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Cinecittà: lavoratori occupano e Abete va in ferie

Da un mese ormai, dal 4 luglio, i lavoratori di Cinecittà occupano gli studi cinematografici più famosi del mondo. Abbiamo parlato di loro in “Lavoro, chi lotta a Ferragosto” perché la loro occupazione è destinata ad andare avanti ancora un po’. Il perché ce lo spiegano loro, gli occupanti, che ci scrivono:

“I Lavoratori di Cinecittà Studios ringraziano il Prefetto di Roma Pecoraro per il tentativo di apertura di un tavolo di confronto. Le premesse del Prefetto, sollecitato dallo stesso Abete dopo la sua conferenza stampa presso la Casa del Cinema, erano accettabili: una convocazione che doveva svilupparsi in tempi rapidi sospendendo le ostilità. Non crediamo che per tempi rapidi si possa intendere il 30 agosto visto che ora il Presidente Abete è in ferie in Corsica, e certamente non dimostra sensibilità e rispetto nei confronti dei suoi dipendenti, che attendono da un mese di confrontarsi con lui. Al suo rientro sarà il Prefetto ad andare in ferie e a non essere presente. I lavoratori continueranno ad attendere pazientemente, sotto il sole, il 30 di agosto”.

Quando la Fornero, e altri come lei, ci dicono che gli imprenditori non sono certo dei mostri pronti a licenziare chiunque, sono episodi come questo che vogliamo ricordare. Una leggerezza che costa molto ai lavoratori: un altro mese, due, di attesa sulle proprie sorti. Leggerezza, se non aperta ostilità: lo stesso Abete nei giorni scorsi ha dichiarato che se non finisce l’occupazione procederà ai licenziamenti. Ma manifestare è un diritto. E cosa chiedono, poi, di così impossibile i lavoratori a Cinecittà? Solo sapere esattamente in cosa consiste il piano industriale, in particolare sui licenziamenti, che rischiano di essere mascherati con cessioni e trasferimenti come spiegano bene i lavoratori sul loro sito.

L’attesa di Abete a confrontarsi coi lavoratori non può che indurci a pensare che abbiano ragione gli occupanti. Se il Direttore aveva tanta fretta da minacciare i licenziamenti, ci chiediamo perché non abbia sacrificato un giorno delle ferie per partecipare a questo tavolo del Prefetto.

di Michele Azzu | @micheleazzu

Nella foto: Luigi Abete, a destra, ride con un suo amico (foto da Dagospia)

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.56) 7 agosto 2012 14:17

    I Marchionne de noantri e le corna al paese

    Interessante link che riguarda anche Luigi Abete, presidente anche della Bnl :


  • Di (---.---.---.56) 7 agosto 2012 14:20

    I “Marchionne de noantri” e le “corna al paese”

    “C’hai le corna al paese e vorresti venì a fà er bullo a Roma?”

    Storicamente, era questa la classica frase che i “coatti” romani rivolgevano ai malandrini arrivati nella capitale e provenienti dalla provincia.

    Come dire, non puoi permetterti di fare il “bullo” se a casa tua non hai tutte le cose a posto.

    La stessa cosa si potrebbe dire dell’impostazione “marchionnista” che, sia pure con alcuni momenti di “ritirata strategica”, ha ormai preso piede in Bnl da qualche anno.

    E della quale certamente si sono fatti interpreti principali quella specie di “truppa d’occupazione” ex Unicredit/Banca di Roma ( ma anche, in altri ambienti, quella rappresentata dagli ex Accenture)giunti in Bnl al seguito del duo Gallia/Pandolfini.

    Lungi da noi l’elogio del Marchionne vero che peraltro, in sede giudiziaria con la Fiom ma soprattutto sul terreno delle vendite di prodotto, sta mostrando tutto il suo “bluff”, che poi non si discosta granchè dalla linea strategica storica della Fiat “mettere in tasca gli utili e socializzare le perdite”, in auge sin dai tempi dell’Avvocato.

    Ma Marchionne, nelle sue infamie favorite da una casta politica impresentabile e da un sindacato a dire poco appecoronato, ha però potuto mostrare almeno all’esterno una struttura aziendale coesa, che regge, tutta schierata come un sol uomo dietro di lui e soprattutto senza dare l’impressione di particolari “scheletri nell’armadio” che possano venire fuori da un momento all’altro.

    Tutto questo applicato al mondo del credito ( basti pensare ai problemi giudiziari di Profumo e di altri, compreso il ministro/banchiere Passera) ed in particolare in Bnl ( nonostante una classe politico/sindacale ancora più subalterna ed a volte corrotta di quella dei “sindacati gialli” della Fiat ) diventa una commedia tragi-comica.

    Una commedia che mostra ormai un Presidente che della Bnl praticamente se ne frega, al punto di giocare per ore cogli sms ( non sappiamo se scambiati con la giovin fidanzata o col suo socio “scarparo” o con chi altri) persino durante gli incontri con i sindacati Bnl.

    Che, dopo tanti anni di sostanziale riserbo, è ormai invece protagonista assoluto del “gossip romano” e delle sue feste “cafonal”,con tanto di continua pubblicazione di sue foto patetiche e francamente imbarazzanti, al quale si attribuiscono mire politiche rispetto al Campidoglio ed anche riunioni para-partitiche in questo senso nei locali Bnl ed a spese della stessa banca, che, in una delle tante sue vesti di privato imprenditore, minaccia a mezzo stampa come un “bullo di provincia” i lavoratori di Cinecittà rifiutando invece la normale trattativa/dialettica sindacale e che “concede” in questo senso auto-celebrative interviste/marchetta all’Agi, cioè all’agenzia di stampa di cui la sua famiglia è proprietaria, che approfitta addirittura di conferenze-stampa nella qualità di Presidente della Bnl per fare pubblicità gratuita alle avventure ferroviarie del suo socio “scarparo” etc etc etc.

    Ma fosse solo questo, e non è poco,l’effetto sarebbe solo una oggettiva distrazione da Bnl da parte di chi, innegabilmente, negli anni scorsi si era dimostrato in azienda un elemento di equilibrio rispetto alle follie ultraliberiste di altra parte della dirigenza.

    Ma vogliamo parlare poi di un Amministratore delegato del quale in molti parlano di un imminente passaggio a Banca Intesa, senza che vi siano state particolari smentite in questo senso e prefigurando quindi anche in questo caso un’altra oggettiva “distrazione” da Bnl ? E che realisticamente, se la cosa avesse seguito, si porterebbe dietro, come ha sempre fatto, parte significativa del suo staff ristretto, Direttore delle Risorse Umane compreso, esempio classico del peggior “mercenario”, già andato via da Bnl e poi tornato insieme alla citata“truppa occupante” degli ex Geronzi-Boys ?

    Il quale ha poi generato una impresentabile rete di “gestori risorse umane” quasi sempre ridotti a semplici passacarte, ma a volte “gratificati” ( si fa per dire ma è evidente che per alcuni la pratica è persino “arrapante” ) dal compito di ritirare i tesserini ai colleghi licenziati.

    Insomma, in questa grande e complessiva “distrazione” del top management Bnl e della quale la proprietà francese farebbe bene a rendersi conto, poi può veramente succedere di tutto e in effetti, veramente di tutto sta succedendo.

    La allucinante strategia dei provvedimenti disciplinari a pioggia e dei licenziamenti, individuali ed in un caso anche collettivi, facili, che poi spesso e volentieri vengono annullati dalla magistratura ed allora si tenta talvolta anche la mossa disperata delle “prove falsificate” presentate in Tribunale, con annessa gravissima denuncia penale a carico del “distratto” Presidente in quanto formale “rappresentante legale” della Banca.

    Licenziamenti che peraltro hanno portato anche a pesanti reazioni politiche esterne ( ed altre ne arriveranno dopo la classica pausa estiva) che contribuiscono giustamente a sputtanare l’immagine della Bnl e, almeno dove il sindacato aziendale non è quasi del tutto subalterno e/o corrotto, hanno portato anche a scioperi dei lavoratori Bnl come è avvenuto a fine Luglio in alcune zone del Piemonte.

    Un “marchionnismo de noantri”, feroce ma a tratti anche patetico, ed oltretutto praticato da “bulli” pieni di “corna al paese” e quindi molto molto vulnerabili sul piano dell’immagine sia aziendale che anche strettamente personale.

    E le “corna al paese” sono veramente tante, dalle solite “facilitazioni” clientelari alla “casta politicante” – allucinanti, in termine di immagine aziendale, i ripetuti scandali che hanno caratterizzato in brevissimo tempo la gestione dello sportello Bnl presso il Senato, con ricadute mediatiche notevoli, anche se si è sempre cercato di sminuire o addirittura di attribuire ( ma de che ?) un ruolo “moralizzatore”e di denuncia ( fatta solo quando i fatti già stavano sui media)alla Bnl medesima – fino alla reiterata abitudine, cominciata nell’era Calderano ma ancora in auge, di inventarsi conti “farlocchi”, all’insaputa dei malcapitati clienti, per gonfiare le statistiche in occasione dell’apertura di nuovi sportelli o delle statistiche sempre regolarmente gonfiate ad arte ( previa poi restituzione ai soli clienti che protestano) con migliaia di piccoli addebiti senza autorizzazione in occasione delle giornate di Telethon.

    E ,a completare il quadro( ma solo per il momento, non tutte le “corna al paese” sono così evidenti come quelle citate ma ulteriori indicazioni cominciano ad arrivarci da molti colleghi schifati), l’incredibile vicenda dei “concorsi falsi” per i quali sono stati truffati circa mille giovani precari e disoccupati del centro-sud, concorsi falsi che però sono avvenuti per oltre un anno, con partecipazione di anche 70 concorrenti per volta, in gran parte all’interno di locali Bnl ( soprattutto la sede “blindatissima” dell’Area Lazio/Sardegna sita in Piazza Albania, Roma) senza che la Bnl se ne accorgesse minimamente e che venivano pubblicizzati in alcuni giornali specializzati in concorsi, con tanto di locandine affisse fuori dalle edicole, senza che nemmeno questo particolare fosse notato dalla Bnl e dal suo “professionale” Ufficio Stampa.

    Insomma, le “corna al paese” sono così tante e ben diffuse da rendere assolutamente non credibile qualsiasi atteggiamento da “Marchionne de noantri” dell’attuale dirigenza Bnl.

    E, in tutta franchezza, non si capisce perché la sacrosanta “mannaia” di origine rivoluzionaria proprio transalpina, non sia ancora arrivata a colpire una situazione veramente da “basso impero” come quella descritta.

    Di odio generale per le banche, in questa situazione di gravissima crisi economica, ce né già tanto e ben diffuso in sé che sicuramente non sarebbe il caso di alimentarlo anche tra gli stessi lavoratori con i comportamenti irresponsabili ed indecenti di chi attualmente dirige la Bnl.

    Noi, in ogni caso, continueremo, dentro e fuori Bnl, nella puntuale opera di informazione e controinformazione rispetto a questa gravissima situazione.

    Come diceva l’ottimo Sandro Pertini, “a brigante, brigante e mezzo, anzi due !”

    Se poi si svegliasse anche qualche sindacato o qualche singolo sindacalista, di quelli che non percepiscono ad ogni fine luglio da Bnl il “contributo vacanze di lusso”, non sarebbe male.

    InfoAut Bnl Redazione

    5 Agosto 2012

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