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Caso Roma decadenza di Marino, sarà la politica a fare chiarezza o la magistratura?

Tutti insieme appassionatamente, PD, Fratelli d’Italia, lista Marchini, sono andati in Comune, si sono dimessi, ed hanno buttato nella spazzatura i nostri voti. Hanno fatto decadere Marino, senza dire a noi tutti che l’abbiamo votato una parola che ci convincesse che era giusto mandare a casa quest’uomo. Hanno parlato per loro i giornalisti, i conduttori televisivi, che hanno ridotto i problemi di Roma agli scontrini e alla panda di Marino.

Sui politici e sui burocrati ancora presenti e ancora operanti nel comune di Roma, sui ritardi del governo nell'erogare i soldi per aprire i cantieri del Giubileo, silenzio. E così gli scontrini e la Panda sono diventati un alibi, per non parlare di altre cose, forse, ben più importanti. Ma hanno parlato lasciandoci nel dubbio e nella confusione. Con quale diritto?

Con il diritto dei soldi, della proprietà dei media, ma non della ragione e della democrazia ormai rottamata, a Roma e in Italia, con una manovra di palazzo vecchio stile. L'hanno violentata, torturata e poi uccisa questa democrazia, emarginando ed annullando la volontà e il ruolo dell’assemblea elettiva del consiglio comunale. Ma Roma è casa nostra, non è casa di Renzi, Marino, la Meloni, Marchini. Se questi uomini e donne hanno occupato i seggi consiliari è perché noi li abbiamo votati.

Ma il voto non li sottrae al nostro controllo, devono renderci conto, devono convincerci che era giusto mandare Marino a casa, che era giusto non andare alle elezioni subito, che era giusto sostituire il sindaco di Roma con un dipendente del ministero dell'interno, di sostituire il consiglio comunale con il consiglio di governo. Devono renderci conto, devono dirci se mafia capitale alberga ancora in campidoglio.

Allora hanno fatto bene l’Huffigton post, l' assessore Sabella, il procuratore Pignatone a chiedere chiarezza, a chiedere al governo di desecretare i verbali del prefetto Magno e del prefetto Gabrielli. Ma quelli che ci hanno cacciato da casa nostra non pensano che è un nostro diritto conoscere.

Per quelli che hanno rottamato la democrazia, la domanda di trasparenza e di chiarezza ha già avuto una risposta nelle dimissioni bipartisan. Se avessero voluto informare, chiarire ai romani il sistema mafioso a Roma, gli intrecci tra criminalità, politica e burocrazia avrebbero , a suo tempo desecretato i verbali prefettizi e, quantomeno, accettato il confronto con il sindaco. Ma non l'hanno fatto.

E non l'hanno fatto per non scoprire gli altarini, per nascondere magagne e complicità? Non l’hanno fatto perche dal confronto e dai verbali prefettizi potevano venire fuori nomi ed informazioni scomode? No! E allora perché?

I verbali sono stati secretati, dicono, per le differenze tra le relazioni della Magno e di Gabrielli, sullo scioglimento del comune. Dei verbali non si poteva e si doveva parlare. Ma oggi il Governo può desecretare i verbali oppure occorre attendere la richiesta formale del procuratore Pignatone? Sara la politica a fare chiarezza o, ancora una volta, la magistratura?

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