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Campania - Molise, l’asse dei veleni

Non è vero che i vesuviani non presidiano più la Rotonda, è vera e non presunta, la volontà di gettare l'ennesimo velo mediatico sull'intera faccenda. Sabato notte ho potuto contare una dozzina di blindati allineati lungo tutta via Zabatta; i bar lungo la strada straripavano di agenti armati in pausa caffè. Nascosti in vicoli o bordi poco in vista altrettanti blindati. Le mortificazioni che i cittadini son costretti a subire non si contano più; non si sa se fa più male dover combattere contro le stesse istituzioni nate a difesa dei cittadini, se gli schiaffi dati dall'autista di un autocompattatore ignobile ad una donna, o vivere assediati e costretti a respirare i miasmi.

Si accavallano le proposte dei cittadini, si protocollano progetti per la gestione dei rifiuti, si avanzano idee propositive buone, equilibrate, degne di attenzione; eppure nessuno le legge, ascolta, passa al vaglio. Questo perché, ed è l'ennesima mortificazione inferta ai cittadini, non passa l'autorizzazione, da parte del governo nazionale, a lasciare ad ogni comune la possibilità di autodeterminarsi nella raccolta e gestione dei rifiuti. Chi lo ha fatto e con ottimi risultati è stato licenziato da Maroni come il sindaco, anzi ex sindaco di Camigliano comune casertano, ing. Vincenzo Cenname. Sindaco commissariato perché ritenuto, dal ministro Maroni, un fuorilegge, per essersi rifiutato di ubbidire all'ordine di dare l'intera gestione dei rifiuti del suo comune in mano alla camorra. Eppure Vincenzo Cenname aveva portato il suo comune al 70% di differenziata; riuscendo in maniera del tutto esemplare a portare poi i rifiuti differenziati nei luoghi giusti, come l'umido negli impianti di compostaggio.

Inutile perdersi in parole. I consorzi affidatari dell'intera gestione dei rifiuti in Campania, come le aziende addette alla raccolta o alla costruzione di impianti idonei a garantire un efficiente piano integrato dei rifiuti sono tutte sotto inchiesta, indagate per truffa, corruzione, per essere in odor di mafia. Se un sindaco vesuviano decidesse di gestirsi autonomamente i rifiuti rischierebbe d'esser commissariato come Vincenzo Cenname. A cosa servono dunque le proposte avanzate dai vesuviani? Di cosa discutiamo se è chiara la volontà di continuare con il traffico di rifiuti?

La Procura della Repubblica di Isernia apre un fascicolo sul traffico di percolato e di scorie industriali tra Campania e il Molise. Ad occuparsi in prima persona delle indagini è il capo della Procura di Isernia, Paolo Albano. L'area industriale di Pozzilli, Isernia, è sotto osservazione, infatti qui c'è uno stabilimento chiuso della Fonderghisa, azienda fiorente fino a quando, negli anni novanta, non subì strani passaggi societari e scorporamenti vari e dichiarata fallita, venne chiusa. Questo secondo le indagini sarebbe il terminale dei rifiuti industriali smaltiti illegalmente. ''Negli alti forni sarebbero stati fusi i rottami ferrosi di mezzi militari che erano stati impiegati nella ex Jugoslavia e che sarebbero stati contaminati dall'uranio impoverito". Bisogna chiarire un punto: non parliamo dei boss di strada, quelli ignoranti e analfabeti, parliamo di alta camorra, di personaggi con giacca e cravatta, assoldati e addestrati dalle grandi multinazionali. Insomma, è la mafia industriale che si serve della camorra locale per il lavoro sporco. I capannoni industriali sarebbero stati utilizzati per incenerire rifiuti altamente nocivi a due passi da Venafro e da Pozzilli. E dalla Campania proverrebbero regolarmente rifiuti smaltiti poi illecitamente. Lo sversamento di liquidi come percolato, verrebbero trasportati nell'area di Isernia a bordo di autovetture cariche di fusti e di bidoni.

In attesa degli sviluppi giudiziari delle indagini in corso, un'altra notizia, in parte già nota, in queste ore sta contribuendo ad alimentare ulteriori preoccupazioni. Il "Sole 24 ore" ha pubblicato la mappa dei siti industriali a rischio rilevante. Si tratta di insediamenti che rientrano nella cosiddetta "legge Seveso". Vengono classificate "a rischio" secondo le quantità di sostanze pericolose conservate anche in via provvisoria. Sono considerati "a rischio di incidente rilevante" i luoghi in cui si concentrano combustibili e carburanti, gli stabilimenti chimici di dimensioni maggiori, i petrolchimici. Negli elenchi sono comprese anche aziende di raccolta, recupero e trattamento dei rifiuti industriali. In totale in Italia sono oltre mille, in Molise sono 8, concentrati in particolare nella zona del basso Molise.

Torniamo in Campania. A Bacoli, la Cooperativa Avino di Bacoli, in provincia di Napoli, costringe da mesi i suoi operai a lavorare tra rifiuti altamente nocivi per l'uomo. Senza nessuna tuta spaziale a proteggergli la salute, eppur si deve lavorare. A Terzigno tutti aspettano di conoscere i risultati svolti sulle falde acquifere, risultati che non dovrebbero dare sorprese, contaminati erano pochi mesi fa, contaminati, salvo ''miracolo'' saranno adesso. Si aspetta la modifica, rinviata dal governo, sulla legge 123, si aspettano gli impianti di compostaggio e le oasi ecologiche, si aspetta la giustizia e intanto si aprono altre discariche, in luoghi nascosti e segreti. L'Unione Europea doveva mandare i suoi tecnici, sembrava la loro partenza cosa già decisa, qualcosa deve averli spinti a rimandare il sopralluogo deciso a Terzigno. Aspettiamo le bonifiche, lo smaltimento dei vecchi barili contenenti vecchie scorie nucleari interrati qui e là nelle campagne napoletane. Intanto si parla dei nuovi siti che verranno e che accoglieranno i reattori di terza generazione. Il progresso impone ma il governo non dispone; mancano leggi contro il reato di disastro ambientale, mancano le normative, per non dire le idee, sul come smaltire le scorie nucleari. Insomma, ma questo governo, questa classe politica, oltre a domandarsi come meglio investire i propri conti correnti, si domanda anche come far fronte a tutte le conseguenze frutto delle loro speculazioni? Questa classe politica è consapevole di apparire in grave difetto quando, si ostina a negare, agli amministratori dei vari comuni campani la possibilità di autogestirsi i rifiuti, ordinandogli di dar tutto in mano a consorzi plurindagate?

Una nota diffusa dalla presidenza del Consiglio regionale della Campania
fissa ad oggi 8 novembre il primo incontro del tavolo tecnico di consultazione permanente per adottare ogni utile iniziativa in ordine alle criticità afferenti il ciclo integrato dei rifiuti e si terrà a porte chiuse, senza microfoni e telecamere come nelle migliori tradizioni di questo governo, occulto e deviato.

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