano i valori fondamentali. La politica ha come fine il bene comune perché si occupa del governo della cosa pubblica. Le istituzioni democratiche devono essere trasparenti e al servizio di tutti. Ne abbiamo diritto! Anche per questo è importante unirsi all’appello indignato di Roberto Saviano. Manca poco alla chiusura delle urne. Lo strumento elettorale è l’unica arma efficace se usata bene.

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