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 Home page > Attualità > Cultura > Dal canavese con passione: L’inferno di Orfeo

Dal canavese con passione: L’inferno di Orfeo

Novembre è il mese giusto per parlare di un gruppo nato nel 2000 con una chiara impronta jazz e un animo passionale.

L’inferno di Orfeo ha già al suo attivo un album “L’attesa” che li ha portati calcare i palchi di importanti concorsi e di famosi locali in tutto il Piemonte. La miscela che hanno sempre saputo creare sul palco e nel loro prodotto registrato in presa diretta è un composto alchemico di passione, carnalità e tecnica, un equilibrio coinvolgente tra la calma e la pura follia. Quello che tutti pensano e nessuno osa dire, il coraggio nel pungere anche nel sentimento, le serate alcoliche (di pura classe canavese si intende) per dimenticare e gli istinti che sovrastano il pensiero: tutto questo è L’attesa, da La deriva a La casa di Morbìda, elogio di un luogo e una linea di tempo fra i vicoli bohemienne francesi e i locali fumosi malfamati dell’800. Da tutta questa passione per la passione (perdonatemi il gioco di parole) la direzione del loro ultimo singolo “Notturno Isterico” non poteva che prendere spunto dal tango. Come capita che una band rock/jazz riesca a integrare il tango nelle sue esibizioni senza cadere nel vortice del già visto o peggio del commento alla Moulin Rouge?

Con una gran base tecnica, la voce di Syd sempre legata a doppio filo al microfono e un pizzico di inventiva...intanto me lo sono fatto raccontare da loro...Una chiacchierata all’osteria, tanto per capirci...


Da L’attesa a Notturno isterico...viaggio tortuoso o ci avevate già pensato a integrare il tango nel vostro progetto?

Elmo: Il tango era un vecchio rif di Carletto su cui avevo trovato una struttura che ha subito una serie di variazioni fino a diventare quel che è oggi. Il nostro ex tastierista (Eugenio Mazzetto) contribuì non poco alla sua realizzazione prima di lasciare il gruppo, posso quindi dire che da tempo aleggiava (talvolta portando, perché non si riusciva a finire, anche una certa inquietudine) l’ombra di questo tango che ci ha messo, dalla sua ideazione, almeno un paio d’anni a venir fuori.
Daniele: Notturno Isterico nasce in seconda battuta, in verità...
L’attesa è puramente un lavoro descrittivo, utile a trasmettere i nostri colori...
Il tango "Notturno Isterico" per l’appunto, si è generato in seguito, a parte diciamo, e ha assunto la veste che ormai conosci anche grazie alla interpretazione che hanno saputo dare Luca e Marisol, ottimi ballerini e anime capaci di integrarsi e dare soprtattutto un volto a questo pezzo.


A quanto ho capito l’aspetto coreografico farà parte anche delle vostre esibizioni...
Elmo
: Non abbiamo mai curato più di tanto questo aspetto sapendo forse che le nostre atmosfere unite alla buona attitudine di Syd sul palco bastavano. L’idea di metter tavolini con bottiglie di vino da ricordare quell’osteria che ci portiamo dentro sul palco ci ha sempre attirato molto. Ora proveremo a far qualcosa in più, anche questo tra l’altro è un vecchio, anzi vecchissimo, proposito. Per il prossimo venerdi ( al Taurus di Ciriè il 14 Novembre N.d.R) uniremo l’esibizione dei nostri (sì, ormai nostri) ballerini a delle proiezioni a tema (e anche no…) sui nostri pezzi.
E’ una mia vecchia idea come ti dicevo, soprattutto ispirata dai dipinti di mio padre (su google se cerchi quadri di Nando Elmo puoi trovare qualcosa, poca roba cmq) che pensiamo possano abbinarsi bene alle nostre atmosfere. Non so ancora quale possa essere il risultato perché materialmente la cosa è gestita dal nostro instancabile batteraio tutto fare…
Daniele:Si farà perno sull’immagine e sulla sensualità, oltre che sulla musica, proiettando forme di aspressione, ma come posso anticiparti la sorpresa...?

Domanda tecnica: Com’è riuscito L’inferno a mantenere l’identità aggiungendo la sperimentazione?
Elmo
: La sperimentazione fa parte dell’identità. Sono due cose inscindibili, che poi il risultato possa essere o sembrare preciso, studiato o ben eseguito non dipende dal fatto di essere più o meno sperimentale. Diciamo che forse la nostra identità rischia di perdersi quando si cerca di mettere in primo piano la preparazione del particolare alla cura dell’ispirazione o della creatività.
Abbiamo due anime che si scontrano spesso e volentieri ovvero la fantasia e la ricerca della perfezione, l’equilibrio delle due cose può far molto bene all’Inferno e un po’ meno bene al nostro interno (inteso come sopportazione gli uni degli altri)
Daniele: L’Identità è insita nelle persone che sperimentano, o perlomeno che provano a farlo...mi sembra naturale.

Seguirà un album al singolo uscito il 3 ottobre?

Elmo: Speriamo vivamente, come speriamo vivamente che non dipenda solo dalle nostre forze, fisiche e monetarie.
Daniele: Al momento no! Conosci qualcono che può investire su di noi??
Un album richiede costi spropositati che al momento non potremmo sostenere.



Cosa promette un membro de l’Inferno di Orfeo quando invita qualcuno ai suoi concerti di norma, e cosa aggiungerebbe ora per invitarlo a tornare...
Elmo
: Vieni anche se non lo sai siamo il tuo gruppo preferito e sarà bello, ti daremo sensazioni così forti riusciraii neanche a capire, ma non preoccuparti, te le spiegherà Ambra domani. (grazie... che carini)
Daniele:
Promesse? Diciamo una grossa scarica di energia! Per farlo tornare? ...beh ... ci sono i ballerini!!
Sono davvero bravi..


Ognuno di voi è di apporto fondamentale alla band e si sente quando suonate, l’individualità si coglie anche se vi amalgamate molto bene... cosa apporta oguno di voi al progetto inferno:
Elmo
: A mio avviso ognuno di noi ha una parte fondamentale nel gruppo. Musicalmente la creatività, l’idea, parte da Carletto o in seconda battuta da Syd, ma la maggior parte dei nostri pezzi sono opere mandate avanti a più mani. Daniele (metodo) ed io essendo la sessione ritmica curiamo prevalentemente quello (la cadenza, il ritmo per capirci…) pur essendoci alcuni pezzi (Notturno Isterico in primis, anzi in ultimis) nati proprio dalla sessione ritmica (anche se una buona parte del testo esisteva già e forniva molti spunti).
Per quello che riguarda i rapporti umani il discorso è comunque simile.
Daniele è il metodico, come ti dicevo prima, infaticabile rompicoglioni del gruppo.
Come tutte le persone che trovano pace solo nel far mille cose addita gli altri (Syd escluso) come nulla facenti.
Syd come ti dicevo, si salva dalle ire di Daniele in quanto, sinceramente, insieme a Daniele è quello che si sbatte di più per il gruppo.
Daniele allo stesso tempo non si salva dalle ire di nessuno ed è quello che di più blocca la fase creativa proprio per il uso continuo ammorbare il gruppo per la sua continua immolazione per esso.
Musicalmente siamo semplicemente complementari, ognuno ha bisogno dell’altro per fare ciò che piace a noi, nonostante screzi e malumori, ma se non ci fossero che suoneremmo a fare?

Daniele
: Quando tutto funziona è come una ruota che gira....non si vedono i raggi!
Altrimenti è un gran casino..


L’inferno di Orfeo sono:

Syd (voce, percussioni, parole) ; Daniele Elmo (basso); Carlo -Carletto- Lodico (chitarre); Daniele Manassero (batteria e metodo)

E li trovate qui: http://www.myspace.com/linfernodior...




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