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Cosa ci danno gli immigrati? 1,5 miliardi l’anno e il 30% della nostra gioventù

Nel 2011 gli immigrati hanno pagato tasse e contributi per 13,3 miliardi di euro, mentre lo Stato ha speso per loro 11,9 miliardi. Il primo di tanti dati su cui riflettere.

 
Notizie drammatiche su fronte dell’immigrazione. Drammatiche per chi ha costruito le proprie fortune politiche, e non parlo solo delle moribonda Lega, sfruttando le paure ed i pregiudizi di tanti.

A fornirle è il Dossier immigrazione 2013 del centro studi Idos; centinaia di pagine di dati e tabelle, raccolti in collaborazione con l’Unar (Ufficio Nazionale Anti-discriminazioni Razziali) che raccontano di una presenza straniera nel nostro paese sempre più ampia, nonostante la crisi, e, soprattutto meglio inserita.

Immigrati che, prima di tutto, nel 2011 hanno rappresentato una saldo positivo netto di almeno un miliardo e mezzo l’anno per le casse dello stato; che non costano, alla faccia di certa propaganda, ma rendono.

Sono 5.186.000, secondo il Dossier, gli stranieri con un regolare permesso di soggiorno, tra lavoratori e loro congiunti, compresi i loro figli nati in Italia. Uomini e donne che lavorano, pagano le tasse, si sposano e, appunto, fanno bambini. Ottomila seicento, l’anno scorso, i matrimoni tra stranieri avvenuti in Italia (il 4,2% del totale) e ottantamila, pari al 14,9% di tutte le nascite, i figli nati da padre e madre immigrati. Stranieri che ovviamente conoscono italiani e magari si innamorano di loro; che con loro si sposano e fanno figli. Nel 2012 sono stati diciottomila, i matrimoni tra italiani e stranieri, pari allo 8,8% del totale. E 26.714 i figli nati da coppie miste, pari al 5% di tutte le nascite.

In un paese di vecchi, gli immigrati sono giovani. I minorenni extracomunitari, tra nati all’estero e da noi, sono oltre novecentomila, il 24,1% di quelli che compongono la nostra società. Se a questi si aggiungono gli almeno 250.000 minori con una cittadinanza comunitaria, risulta che è cittadino straniero il 30,8% di quello che se avessimo un minimo d’intelligenza dovremmo chiamare senz’altro i nostri ragazzi. Di quella che, piaccia o no, è la gioventù con cui il nostro paese dovrà costruire il proprio domani.

Giovani, gli extracomunitari, dunque pericolosi. Potenzialmente delinquenti. Un’altra colossale baggianata (abbiamo tutti gli indici di criminalità in ribasso, proprio mentre aumenta il numero degli immigrati) che il Dossier smaschera per tale: tra chi ha un permesso di soggiorno, la propensione al crimine è identica a quella che esiste tra italiani dello stesso sesso ed età. E tra gli irregolari non è troppo diversa, levati di torno i reati legati alla loro condizione.

Stranieri, che sono dai noi per restare; oltre due milioni, il 54.3% di loro, hanno infatti un permesso di soggiorno a tempo indeterminato. E che credono nell’Italia; che rischiano del proprio per aprire quasi mezzo milione di imprese, il 7,8% di quelle che operano nel nostro paese. Un problema, dunque, solo sulla bocca dei peggiori politicanti e per il razzismo degli ultimi tra noi. Una risorsa, invece, e lo possiamo dire numeri alla mano. Nella nostra sempre più sfiduciata società, gli unici, forse, che si ostinino a portare avanti il “sogno italiano” che è stato dei nostri nonni. Gente che era uscita dalla guerra come loro arrivano tra noi: senza soldi in tasca, con la fame addosso, ma pronti a piegare la schiena, tenendo gli occhi aperti sul futuro.

P.S. Ero su un treno diretto a Torino, in uno dei miei viaggi della speranza (di trovare un editore). Di fronte mi sedevano due ragazzi; uno di origine asiatiche, l’altro africane. Una scena inusuale, nel mio angolo di mondo; tanto che quando si sono messi a parlare tra loro, ovviamente in italiano, sono rimasto a bocca aperta... E da qualche parte, sono sicuro, padre Dante sorrideva.

 

Foto: Mauro/Flickr

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.40) 14 novembre 2013 11:53

    ma infatti nessuno mette in discussione gli immigrati che lavorano, ci mancherebbe. Se lavorano contribuiscono al buon andamento della società provvedendo alle spese e ai ricavi di tutti i consociati che compongono l’italia.
    D’altro canto, per motivi umanitari neanche uno dovrebbe prendersela ASSOLUTAMENTE con i rifugiati politici o chi scappa da guerre, ed è giusto e sacrosanto provvedee a loro finchè le situazioni non migliorino.
    Ma sugli zingari e i clandestini, perchè tenerceli?
    non lavorano, vivoono di espedienti, delinquono (e voglio vedere chi mi smentisce ora), perchè??
    Perchè dobbiamo noi italiani e tutti i contribuenti onesti e volenterosi accettare l’illegalità ?
    ecco, xchè i giornalisti "seri" non realizzano servizi del genere invece che mettere gli immigrati TUTTI nello stesso calderone x fare notizia?

    • Di (---.---.---.37) 14 novembre 2013 14:58

      La clandestinità: non è una condizione esistenziale, è conseguenza delle leggi di immigrazione del paese di destinazione. 

      Gli zingari: non è una condizione esistenziale, è un attributo dispregiativo, come grasso o magro, bello o brutto.
      e ti sei dimenticato gli Islamici: non è una condizione esistenziale, è un termine che si usa per far riferimento a coloro che si suppongono appartenenti all’ideologia dell’Islam.
      Clandestini-zingari-islamici-immigrati-rifugiati, e mettiamoci anche lavoratori, visto che hai nominato il lavoro come l’unico fattore che potrebbe restituire esistenza a degli attributi. 
      quindi i lavoratori sarebbero gli unici soggetti esistenti. anche se conducessero una vita pessima, sottopagata, sfruttata, precarizzata, per te andrebbe bene. basta chinare la testa e ricevere il battesimo del lavoro e si è felicemente italiani. e tu sei orgoglioso di considerarti semplicemente un lavoratore? non sei altro? non sei umbro, osco, etrusco, greco, clandestino, zingaro? non ti piacerebbe poter rendere conto della tua esistenza raccontando cosa c’è dietro a certi termini, raccontando la tua storia di immigrato, di zingaro, di islamico, di rifugiato, di clandestino, senza dover subire questa continua tipizzazione. 
      La parole hanno un peso e la loro mole diventa insopportabile quando sono imposte, quando tolgono la voce e la dignità. chiamami sporco negro, ma lasciami parlare, ascoltami, non usare questo termine per discriminarmi, per colonizzarmi, per impormi delle leggi repressive, altrimenti stai esercitando una pratica di razzismo, che ci impedirà di lottare assieme per alzare la testa.

  • Di (---.---.---.125) 14 novembre 2013 12:02

    Ma cos’è? Una barzelletta??
    M qui si offende il senso comune dell’intelligenza degli italiani.

    • Di (---.---.---.186) 14 novembre 2013 20:15

      Quale senso comune? quale intelligenza? quali italiani?...io sono italiano da generazioni e non solo non mi sento offeso, ma non considero affatto una barzelletta l’articolo, e concordo pienamente, anche col secondo commento, forse perchè conosco molti stranieri, giovani e non e non ho né paura, né difficoltà a interagire con chi non ha i miei tratti somatici e le mie origini tribali.

  • Di Daniel di Schuler (---.---.---.59) 14 novembre 2013 12:58
    Daniel di Schuler

    Stimo "il senso comune dell’intelligenza degli italiani" abbastanza da pensare che possa sopportare qualche numero senza offendersi troppo. 

    La ringrazio per avermi letto.

  • Di (---.---.---.76) 14 novembre 2013 23:24

    Scusa ma come si fa ad affermare che lo Stato ha speso per gli immigrati 11,9 miliardi? come si fa a calcolare questa cifra? Prendiamo ad esempio la spesa per la costruzione di strade, per l’illuminazione stradale, per le scuole, per gli ospedali, per il funzionamento della macchina burocratica: come si fa a scindere la spesa dello Stato in favore degli immigrati con quella dei non immigrati? non si puo’ vero? E allora stai a vedere che questi 11,9 miliardi sono soldi in più, che si sommano ai soldi spesi per tutti i cittadini senza distinzione. O mi sbaglio? sono proprio curioso di conoscere la composizione di questa cifra. Diego

  • Di (---.---.---.59) 15 novembre 2013 00:34

    E’ stata fatta l’ipotesi piu sfavorevole, spiega al relazione, stabilendo una spesa pro capite, comprendente tutto. Ipotesi più sfavorevole, perchè alcuni di questi servizi, vedi le strade,hanno un costo fisso, indipendente dalla presenza degli immigrati.

  • Di (---.---.---.20) 15 novembre 2013 12:04

    Passi per i soldi che incassa lo stato per i lavoratori, ma la "presunta baggianata del clandestino non delinquente" è assurdità. Le faccio un semplice paragone personale per smentirla. In tre anni da quando mi hanno aperto il campo Rom dietro casa mi hanno svaligiato per due volte casa (con danni per circa 6.000 euro) e per altrettante volte mi hanno rubato il portafoglio (con tanto di documenti). Inoltre il mio immobile risulta svalutato per la loro presenza e per le continue esalazioni di gomma e plastica bruciata con cui inquinano il territorio. Negli anni precedenti da quando ho memoria non mi è mai accaduto nulla del genere. Inoltre le vorrei far notare che le carceri sono piene per metà di italiani e per metà di immigrati, ma la metà della popolazione italiana non è mica composta da loro...

    • Di (---.---.---.32) 16 novembre 2013 21:20

      Secondo me non metti a fuoco la reale causa del problema: non è la diversa nazionalità, ma il fatto che si siano installati dei delinquenti nei paraggi della tua abitazione ad averti creato quei fastidi. Delinquenti, qualsiasi sia l’etnia cui appartengono.


      Io e la mia famiglia abbiamo subito, nell’arco della mia vita, diversi reati: dall’auto allo scasso in casa, allo scippo alla rapina. Più varie intimidazioni. Mai e dico MAI ad opera di extracomunitari, chi ci ha aggredito era italiano come me e te. Ho anzi visto extracomunitari vessati da italiani.

      Nessuno nega che ci siano extracomunitari delinquenti sul suolo italiano, ma bisognerebbe anche valutare quanti siano rispetto al totale e quanti di loro invece subiscono angherie di vario genere da nostri connazionali.

      Il fatto che le carceri siano piene a metà di extracomunitari dipende da scelte politiche, cioè quelle di rendere più complicata o lunga la condanna per reati tipo colletti bianchi e facile e immediata la carcerazione per reati di tipo diverso, tipo spaccio o furtarello. Ovvio che se gli extracomunitari non sono nelle condizioni di poter accedere a lavori di concetto, e magari sono anche laureati, è molto diffiicle che compiano lavori da colletto bianco. Così come è molto probabile che delinquano, visto che non gli è permesso di lavorare e vivere in modo civile in Italia ma vengono sfruttati da italiani senza scrupoli o ingaggiati come manovalanza nelle file della malavita.

      Le carceri non sono lo specchio dei delinquenti del nostro paese, ma di quelli che hanno avuto una condanna in carcere o ci sono andati preventivamente. I poveri vanno in carcere, gli emarginati vanno in carcere, i ricchi no.
  • Di Daniel di Schuler (---.---.---.59) 15 novembre 2013 12:15
    Daniel di Schuler

    Ripeto. Abbiamo tutti gli indici di criminalità in ribasso, mentre l’immigrazione aumenta. L’anno scorso, per dare un dato, è stato quello con meno omicidi dall’Unità d’Italia. Un secolo fa, nella serena e pacifica italia dei nostri nonni, gli omicidi erano dieci volte (sì, dieci) più numerosi. Le carceri sono pienedi extracomunitari? Vero. E per quali reati? E soprattutto, a parità di reato, quante possibilità ha uno straniero di finire in carcere e quante un italiano? 

  • Di (---.---.---.210) 15 novembre 2013 16:57

    Daniel, non é raccontando che i Rom lavorano il ferro battuto che sconfiggi il razzismo.


    Che i Rom abbiano - mediamente - poco senso civico e siano - mediamente - inclini a compiere reati di varia natura é assolutamente sotto gli occhi di tutti. Poi sicuramente ci saranno anche dei Rom onestissimi e gran lavoratori, non lo metto in dubbio. Ma quanti sono?

    Sul discorso delle carceri sono d’accordo con te, la statistica é falsata. La storia ci insegna che se sei italiano a parità di reato é piu’ difficile che vai in galera. Se poi sei ricco e famoso é addirittura impossibile andarci (Sallusti ha fatto di tutto per andarci ma non l’hanno voluto, la Ligresti si trovava male e l’hanno scarcerata).

    Pero’ anche le statistiche che citi tu sono assolutamente di parte e quando chiedo di chiarire (come sono calcolati gli 11,9 miliardi) non rispondi. 
  • Di Daniel di Schuler (---.---.---.59) 15 novembre 2013 18:35
    Daniel di Schuler

    Le statistiche sulla criminalità le fornisce il ministero degli Interni. Che i valtellinesi siano tutti contrabbandieri e passino il tempo ad accoltellarsi tra loro, quando non ad assalire i probi cittadini, era cosa talmente notoria, nel milanese, che non era neppure il caso di cercare di convincere qualcuno del contrario. Da valtellinese ho dovuto aspettare che chi aveva questa convinzione morisse di morte naturale, prima di non sentirmelo ripetere (da qualche parte a metà anni novanta). Sono vivi, anche se fortunatamente non proprio giovani, quelli che cose del tutto simili pensano di siciliani e calabresi.E non si creda che i veneti godessero di reputazione molto migliore. Quanto ai Rom,non mi risulta siano, per la grandissima maggioranza, extracomunitari. Molti sono cittadini italiani, e da generazioni; molti altri sono cittadini comunitari. Quanto alla spesa per gli extracomunitari, gli 11,9 miliardi sono tutto quanto lo stato ha speso a loro favore, ripartendo in quota pro capite anche i servizi prestati a tutti. Dalla stessa relazione emerge che le spese per la "gestione delle emergenze", dai centri di accoglienza alle espulsioni, si sono aggirate attorno al miliardo nell’arco si sei anni; tra il 2005 e il 2011.

  • Di (---.---.---.48) 15 novembre 2013 23:53

    Se vivi in italia dovresti rispettare le leggi italiane ed integrarti, invece di piangere usando la ’racecard’ (l’utente prima di te ha citato solo gli zingari, che effetivamente non lavorano, sei tu che hai messo altri ingredienti nel calderone).

    A me, di che colore è la tua pelle, non me ne frega una ceppa.
  • Di (---.---.---.22) 17 novembre 2013 11:43

    succede solo in italy, falso perbeniscmo e moralisti a go-go.

    la facciata é ciò che conta, l’occhio sociale comanda. patetico essere, l’italiano medio.

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