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 Home page > Attualità > Cultura > Chiude la libreria Babele di Milano: parla l’ultimo proprietario

Chiude la libreria Babele di Milano: parla l’ultimo proprietario


Le vetrine della Babele di Milano, oscurate. Nov. ’08 Fonte: Giovanni Dall’Orto

Rolando Canzano
, l’ultimo proprietario della Libreria Babele di Milano, subentrato alla morte di Gianni Delle Foglie, ha rilasciato questa dichiarazione al mio blog in forma di commento lungo a questo post.

Nel frattempo, la notizia della chiusura della libreria ha finalmente interessato anche i media GLBT italiani, con un articolo di gay.it a firma di Daniele Nardini e un editoriale di Alessio De Giorgi, che naturalmente dimenticano di citare questo blog come fonte della notizia. Pazienza, la cosa essenziale è che l’ambiente gay di Milano di destasse dal suo sonno e cominciasse ad affrontare la notizia. Ottimi invece gli articoli di vari blog GLBT, tra cui segnalo solo quello di UneBelleHistoire, perché ognuno c’ha le sue preferenze. Anzi no, segnalo anche QueerBlog, che poi è lo stesso post di UBH, corredato dal fondamentale commento di Paolo Ferigo del CIG Arcigay di Milano.

Da dopo il mio post, ora avete anche il punto di vista integrale di Giovanni Dall’Orto, ex direttore di Pride (mensile gay con base a Milano, a due passi dalla ex Babele), che avevo interpellato non riuscendo a contattare più Rolando.

E ora, parla Rolando:

Ciao a tutti,
sono Rolando, uno degli ex proprietari della libreria Babele. Prima di tutto voglio chiedere scusa a tutti per questo silenzio, anche se non voluto. In realtà avevamo comunicato la chiusura della Babele ad alcune testate GLBT ma a quanto pare l’interesse per il duro lavoro che abbiamo (felicemente) affrontato non ha il peso che (non?) si merita! Ho lavorato con Gianni per 3 anni e lui stesso ha scelto me per proseguire l’attività; certamente non ero il miglior offerente, ma ha preferito affidarmi questa enorme responsabilità per via di una fiducia esemplare che aveva nei miei riguardi. Dopo il suo lascito, Babele era cresciuta, sia economicamente che "strutturalmente": l’avviamento di concetti come la produzione video sotto il marchio Babele Movie (3 produzioni in un anno) e l’editoria come Babele Books....esperimenti riusciti, anche all’estero. Un sogno realizzato e che Gianni avrebbe condiviso...Invece...Babele chiude!
Leggende metropolitane girano attorno all’accaduto.

Sono qui per spiegarvi:


come forse molti non sapranno, acquistai la libreria insieme al mio compagno; un progetto di vita non indifferente. Mentre lui operava dietro alle quinte della Babele, si occupava e si occupa tutt’ora, di un altro lavoro. Lavoro, che ahimè, ci ha portato a decidere del nostro futuro. Un futuro nei lidi di Barcellona. Dovevo scegliere: la Babele o la mia vita privata (che ormai dura da 4 anni)! Considerando poi che il nostro lavoro era pari a 100 in quanto a sforzo e creatività e il ricavo era nemmeno la metà, la decisione fu facile ma sofferta...seguo il mio compagno!

Il passo seguente era quello di affidare la Babele a qualcuno. Si presenta l’ARCI [Gay Milano, CIG, ndAdF] a spron battuto... stanca di avere l’immagine da "TESSERA PER LE SAUNE" hanno pensato bene di dare una bella copertina al loro libro decisamente non troppo esaltante. Dopo giorni di telefonate, accordi e tempo perso rincorrendo qualcuno che ci doveva delle risposte, il CIG decide di entrare in affari.

Agosto è il mese da loro indicato, perchè piuttosto tranquillo per il training dei giovani virgulti! Poi si accorgono che l’ARCI essendo associazione ONLUS non può aprire una attività a scopo di lucro (e il BORGO che è? mah!)...quindi devono trovare un escamotage per raggirare la questione. Passa un mese di silenzio, e si rifanno vivi, dichiarando che il problema è stato risolto. Bene! Anzi...male! Il periodo di apertura slitta a settembre....niente da fare...non ci si riesce proprio! Che accade? Sicuri dell’ingresso del CIG abbiamo la malaugurata idea di non pagare l’affitto per un paio di mesi ( non ci aspettavamo tutti questi ritardi considerando i loro "non preoccupatevi, ci saremo!") e considerando che la società che ci affittava l’immobile non ama particolarmente i GAY, hanno deciso di buttarci fuori! Comunichiamo il tutto a chi di dovere e come risposta riceviamo un secco: "Allora le cose cambiano"! Per concludere, la ricca ARCIGAY ha pensato bene di offrirci una manciata di euro per acquisire il marchio (da noi registrato) e tutto il Know How (sito, catalogo, contatti, mailing list, etc.).

Abbiamo ovviamente rifiutato e di conseguenza abbiamo cercato di spargere la voce tra quelli che dovrebbero contare nella comunità gay. Risposta? Nada de nada! Abbandonati a noi stessi. Ora abbiamo qualche richiesta da parte di alcuni privati che vorrebbero riaprire la libreria nei pressi di Corso Buenos Aires, ma è ancora tutto da confermare. Se qualcuno di voi fosse interessato, le trattative sono ancora aperte e siamo disponibili a dare tutte le informazioni del caso! Ringrazio anticipatamente Sciltian per l’amorevole interesse e tutti voi per l’affetto!
Scusate ancora.
Rolando
per contatti:
libreriababele[at]hotmail.it
Scusate gli eventuali errori...ho scritto il tutto di getto.
PS
Ovviamente la mia NON vuole essere una crociata ANTI ARCI.

Nota di AdF: naturalmente se gli amici dell’Arci Gay Milano vogliono scrivere un pezzo di risposta o semplicemente dare il loro punto di vista, non hanno che da contattarmi.

A me rimane lo scandalo: ha chiuso il più importante luogo di cultura GLBT italiano nel silenzio generale. Come è possibile che tra il 1° settembre e il giorno in cui io ho pubblicato il mio primo post, quasi due mesi dopo, nessun giornalista di Gay.it o di altro media gay con base a Milano non si sia reso conto che la Babele era chiusa? Ecco cosa significa fare il giornalista da dietro uno schermo di computer e senza mai uscire per strada. Per lo meno, cari colleghi, abbiate la decenza di citare la fonte delle vostre conoscenze virtuali.

Commenti all'articolo

  • Di antonio di giacomo (---.---.---.136) 21 dicembre 2008 19:35

    Mi piacerebbe poter pensare che  un domani non troppo lontano le Babele possano risorgere
    in tutte le città italiane, magari in un quartiere gay friendly sull’impronta delle librerie-artcafè che stanno sorgendo dappertutto (si veda, per esempio, come si è sviluppata la vecchia libreria bibli di trastevere a  roma www.bibli.it) E allora vi prego diamoci da fare tutti quanti, ma non andiamo ad elemosinare sempre i soldi allo Stato. Dimostriamo di essere finalmente questa potente lobby di cui tutti parlano e di sapercela cavare da soli ! Dimostriamolo soprattutto in un momento come questo in cui la quasi totalità dei luoghi di aggregazione per omosessuali, sono pressochè omologati e rispondono soltanto alla domanda di sesso, proprio perchè "tira" sempre e procura facile guadagno. Però sappiamo bene che l’emancipazione sociale degli omosessuali non passa attraverso questi luoghi di emarginazione sociale ma  attraverso la diffusione e la conoscenza della nostra cultura. E allora…. prima di chiudere le librerie gay nel nostro Paese pensiamo a  riempire le dark room di libri !

    Antonio Di Giacomo
    Roma

     

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