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Cambiano le Province: ecco la nuova mappa dell’Italia a partire dal 2014

Dal 2014 l'Italia andrà incontro all'accorpamento di varie province, che ne porterà il numero da 86 a 51. È quanto deciso oggi dal Consiglio dei Ministri che ha approvato poco fa il decreto legge che riorganizza appunto gli "enti di area vasta del nostro paese" dando i tempi precisi per l'avvio del riordino delle province e delle dieci città metropolitane (Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria).

Il dl vale per le Regioni a statuto ordinario, mentre si dovrà discutere quelle a statuto straordinario. L'operazione di diminuzione delle province provocherà il "dimezzamento dei costi, per un risparmio complessivo di circa 40 milioni di euro l'anno", dicono dal Governo, ma la decisione ha portato immediate proteste da parte di vari attori. 

Le tappe per arrivare alle nuove province saranno varie. Si parte con l'azzeramento delle giunte a partire dal 1 gennaio 2013 (il presidente potrà delegare l'esercizio di funzioni a non più di 3 consiglieri provinciali) fino ad arrivare alle elezioni che si terranno a novembre 2013. Tra le decisioni ci saranno il divieto di cumulo di emolumenti per le cariche presso gli organi comunali e provinciali e l'abolizione degli assessorati. In più i presidenti delle Regioni guadagneranno al massimo 7.400 euro netti al mese (ora ne prendevano, a seconda delle Regioni, tra i 7 e i 14 mila).

A fare maggiormente le spese di questa riduzione sono la Toscana e la Lombardia che perdono rispettivamente 6 e 5 capoluoghi, ma non mancano le critiche da parte delle Regioni che diventeranno monoprovincia, come l'Umbria, il Molise e la Basilicata dove cominciano le prime lamentele da parte dei consiglieri Pdl che dicono come non si comprendano ''le ragioni per le quali alcune province sono state mantenute in deroga ai criteri prefissati (popolazione e territorio) e le nostre fondatissime ragioni di mantenere le due province in una regione di diecimila kmq siano state ignorate''. 

Polemiche a parte, ecco come sarà l'Italia del 2014:

 

Piemonte: Torino, Cuneo, Asti-Alessandria, Novara-Verbano-Cusio-Ossola, Biella-Vercelli.

Liguria: Genova, Imperia-Savona, La Spezia.

Lombardia: Milano-Monza-Brianza, Brescia,Mantova-Cremona-Lodi, Varese-Como-Lecco, Sondrio, Bergamo, Pavia.

Veneto: Venezia, Verona-Rovigo, Vicenza, Padova-Treviso, Belluno.

Emilia Romagna: Bologna, Piacenza-Parma, Reggio Emilia-Modena, Ferrara, Ravenna-Forlì-Cesena-Rimini.

Toscana: Firenze-Pistoia-Prato, Arezzo, Siena-Grosseto, Massa Carrara-Lucca-Pisa-Livorno.

Marche: Ancona, Pesaro-Urbino, Macerata-Fermo-Ascoli Piceno.

Umbria: Perugia-Terni.

Lazio: Roma, Viterbo-Rieti, Latina-Frosinone.

Abruzzo: L'Aquila-Teramo, Pescara-Chieti.

Molise: Campobasso-Isernia.

Campania: Napoli, Caserta, Benevento-Avellino, Salerno.

Puglia: Bari, Foggia-Andria-Barletta-Trani, Taranto-Brindisi, Lecce.

Basilicata: Potenza-Matera.

Calabria: Reggio Calabria, Catanzaro-Vibo Valentia-Crotone, Cosenza

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.87) 31 ottobre 2012 18:55

    era ora......


  • Di (---.---.---.177) 31 ottobre 2012 20:02

    e le altre regioni????

  • Di (---.---.---.237) 31 ottobre 2012 20:46

    Le altre regioni sono a statuto speciale e non si può fare una mazza, anche se in Sardegna, sono stati gli stessi cittadini ad eliminare tutte le province con un referendum...ma è ancora tutto da vedere....

  • Di paolo (---.---.---.134) 1 novembre 2012 14:55

    Solita soluzione all’italiana .La classica via di mezzo per lasciare aperte tutte le possibilità ai soliti succhia soldi.

    Non era più dignitoso eliminarle tutte?
    Non cambierà nulla ,avremo meno carrozzoni ma saranno più gonfi di quelli attuali e la spesa continuerà a galoppare come prima e forse peggio di prima .
  • Di (---.---.---.17) 1 novembre 2012 15:59

    era ora e adesso anche le altre regioni val d’aosta, molise e basilicata senza privince ma solo la regione!

  • Di (---.---.---.112) 1 novembre 2012 18:47

    Questa cd"riforma"secondo il mio parere é stata progettata a pene di segugio,ed eseguita ancora peggio!
    Se avessero avuto il coraggio politico-istituzionale,di fare una riforma veramente seria,avrebbero fatto meglio a procedere prima in questo modo:
    1)accorpamento dei comuni limitrofi,con meno di 4.000(metto questo numero,ma si potrebbe arrivare tranquillamente a 5.000) residenti,in uno solo;non dimentichiamo che in Italia ci sono attualmente ben 8.062 comuni,dei quali moltissimi non raggiungono nemmeno i 1.000 residenti,con annessi e connessi di sindaci,giunte comunali ed assemblee municipali,varie(con quali costi ?)Intanto così si sarebbe data una bella sforbiciata ai comuni,con un forte risparmio.
    Seconda fase,Province:
    2)Ora sì che l’accorpamento delle province limitrofe,avrebbe una sua ragione d’essere,ma perché mettere il limite di 350.000 residenti e territoriale di KMQ 2.500,si potrebbe arrivare a 400.000 dei primi e 3.000 dei secondi,con altri risparmi sia di personale che di spese generali.
    3)X ciò che riguardano le cd città metropolitane,basterebbe unire i comuni limitrofi,come territorio ed abitanti alle città che abbiano almeno 100.000 abitanti,et voilà ecco le città metropolitane!
    Poi perché fermarsi,a questo punto,si potrebbero accorpare anche le regioni,a statuto ordinario(x quelle a statuto speciale,ci penserebbero loro stesse)in poche e più ampie macro-regioni,con un grosso risparmio di personale e denaro.
    Questa sì che sarebbe una riforma dello stato,riguardante gli enti locali,come si deve!
    Quella che ha fatto il CdM mi sembra solo una emerita presa in giro(x usare un eufemismo)
    Un saluto
    Alexfaro

  • Di (---.---.---.112) 1 novembre 2012 19:08

    Mi scuso ma ho dimenticato di mettere nel mio precedente post,la cosa più importante,cioé:
    Questa riforma dovrebbe essere effettuata da un governo politico,uscito dalle consultazioni elettorali.
    E non da un governo,come questo che abbiamo;
    messo lì da poteri sovranazionali,quali FMI,UE,banche ecc..
    E NON eletto dal popolo Italiano!
    un saluto
    Alexfaro

  • Di (---.---.---.222) 2 novembre 2012 09:25

    Eppure durante questo periodo non ho mai sentito "Cari Colleghi politici cerchiamo di non rubare più".-

  • Di (---.---.---.88) 4 novembre 2012 20:08

    Agenda-bis >

    Al momento dell’insediamento Monti si è posto come primo obiettivo la graduale riduzione del rapporto tra Debito e Pil facendo leva su 3 pilastri: rigore di bilancio, crescita ed equità.
    Ha precisato altresì che gli sforzi ed i sacrifici già fatti dall’Italia erano stati frustrati, se non annullati, dalla mancanza di crescita.
    Su questo “programma” ha ottenuto il pieno sostegno di una maggioranza tanto allargata quanto irripetibile.

    Risultato.
    Dopo quasi un anno di governo il rapporto Debito/Pil è salito al 126% ed il PIl è sceso di quasi 3 punti. Il rigore di bilancio è diventato l’austerità di un paese più povero. Di crescita ed equità si sono perse le tracce.
    Ora Monti ammette di aver adottato misure “brutali”, ma non manca di ricordare che “in passato si è promesso troppo senza saper mantenere le promesse”.

    Nella sua “agenda” è scritto che anche il 2013 sarà un anno di sacrifici.
    Tecnici o politici, nulla cambia per una casta di Primi Super Cives

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