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Chavez: il socialismo del secolo XXI vs potere, inganno e manipolazioni

I più importanti media internazionali, danno risalto alla notizia sulla morte del presidente Venezuelano Hugo Chavez. Uomo carismatico, diretto e determinato che all'ora di attaccare i suoi nemici, qualsiasi fosse il loro potere, optava per un verbo tenace usato con perspicacia; quando si doveva mettere freno l'ipocrisia, falsità, cinismo e doppia morale di molti interlocutori nazionali e stranieri.

Che si trattasse di un contadino, il re di spagna, la banca mondiale, politici oligarchi nord americani non contava molto; la questione era definire la circostanza con il suo vero nome. In questi giorni la stampa mondiale punta il suo sguardo verso il Venezuela.

I giornalisti canaglia appartenenti alle diverse lobby dominanti, colgono la situazione e con savoir faire, si compiacciono nel dare risalto allo scoop sulla morte di Chavez, distillano sui network, blog e reti sociali, paragrafi, aggettivi e sensazionali titoli, che non nascondono la loro compiacenza di rendere banale o completamente negativo l'operato di colui che ha avuto il coraggio di togliere la maschera e dare visibilità al volto nefasto e crudele del sistema responsabile della crisi, che domina la popolazione americana e del Vecchio Continente. Un ordine trasnazionale imposto su paesi con tante risorse da sfruttare, ironicamente denominati "Terzo mondo".

L'emporio corporativo nemico del processo socialista, unitamente ai suoi adulatori, non perdonano l'audacia di questo meticcio anti imperialista di umili origini, che ha risvegliato il desiderio latinoamericano di unione, lotta e seconda indipendenza economica, dalla oppressione post colonialista, dal FMI, dalla costante manipolazione gringo-americana, dallo sfruttamento delle trasnazionali europee e giapponesi, e dai gruppi industriali che da decenni dominavano imperturbati il territorio continentale di Bolivar.

Fra i titoli delle testate internazionali ritroviamo quelli più tenui come il Washington Post, New York Times, Los Angeles Times e CNN. Altri cinici, banali e ripetitivi come le testate acerrime nemiche del processo che hanno perso direttamente o indirettamente investimenti nella zona fra cui: Le Figaro, Le Monde, ABC, EL PAIS, Corriere della Sera, Il Messaggero, la Repubblica. Qualcun'altra fuori contesto e priva si sostanza come le pagine Giapponesi di YOMURI E NIKKEI.

Da sempre i media della destra parlano male del Venezuela, si critica la rivoluzione per un motivo, ulteriormente per un altro; l'obiettivo è degradare, criticare e abbassare i costi di acquisto per facilitare la possibilità di assoggettamento del loro oggetto desiderato. I super investitori volevano e vogliono controllare questo territorio a tutti costi, chi sa perché?

Forse perché si tratta della nazione con la riserva energetica petrolifera più grande del pianeta, il 51% del totale globale confermato di crudo pesante (basta dire che un pieno di benzina super, costa ai cittadini 70 centesimi di euro) .

Attualmente l'amministratore delle risorse è lo Stato, attraverso PDVSA, terzo gruppo petrolifero nel mondo. Questo affascinante territorio possiede una spropositata ricchezza e varietà di risorse naturali capaci di sostenere la sua piena indipendenza, grazie alla quantità di giacimenti petroliferi, di gas e carbone, senza dimenticare il potenziale idroelettrico, abbondanza di minerali di grosso valore economico e strategico come oro, ferro o alluminio. Sufficienti risorse d'acqua potabile in superficie e sotterranea e terra fertile, di utilità agroindustriale e forestale.

Come se non bastasse i meravigliosi scenari paesaggistici: isole, mare, fiumi, popolazioni indigene e foresta amazzonica di promozione turistica internazionale, tolgono il respiro a chi li osserva. In aggiunta a tutto questo si sommano altre risorse, rinnovabili, non rinnovabili e convenzionali, che si trovano nel sottosuolo ancora inesplorato e da sfruttare.

Il territorio venezuelano resta il mitico "EL DORADO" nelle memorie dei conquistatori spagnoli, dei corsari inglesi, pirati olandesi e francesi, ma anche della sofferente economia mondiale, rappresenta una delle poche nazioni al mondo con tanti singolari vantaggi.

Chavez è riuscito ad esorcizzare lo spauracchio del Fondo Monetario Internazionale, dissolvere la presenza Usa negli affari interni e nelle transazioni poco favorevoli agli interessi dei territori partners del Alba & Unasur. Ha controllato le finanze del suo paese, per trasformarle in missioni sociali a favore dei diseredati e poveri, non solo del Venezuela, ma anche del resto del Sudamerica, in alcune deboli repubbliche dell’ Africa, e nei quartieri ispanici o neri di Los Angeles, Dallas, San Francisco e New Mexico.

Attività promosse dalle succursali di Petróleos de Venezuela presenti negli Stati Uniti (Citgo-USA) Ruhv Oil in Germania, Nynas Petroleum in Svezia e Neste Corporation in Finlandia. Queste informazioni non trapelano in nessun giornale, contrariamente erano causa di conflitti in patria e motivo di attacco e distorsione mediatica internazionale.

Il presidente Hugo Chávez doveva assumere nuovamente le redini del potere il 10 gennaio, dopo essere stato rieletto più volte democraticamente ottenendo nelle ultime elezioni dello scorso 7 ottobre il 60% dei voti. Nei suoi anni di governo è riuscito a suscitare sentimenti contrapposti: un'ammirazione vicina all'idolatria dei suoi seguaci, il disdegno e il biasimo dei suoi avversari.

Tra i provvedimenti presi durante il suo mandato, particolarmente importanti sono state: la vittoria sul controllo del petrolio venezuelano strappato alla Exxon Oil e altre multinazionali che detenevano il monopolio con la complicità di politici corrotti.

L'americana Exxon cercò di espropriare e congelare le fonti economiche venezuelane in Usa, Uk e banche europee, rimanendo sconfitta nelle sedi legali statunitensi da un team di avvocati intraprendenti ingaggiati dal Governo Chavista. Egli diede ulteriore spinta all'educazione infantile ed universitaria in forma gratuita e di qualità, concedendo un computer ad ogni bambino, anche a quelli dei remoti luoghi rurali, sponsorizzando lo sport e la musica come prevenzione contro la delinquenza nei quartieri più disagiati, dando vita a migliaia di talenti.

Tanti di questi giovani compongono oggi l'orchestra sinfonica Simon Bolivar de Venezuela, la più acclamata e numerosa del mondo capace di radunare in platea oltre 1000 musicisti ed eseguire alla perfezione motivi classici e tradizionali diretti dal maestro Dudamel.

Grazie a Chavez, per la prima volta, questa nazione ottenne oro olimpico e atleti professionisti nelle diverse discipline, perfino nella Formula 1 con Pastor Maldonado. Oltre ogni dubbio il Socialismo liberò la nazione dall'analfabetismo (azione riconosciuta dalle Nazioni Unite). Intellettuali, scrittori, attori hollywoodiani cercavano udienza a Caracas per parlare e fotografarsi con il cosiddetto " dittatore". Noam Chonsky, il reverendo afro-americano Jesse Jackson ,Don King, Gabriel Garcia Marquez, Jimmy Carter e tanti altri rappresentanti di organizzazioni sociali del pianeta si dichiararono in favore del suo difficile operato.

Promulgò la pensione per la madri celibi e "las misiones", tra queste hanno avuto importante rilevanza la "Misióne Barrio Adentro", attività che assicurava l'attenzione medica primaria alle popolazioni ruralie e delle favelas, la "Misión Vivienda", per dare a tutti i venezolani una casa. Ha decretato gli interventi chirurgici gratuiti a coloro che soffrivano di problemi alla vista e malattie gravi, a chi non aveva copertura per le cure mediche, concedendo la pensione dopo i 55 anni anche a quelli che non avevano mai pagato contributi al fisco (azione contraria rispetto a ciò che accade nel Vecchio mondo, dove, a causa delle misure anti crisi, la gente perde i privilegi raggiunti con tanto sacrificio e si fanno tagli sull’educazione, la salute e la cultura).


Lo definivano tiranno, rude, arrogante, populista, caudillo etc. Tuttavia la democrazia partecipativa la permise fino al punto in cui, in numerose occasioni, dovette sopportare con un sorriso l'essere insultato in diretta televisiva da oppositori in piena sezione congressuale, senza che per questo la destra nel parlamento ricevesse ritorsioni o fosse penalizzata in qualche modo.

Tuttavia i gruppi contrari unitamente ai complici stranieri hanno sempre diffuso attraverso i giornali la mancanza di libertà in Venezuela; potrebbe dirsi che fino ad ora c'è stata democrazia in abbondanza.

Esiste una divisione netta nazionale ed internazionale riguardo a questo mandatario tuttavia la maggioranza democratica che lo sostiene, dovrà tracciare il destino di questo cambiamento che continua a consolidarsi in America Latina. Grazie alla sua ammirazione per il liberatore dal colonialismo Simon Bolivar, questo uomo riuscì a dare identità nazionale ad un popolo che non riconosceva più le sue radici indigene, dare vita ad importanti organizzazioni come La CELAC, UNASUR, PETROCARIBE, El ALBA promuovendo la fratellanza nel area dei Caraibi ed ispanoamerica.

Evidenziando le gravi mancanze nella organizzazione di stati americani OEA, subalterna alla amministrazione americana, promosse l'eliminazione della ONU come organismo rappresentante delle nazioni del globo, motivando il fatto di essere divenute inadempienti, clubs istituzionali che non lottano più per i diritti di coloro che ne fanno parte, ma di rappresentare luoghi di controllo e assoggettamento dei tre paesi fondatori con diritto di veto: Stati Uniti, Inghilterra e Francia.

La morte di Chavez è stata un'opportunità colta immediatamente dai servizi segreti della CIA: essi avrebbero tentato di corrompere alcuni militari socialisti, per destabilizzare il paese in questi momenti di lutto continentale. Personale addetto all'ambasciata USA, quindi, è stato espulso da Caracas; avrebbe cercato di infiltrarsi tra le forze armate e propiziare il caos. Questo fatto, mette in evidenza che gli Stati Uniti possiedono la strategia e la tecnologia necessaria, per attentare contro la vita di qualsiasi presidente.

La scrittrice e avvocato statunitense-venezuelana Eva Golinger afferma da New York che documenti declassificati hanno potuto evidenziare, in modo circostanziale, che potrebbe trattarsi di un crimine indotto con l'uso di armi biologiche sofisticate.

Chavez e l'alleanza bolivariana sono i principali avversari degli Stati Uniti e dei suoi premurosi corpi di intelligence che ieri sono stati mandati via dal Venezuela; la stessa CIA che in altre occasioni ha dovuto ritirare il suo personale in Bolivia, Argentina, Nicaragua e altri paesi della regione.

Chavez è sempre stato un nemico asimmetrico che gli USA non sono stati in grado di distruggere facilmente. Un'arma biologica per inoculare il cancro agli oppositori anti imperialisti? Perché no, è una rarità che un mandatario venga ucciso? La morte di un presidente non è rara, soprattutto quando esce di scena un personaggio socialmente compromesso con le minoranze. È successo a Kennedy e tanti altri. Per fino Nelson Mandela prima della sua liberazione è stato schedato come terrorista dalla intelligence Britannica.

Potrebbe sembrare coincidenza che nello stesso periodo di anti imperialismo latino americano promosso da Chavez internazionalmente, lo stesso problema di cancro improvviso lo hanno subìto Cristina Fernandez (presidente dell'Argentina), Dilma Rousseff e Lula Da Silva (presidenti rispettivamente del Brasile), Fernando Lugo (Presidente del Paraguay), il Presidente Santos (Colombia).

A questo si sommano i tentativi di colpi di stato organizzati dalla CIA in Ecuador, Paraguay, Honduras e contro il primo presidente indigeno Boliviano di America, Evo Morales.

È risaputo che sono le cospirazioni a dare forma alla struttura del mondo; quest'ordine si basa sul capitalismo che ci sta portando alla rovina totale. Quando i potenti si riuniscono nel G8, G20, la UE etc. tentano di riformare e sostenere questo sistema moribondo, un mostro incontrollabile che si alimenta della vitalità umana per nutrire le grandi corporazioni industriali ed economiche, ONU, OME, FAO, FMI, Banca Mondiale etc.

Non c'è dubbio che, nel bene o nel male, il presidente Chávez è stato un leader carismatico che non solo ha trasformato politicamente il Venezuela ma ha lasciato una traccia profonda anche in tutta l'America Latina. Infatti, non si può negare la sua capacità comunicativa, la sua abilità nel rendere partecipi delle sue decisioni le popolazioni meno fortunate e più bisognose, facendole sentire protagoniste della vita politica del Paese.

Anche in ambito internazionale, soprattutto in Sudamerica, Africa, Asia e alcuni paesi del mondo arabo il suo carisma ha inciso fortemente e determinato scelte e prese di posizione talvolta inconvenienti. Restano nella memoria pubblica tra i tanti episodi il suo umoristico e azzardato intervento alle Nazioni Unite contro George Bush il quale nominò come "Il diavolo che puzza di zolfo" davanti alla platea politica mondiale o la ferma risposta al Re Juan Carlos di Spagna, quando egli ebbe la buona educazione di volerlo far tacere nella Cumbre de Las Americas per i suoi discorsi anti colonialisti.

In quell'occasione Chavez rispose "Stai zitto tu Re, noi siamo rimasti in silenzio per oltre 500 anni", con la sua verve tropicale rispose alla regina di Inghilterra riguardo alle isole Malvinas invase dai britannici a danni dell’Argentina, destando l'odio, l' invidia o l'ammirazione di tanti che tuttora non riescono a prendere posizione contro il governo di Israele e la sua violenta politica a discapito dei palestinesi nella frangia di Gaza.

Pedro Flores Arriaga, un noto cattedratico politologo spagnolo, ha dichiarato che ci vorrebbe un Chavez in Spagna, Grecia o Italia, un uomo forte capace di dare un colpo al tavolo e dire con ferma convinzione "È finita, da oggi tutto cambierà", semplicemente così, senza ambiguità, mezze frasi o giri di parole assomiglianti a: "Qui lo dico e qui lo nego", come ci hanno abituato i politici contemporanei, adeguati alle circostanze del momento.

Al di là di ogni opinione, polemica o divisione, in Venezuela e tutta la regione latina, si piange la sua scomparsa, 52 nazioni hanno dato l' ultimo addio a questo leader bolivariano, con un grandioso e suggestivo funerale, migliaia di persone hanno gridato slogan a sostegno delle popolazioni indigene, della definitiva indipendenza, della unione e della pace. Come sostiene il filosofo, il valore di un essere umano si manifesta con la sua morte.

Il risveglio sudamericano è la lotta di questi popoli per la loro autodeterminazione, non si ferma con la morte di Hugo Chavez. La storia riporta il saccheggio, il terrore e la violenza imposta in nome di Cristo in tutto il continente.

Il presidente Venezuelano ha ricordato più volte fino alla ossessione, le azioni realizzate dalla colonizzazione nei secoli, dagli americani, le multinazionali etc. ,una tragedia indotta dal potere che fu pagata con sangue e sofferenza dai più deboli.

Sicuramente il socialismo del secolo XXI ci riservera altre sorprese.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.99) 1 maggio 2013 19:39

    Arriva In Italia Walter Martinez, un pioniere della contro informazione, direttamente dal programma Dossier di Telesur, l’ 8 maggio fra le ore 18:30 e le 21 opre ,come ospite della mostra Ancestral presso il museo d’ arte e scienza. H.Antoni Carvajal membro di Sangredeamerica.org ha informato che Martinez dara una conferenza sulla manipolazione mediatica nel assoggettamento dei popoli.

    Ottima occasione per conoscere a questo prominente ospite venezuelano capace di togliere il sonno a la casa bianca nelle relazioni USA- Venezuela.



    Max Rojo

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