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 Home page > Attualità > Società > Caritas in veritate: da leggere, ma non sotto l’ombrellone

Caritas in veritate: da leggere, ma non sotto l’ombrellone

Non è proprio il caso di portarsi sotto l’ombrellone la recente Enciclica di Benedetto XVI, e ciò al fine di evitare un solenne mal di testa in una situazione feriale e vacanziera.

Il vostro reporter ha cercato di partizionarla in qualche modo per meglio leggerla e ne ha ricavato qualcosa come trentadue parti sui più disparati argomenti, dall’ambiente alla bioetica, dalla crisi finanziaria globale alla giustizia, dalla globalizzazione culturale all’ideologia tecnocratica, dalla metafisica alla dottrina sociale, e così via.
 
E’ un’opera semplicemente monumentale, una vera e propria summa su una infinità di quaestiones quodlibetales del nostro tempo, affrontate con un impegno, che, però, non esclude la leggerezza discorsiva di un Pontefice che non finisce mai di stupirci.
 
Il suo continuo “cercare e trovare”, il suo rendere chiaro al lettore le ragioni del discorso, la stessa organicità di sviluppo del pensiero nella libertà che il pensiero stesso richiede per fluire lieve e coerente, finiscono per ricordarci un suo grande conterraneo: Immanuel Kant.
 
Forse anche di Benedetto XVI si potrebbe dire qualcosa di simile a quello che di Kant disse Herder nelle sue Lettere per il progresso dell’umanità (sarà un caso la sostanziale assonanza di argomento di quest’ultimo testo con l’Enciclica ?) : «La fronte fatta per il pensiero era sede di indistruttibile verità e gioia ; dalle labbra gli fluiva il discorso più ricco di idee; …; il suo modo di porgere la lezione, il più piacevole intrattenimento. … Storia dell’uomo, storia dei popoli, storia della natura, matematica ed esperienza erano le fonti da cui traeva di che animare la lezione e la conversazione ; nulla che fosse degno di essere saputo gli era indifferente ; non vi era cabala, non setta, non pregiudizio, non ambizione di nome che mai avesse per lui il menomo fascino di fronte all’ampliamento ed alla chiarificazione della verità.»
 
Questo era Kant; e non può non richiamarcelo Benedetto XVI con i suoi scritti.
Una proposta: perché nelle scuole non si pongo da parte argomenti di marginale importanza e non si studiano le trentadue quaestiones dell’Enciclica Caritas in veritate? E’ pleonastico puntualizzare che la totale libertà di pensiero nello svolgimento degli argomenti rende l’Enciclica assolutamente rispettosa di qualsiasi formazione religiosa del lettore, provare per credere. E poi, qualunque manifestazione di pensiero e qualunque critica ad una manifestazione di pensiero devono sempre essere rispettate in quanto tali.
 
Restano, però, l’importanza degli argomenti trattati e la profondità di pensiero dell’Enciclica, che ne sconsigliano la lettura ai vacanzieri: potranno meglio farlo nelle serate invernali, in altro clima. Si sconsiglia vivamente di non conoscerla.

Commenti all'articolo

  • Di massimo (---.---.---.131) 15 luglio 2009 12:41

    E’ tutto vero e complimenti all’autore. 
    Purtroppo riflettere seriamente e con rispetto di grandi temi importanti non è molto di moda.
    E allora vai con le veline o il tormentone Grillo od altre baggianate del genere.
    Peccato, ma non ho una soluzione per cambiare le cose.

  • Di (---.---.---.114) 17 luglio 2009 00:31

    Complimenti per l’articolo!

    Credo si possa dire, paradossalmente, che in questo tempo di "crisi economica", l’unica vera voce autorevole che abbia affrontato in profondità e in tutte le sue sfaccettature il problema...sia stato proprio Benedetto XVI; e se i media non fossero quello che sono, probabilmente molte persone se ne accorgerebbero...

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