• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Anticorruzione: un passo minimo per un paese senza sogni

Anticorruzione: un passo minimo per un paese senza sogni

"Restituire ai giovani la possibilità di sognare, educarli a pensare alle stelle come tetto delle loro aspirazioni, senza che questo sembri poi una presa in giro, dovrebbe essere il primo obiettivo di chiunque voglia far uscire l’Italia dalla palude in cui si è perduta".

Poche cose invidio agli americani, ma tra queste c’è senz’altro il loro sogno: la convinzione che molti di loro conservano che tutto si possa fare, con tanto lavoro e un po’ di fortuna; che perseverando a dispetto di ogni avversità, prima o poi l’occasione giusta può capitare a chiunque.

Non ho una visione idealizzata della loro società, tutt’altro. Anche oltreoceano avere una famiglia influente alle spalle aiuta (l’espressione “old money” l’ho sentita per la prima volta in bocca ad un newyorkese) e conoscere le persone giuste rappresenta una scorciatoia, eppure là si può ancora credere, senza essere presi per folli, che alla fine è il merito ad essere premiato.

Il sogno italiano, invece, ce l’hanno al più gli inglesi o i tedeschi, che bramano una villa sotto il cielo sempre perfettamente sereno di Toscana, ed è rimasto solo agli italiani nuovi, appena arrivati da paesi più poveri e disperati del nostro, forse perché non hanno capito ancora bene la società in cui sono capitati.

Gli italiani che in Italia sono nati e cresciuti, e specie i più giovani, hanno invece imparato a non sognare più niente. Sanno che farcela con le proprie sole forze è praticamente impossibile; un evento tanto raro da essere statisticamente irrilevante. Sanno che con il talento e con l’impegno possono solo aspirare ad una vita di frustrazioni, passata a rodersi il fegato mentre chi ha le amicizie giuste, chi proviene da una famiglia giusta, li supererà senza il minimo sforzo, lasciandoli al loro lavoro sottopagato o, se nonostante tutto hanno avuto il coraggio di aprire un’attività, a lottare per mantenere in vita un’impresa destinata ad essere eternamente sottocapitalizzata, esclusa dagli appalti pubblici e chiamata a competere in mercati ingessati, prima ancora che da una crisi ormai trentennale, da una rete di relazioni clientelari che ha poco da invidiare a quelle messe in campo dal crimine organizzato.

Restituire ai giovani la possibilità di sognare, educarli a pensare alle stelle come tetto delle loro aspirazioni, senza che questo sembri poi una presa in giro, dovrebbe essere il primo obiettivo di chiunque voglia far uscire l’Italia dalla palude in cui si è perduta.

La legge anticorruzione che la il nostro parlamento sta partorendo dopo un travaglio indicibile (e in-commentabile, salvo rischiare una denuncia) ha una sua importanza, ma limitata davvero. Non punirà, e non credo esista legge che possa farlo, gli scambi di favori che sono la melassa dentro cui la nostra società sta affogando. Non metterà freno all’ossequio verso il potente, all’occhio di riguardo verso il figlio e l’amico di qualcuno o ai reciproci inchini di politicanti, giornalisti ed imprenditori.

Non punirà il voto di scambio, la pratica a cui dobbiamo, prima che a questa o quella legge elettorale, la classe politica peggiore dell’occidente.

Dovrebbe essere la nostra dignità, non altro, ad impedirci di vendere il nostro voto in cambio della promessa di un posto di lavoro per nostro cugino o di una pensione per nostro zio; dovrebbe essere il nostro orgoglio (e dire che secondo lo stereotipo americano, noi italiani d’orgoglio dovremmo averne in eccesso) a proibirci di votare per personaggi da operetta come quelli che vediamo esibirsi, con il loro lessico sgangherato, nei vari salotti televisivi.

Dignità e orgoglio che, come paese, abbiamo ceduto in cambio dell’illusione di privilegi minimi, di favori da due soldi; che come cittadini abbiamo dimenticato nel momento in cui, illudendoci magari di essere nobilitati da un tocco di spada, ci siamo inginocchiati davanti al potente di turno, scambiando la nostra libertà per l’illusione di una maggior sicurezza Un patto scellerato il cui risultato è questo sfacelo in cui nessuno è più davvero libero o sicuro; uno scambio, ripetuto milioni di volte, che ha costituito questa società, mafiosa fin nel midollo, che grava come una cappa di piombo sullo spirito dei nostri giovani.

E’ per loro che dobbiamo trovare il coraggio di cambiare. Forse non riusciremo, prima che diventino adulti, a ricostruire il patrimonio nazionale che abbiamo bruciato negli ultimi decenni, ma ritrovando la nostra dignità e il nostro orgoglio, smettendo di pensare che non ci sia nulla da fare e che il nostro massimo obiettivo possa essere solo campare la vita, magari grazie ai favori dell’assessore o alla benevolenza dell’onorevole, potremo perlomeno restituirgli, se mai è esistito, il sogno italiano: quello di un paese dove si possa vivere, e bene, piegando la schiena solo per lavorare.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares