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Dalla firma sul nucleare ai nuovi conflitti in Medio Oriente. E’ possibile riabilitare l’attuale regime Iraniano?

A partire dagli anni '90, alcuni gruppi internazionali hanno tentato di riabilitare il regime della Repubblica Islamica dell'Iran per creare un sistema politico in cui coesistenza e adattemento siano possibili. Questi tentativi sono stati energizzati dal crescente numero di voci che si alza dall'Iran stesso e che chiede riforme e moderazione.

Quelli che sperano in riforme sostanziali in Iran cercano principalmente di evitare un'altra devastante guerra nella regione, e credono che sia possibile risolvere I problemi tra Tehran e il resto del Medio Oriente attraverso la riabilitazione del regime e la limitazione dell'estremismo religioso prevalente nel governo Iraniano. Nonostante ciò, la presidenza di otto anni dell'ex presidente Mohamed Khatemi ha visto un'offerta di redenzione per il PMOI (il principale gruppo di opposizione Iraniano) che si è rivelata un vero e proprio colpo di grazia per qualsiasi cambiamento significativo nel regime. Questa esperienza non ha portato nessun effetto positivo all'Occidente, ma per Tehran è stata una vittoria, principalmente suggerendo alla popolazione Iraniana che la comunità internazionale non riconosce la presenza di alcuna opposizione in Iran, e dunque non supporta la sua lotta per libertà e democrazia. Cosa ancora più importante, e se vogliamo più pericolosa di questa retorica, è che è stato proprio durante la presidenza di Khatemi che l'Iran ha concentrato le proprie risorse in un programma nucleare, come poi svelato dalla resistenza Iraniana.


Nonostante l'Occidente sia uscito dall'esperienza con Khatemi a mani vuote, I suoi elementi chiave ripetono lo stesso messaggio nell'era del presidente Hasan Rouhani, presidente dal 2013. La presidenza di Rouhani, che si definisce un riformista e un moderato, è stata coronata dalla firma di trattati multilaterali con l'Iran per terminare il proprio programma nucleare nel 2015. Ma il marchio che più contraddistingue questa presidenza è la violazione dei diritti umani, in particolar modo delle donne, così come un aumento delle condanne a morte che ha raggiunto un livello mai visto in Iran da più di dieci anni. Questi abusi di potere e violazioni dei diritti umani eccedono quelli che hanno avuto luogo durante la presidenza di Ahmadinejad, considerato un conservatore.

Alcuni cittadini Iraniani hanno dato fiducia a Rouhani, credendo che avrebbe seguito politiche più moderate e aperte riguardo agli altri paesi Medio Orientali. Ma il numero di interventi militari Iraniani nella regione ha raggiunto numeri record durante la sua presidenza. Dopo aver esteso l'impegno Iraniano in Siria, Iraq e Libano, lo Yemen è stato aggiunto alla lista di nazioni sotto l'influenza Iraniana. Questa aggressione regionali ha fatto si che altri paesi Medio Orientali si siano schierati contro l'Iran, le cui azioni sono giudicate intollerabili. Coloro che scommettevano sulla “moderazione” e “apertura” di Rouhani sono stati testimoni di questi effetti negativi, che contribuscono a classificare Rouhani, se non come il peggior presidente rispetto ai suoi predecessori, certamente non il migliore.

La retorica di Rouhani su riforma e moderazione è diventata una specie di scherzo che ispira disgusto anzichè risate. Questo è particolarmente vero a seguito delle recenti elezioni. L'esito è stata la nomination del conservatore Ahmad Jannati come presidente dell'assemblea, mentre Larijani ha visto la sua carica estesa di un anno, come se niente fosse mai accaduto e tutto fosse rimasto immobile. La domanda risuona forte: è possibile riabilitare il regime Iraniano?

(Foto: Wikimedia)

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