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Cuba alla prova della democrazia

Parlare di Cuba, l'isola che mi ha rapito il cuore, è un piacere che ogni tanto mi concedo. Anche perché non c'è isola più nota alle cronache e più misconosciuta, almeno dalle nostre parti.

Ogni volta che qualcuno la nomina, ci vengono subito in mente Fidel, Guantanamo, oppure le spiagge bianche ed assolate di Varadero, Cayo Coco o i famosi sigari cubani, il cha cha cha, la rumba e la splendida musica suonata per le strade delle città.

Ma quello che non sappiamo è che quest'isola sta affrontando negli ultimi dieci anni una profonda trasformazione, di cui le prossime elezioni politiche dell'11 marzo 2018 sono solo una delle tappe.

La vita democratica di Cuba alla prova del voto

Nel momento in cui Donald Trump dichiara che la prigione di Guantanamo resterà aperta, Cuba si prepara a un momento molto importante nella sua vita democratica: le prossime elezioni politiche.

Vi siete stupiti, non è così? Sentite parlare di dittatura, regime. Ma l'11 marzo 2018 a Cuba si vota. Vediamo cosa significa.

Si eleggerà la nuova Assemblea Nazionale del Potere Popolare, che si rinnoverà per più della metà dei suoi componenti.

L'Assemblea Nazionale ha un ruolo particolarmente importante, perché a sua volta elegge il Presidente della Repubblica di Cuba, incarico oggi ricoperto da Raul Castro.

La novità è che non sarà più Raul Castro a ricoprire questo importante incarico. Lo ha ammesso lui stesso, annunciandolo all'ultimo congresso del Partito Comunista Cubano, nel dicembre 2017.

La conveniencia de limitar a dos términos de cinco años el ejercicio de los principales cargos de la nación

Fonte: Celag

A chi lascia il testimone Raul?

Anche se l'assemblea sarà quasi totalmente rinnovata, e questo è sempre un bene per la democrazia, è probabile che la discussione non sia tra nomi della nomenclatura, ma tra differenti visioni politiche a proposito della politica economica da attuare in Cuba.

È vero che si tratta anche di un rinnovamento generazionale, qualcosa di cui ho riflettuto durante il mio viaggio di studio a Cuba (trovi qualche indicazione a proposito qui).

A Cuba la Rivoluzione ha saputo costruire un avvicendamento di quadri che oggi ricoprono cariche importanti e che potrebbero prendere in mano il futuro, senza scossoni e soprattutto senza interferenze dall'esterno. Almeno apparentemente.

La questione più interessante è invece il dibattito che si sta aprendo in merito alle soluzioni economiche da adottare per rilanciare l'economia dell'isola.

A Cuba infatti si stanno facendo strada tre posizioni diverse, con idee diverse di come rispondere alle nuove sfide cui il paese si trova di fronte:

  1. statalisti
  2. economicisti
  3. autonomisti

ndr: La traduzione è mia

L'ultimo Piano economico introduce alcuni elementi molto significativi a proposito della direzione che sta prendendo l'economia di Cuba.

Ha aperto al mercato, cedendo sempre più spazio al settore privato, un tempo fortemente penalizzato. Ma ha mantenuto un forte controllo dell'economia.

Gli Statalisti

Sono coloro che considerano questa apertura temporanea, una tattica e non una strategia. Dunque prima o poi per questi ultimi queste concessioni dovranno finire o essere fortemente ridimensionate.

Filo sovietici, sono rappresentati soprattutto nel ceto burocratico del potere amministrativo e politico e nella società trovano consensi abbastanza trasversali tra le classi sociali e le età, anche se è innegabile che il consenso a questa linea arrivi soprattutto dalle persone più mature, che hanno paura di perdere i benefici sociali che la Rivoluzione ha determinato.

Gli economicisti

Rubo la definizione al sociologo Valdés Paz:

Stanno nel liberismo ma non se ne sono ancora accorti

Arguta, non trovate? La priorità per loro è generare ricchezza e allinearsi il più rapidamente possibile all'economia mondiale, così come la intendono gli Stati Uniti, anzi, meglio dire il Fondo Monetario Internazionale, che finanzia molti paesi per andare in questa direzione.

Com'è ovvio, il consenso a questa tesi sta nelle imprese private o i liberi professionisti. Ma trovano consenso anche in parte dell'intellighenzia e del potere militare, e tra la popolazione, che pensa che la ricetta economicista possa essere una buona soluzione per i problemi dell'economia cubana.

Gli anarchici, autonomisti

C'è un terzo macro gruppo di opinione che si colloca alla sinistra del Partito Comunista: la definizione è nuovamente di Valdés e ricomprende gli anarchici, libertari, comunitari.

Questo gruppo ideologico appoggia la riforma economica di Raul ma pensa che debba essere trasformata in una totale regressione del ruolo dello stato, per costruire un socialismo originario, un socialismo senza stato.

Trova seguito tra gli intellettuali ed è marginalizzato dal potere, a differenza degli altri due, anche se per ragioni diverse.

Il contesto sociale attuale

Cuba ha un tasso di speranza di vita più elevato di alcuni paesi del nord america, ma un tasso di natalità piuttosto basso.

Inoltre le migrazioni sono in aumento, ai livelli degli altri paesi poveri del sud america, e questo ha generato una riduzione della popolazione attiva e il suo invecchiamento.

Elementi che di sicuro avranno conseguenze sul voto che si svolgerà tra poco. Per contro la povertà estrema, quella che affetta molti stati evoluti europei, a Cuba praticamente non esiste, ma è in aumento la povertà relativa, ovvero l'accesso a quei beni considerati superflui che costituiscono gli stili di vita occidentali cui anche i cubano sono continuamente sollecitati.

Come sempre gli echi della propaganda mondiale arrivano anche a Cuba, come in ogni dove. Ma saranno ascoltati? Si potrà ancora parlare di una specificità di Cuba?
Come immaginate, il momento è delicato e parla al futuro.

Mi piace terminare con una dichiarazione di Fernando Ravsberg, giornalista uruguagio inviato della BBC a Cuba:

A chi chiede tra i cubani un paese "normale", rispondo che normale significa avere molta più povertà di oggi, pagare per potersi visitare da un medico e tante altre cose. Rispondo che se desiderano essere come l'Olanda, sono matti e hanno fumato troppo. Il paese "normale" che gli toccherà essere sarà simile alla Jamaica

Il futuro di Cuba c'è, ma occorre ancora costruirlo.

Avete un augurio speciale per Cuba? Cosa sapete di quest'isola?

Questo articolo è stato pubblicato qui

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