Corrida, tradizione storica o barbarie?
Di ritorno da un viaggio nella stupenda Andalusia c’è una questione su cui vorrei porre l’attenzione, questione a cui non sono ancora riuscito a dare una risposta:
“La corrida è una tradizione storica, e come tale patrimonio culturale, o un’inutile barbarie?”
La tauromachia ha origini antichissime, abbiamo reperti che ne indicano la pratica già nel primo millennio a.c; l’uomo si è confrontato in molte culture con il toro, animale poderoso, per misurare la sua forza e per dimostrare il coraggio nell’affrontare un essere imponente.
Nel corso dei secoli la tauromachia ha assunto forme diverse ed in verità non sempre cruente, ma oggi la forma più nota di questa attività è la Corrida, praticata in special modo in Spagna.
Il Torero in Spagna è una figura su cui si riversa un grande rispetto e se molto bravo può accumulare fortune ragguardevoli. Ci sono addirittura famiglie di toreri, rispettate ed ammirate. Indiscutibilmente la Corrida ha un certo valore tradizionale come stanno a testimoniare alcuni musei, come quello di Ronda, dedicati a questa tradizione. La Corrida ha caratterizzato il passato della Spagna quindi è parte della Storia di questo Paese.
La questione è se sia ancora opportuno praticare questa attività o se sia il caso di ricordarla semplicemente come una vecchia tradizione.
Certamente i più incalliti appassionati di tauromachia diranno che la Corrida è patrimonio culturale e che come tale debba essere perpetrata e tramandata ai posteri come una preziosa manifestazione. I sostenitori solitamente asseriscono che i tori scelti per la Corrida vivono circa 4 anni in una condizione eccellente, migliore di quella dei bovini destinati al macello.
Privo di ogni pregiudizio ho visitato la plaza de toros di Ronda con attenzione, ho letto alcuni interventi sul perché la corrida dovrebbe essere un’importante tradizione storica ed infine mi sono deciso a seguire in televisione alcune sfide tra toro e torero.
Ebbene ho visto un toro entrare furioso, anche a ragione, sulla plaza de toros ed incornare alla testa con un salto il malcapitato torero che è immediatamente caduto a terra incosciente. Ho poi visto il medesimo toro trafitto da 4 coppie di banderillas in modo da indebolire i potenti muscoli del collo dell’animale. In seguito è entrato un altro torero che per poco non è stato incornato a sua volta dal furioso animale, poi il torero ha cercato svariate volte di trafiggere l’animale con la spada riuscendoci solo parzialmente. Infine il toro straziato è stato trafitto con l’intera spada ma non è caduto a terra ed è stato finito con uno spadino da un ultimo torero.
In conclusione uno spettacolo allucinante, almeno ai miei occhi, una vera e propria carneficina.
I miei dubbi sull’opportunità di continuare a praticare la tauromachia all’inizio del terzo millennio sono divenuti molto forti, sento una profonda ed insanabile spaccatura tra la richiesta di chi vuole perpetrare questa tradizione e chi ritiene che sia solo un’atrocità.
Concludendo non mi sento di dare una risposta oggettiva alla domanda “Corrida, tradizione storica o barbarie?”, mentre la mia personale opinione è che non abbia più alcun senso confrontarsi con un toro e straziarlo per soddisfare le bramosie di un sempre più ristretto pubblico pagante.
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