Arabia Saudita: eppur si muove

La notizia non passi inosservata: nella notte di domenica l’Arabia Saudita ha rilasciato lo sceicco Tawfiq al-Ahmar, esponente della minoranza sciita arrestato il 27 febbraio per la sua campagna a favore di una monarchia costituzionale al posto di quella assoluta attuale. Speriamo che non si debba registrare in appresso una smentita con connessa grandissima delusione.
La notizia è stata data da Ibrahim al-Mugaiteeb, presidente di Human Rights Firts in Arabia Saudita; e forse è meglio dire che le notizie sono due, e precisamente la liberazione di al-Ahmar e l’esistenza in Arabia Saudita di una associazione per i diritti umani attiva, sia pure in mezzo ad infinite difficoltà.
Insomma, la monarchia saudita ultra-conservatrice, sino a pochi anni orsono del tutto assimilabile per analogia a quello che è stato lo Stato della Chiesa per la religione cattolica in termini di immobilismo e di integralismo religioso (ovviamente avendo rispettivamente l’Islam ed il Cattolicesimo come secondo riferimento proporzionale) pare che stia facendo passi da gigante nella modernizzazione, pur nel rispetto delle sue istanze religiose. Insomma, eppur si muove.
L’analogia fra Islam e Cattolicesimo non si ferma al semplice rigore integralista sopramenzionato: anche nell’Islam si è avuto qualcosa di simile alla Riforma protestante, che ha dato vita al ramo sciita. Senza entrare nel merito delle differenze di tipo religioso fra sunniti e sciiti, attesi i contrasti fra i due rami del musulmanesimo, è importante individuare la loro diffusione geografica.
E' sunnita circa il 90% della popolazione dell’Arabia Saudita, compresa la dinastia regnante, restando il rimanente 10% sciita allocato nella regione orientale lungo le sponde del golfo persico. Pertanto la maggior parte delle immense risorse petrolifere dell’Arabia Saudita si vengono a trovare in territorio abitato da una maggioranza sciita, mentre sono in piena zona sunnita i luoghi fondamentali del culto islamico come La Mecca e Medina.
Qualcosa di analogo si ha nel confinante Bahrein, con popolazione a maggioranza sciita, governo di una dinastia sunnita e risorse petrolifere di tutto rispetto. Anzi è tutta l’area del golfo ad essere abitata prevalentemente da popolazioni sciite, Iraq compreso.
Inutile dire quali grandi frizioni si sono sempre avute in queste regioni fra i due rami del musulmanesimo, anche se, ad onor del vero, esse si collocano ad una distanza abissale da quelle che si sono registrate in Europa fra Cattolici e Protestanti nei secoli passati. In questo campo siamo stati veramente i primi della classe; basti pensare a come fu ridotta la Germania con la guerra dei cent’anni!
Comunque sia di ciò, le notizie che giungono da questa così importante regione del Medio Oriente appaiono del tutto positive: sembra che il vento di libertà che spira da quelle parti faccia avanzare istanze di democrazia, di libertà religiosa, di tolleranza, di rispetto dei diritti umani. Sempre sperando che non intervengano malaugurate smentite.
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