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Beppino Englaro: Firenze gli dà la cittadinanza onoraria

Ieri a Palazzo Vecchio, Firenze, è stata conferita tra applausi e polemiche, la cittadinanza onoraria a Beppino Englaro. Il Consiglio comunale gli ha consegnato il riconoscimento e il Giglio d’Oro. La cerimonia è stata presieduta dal presidente dell’Assemblea Eros Cruccolini e la motivazione è stata letta dall’assessore Eugenio Giani.

La cerimonia avviene a pochi giorni dalla discussa approvazione della legge sul testamento biologico alla Camera, che di fatto non ha sortito gli effetti desiderati e preannuncia nuove discussioni in Parlamento. Infatti il testamento biologico permetterebbe sì al paziente di esprimere le proprie volontà, ma queste non sarebbero vincolanti nei confronti del medico nel caso in cui il paziente perdesse la capacità di intendere e volere e quindi di fatto, il testamento biologico si rivelerebbe inutile! In nome del principio del rispetto della dignità della vita umana e del no all’eutanasia, il testamento biologico viene fortemente limitato, non sarà possibile rinunciare a alimentazione e idratazione artificiale perchè ritenute "forme di sistegno vitale".

La decisione del Comune di Firenze che ieri ha deciso di conferire la cittadinanza onoraria a Beppino Englaro, padre di Eluana, la ragazza morta dopo 17 anni di stato vegetativo e 17 anni di alimentazione artificiale, ha provocato non poche polemiche. Englaro è stato accolto da tre minuti di applausi ma anche da insulti e polemiche nel dissenso del centro-destra.

"Questa è una cittadinanza onoraria a Eluana, io le ho solo dato voce. È lo spirito di indipendenza e libertà di Firenze, una città che Eluana amava e ne era rimasta affascinata" ha detto Englaro iniziando il suo discorso, "ho dato voce ad Eluana, - ha proseguito - il suo carattere era simile a quello di Firenze, cioè molto ribelle. Io sono un cittadino qualunque e sono contento che questa iniziativa sia partita da un consigliere di quartiere, ovvero sia arrivata dalla gente. Firenze è una città ineguagliabile come cultura e umanità". Nel parlare della battaglia che egli ha condotto ha ricordato come essa sia stata compiuta nella legalità e come essa sia stata spesso fuorviata a causa della diffusa disinformazione in merito alla vicenda.

I consiglieri del PDL hanno abbandonato l’aula prima che la cerimonia avesse inizio, consegnando una lettera aperta al signor Englaro. Nella lettera si leggeva ’’noi abbiamo rispetto per il dramma personale da lei vissuto con grande sofferenza, ma non riteniamo che esso possa costituire titolo per l’ottenimento di una cittadinanza onoraria. Tant’è che abbiamo giudicato e continuiamo a giudicare inopportuna, oltre che insensata, la decisione assunta, sia pur a maggioranza, dal Consiglio Comunale’’. I consiglieri del Pdl sostengono inoltre il rischio che il signor Englaro "si faccia strumentalizzare".

Il Presidente del Consiglio regionale della Toscana, Riccardo Nencini a margine della cerimonia ha affermato che "bisogna distinguere fra opinioni e rappresentanza delle istituzioni: quando un’istituzione decide, quell’atto si compie senza nessun altro tipo di commento e deve essere rispettato". Ha altresì aggiunto che "è un segno di grande civiltà il fatto che Firenze abbia dato questo riconoscimento non solo a un padre, ma a una battaglia"; evidenziando come le grandi battaglie di civiltà non siano mai state condivise da grandi maggioranze, si è discostato dai dissesti avvenuti all’interno del Consiglio comunale.

Ancha la Chiesa non è rimasta estranea alla vicenda, l’arcivescovo di Firenze, il Monsignor Giuseppe Betori ha affermato "è questo allontanamento da Dio che può spiegare come una città come la nostra, da sempre attestata sui fronti dell’assistenza e del farsi carico della persona umana, abbia potuto ieri subire un affronto che ne vorrebbe smentire la natura", in altre parole ha definito l’onorificenza come un’offesa alla città. Englaro ha affermato di avere il massimo rispetto per la Chiesa e le istituzioni religiose ma queste si sono dimostrate poco rispettose nei suoi confronti. In merito alle affermazioni dell’arcivescovo ha detto "è libero di esprimersi: sono sue considerazioni".

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