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Anche gli alunni della primaria di Villapiana non cristiani concorreranno alla costruzione di un Presepe per il prossimo Natale

Il lavoro dei piccoli studenti verrà esposto in Comune per tutto il periodo natalizio. “E’ la miglior risposta a chi sostiene che i bambini musulmani sono un pericolo per l’Italia” dicono le maestre della “Mazzini”

“A causa dell’invasione dei bambini stranieri nelle nostre scuole si stanno perdendo le tradizioni italiane, respingiamoli!”: è abbastanza frequente sentire questi discorsi triti e ritriti in bocca agli italianissimi genitori dei bambini che frequentano le scuole primarie della Penisola, i quali, poi, frequentemente aggiungono: “Basta non se ne può più di piccoli zingari e marocchini. Ritiriamo i nostri pargoli dalle scuole pubbliche ed iscriviamoli alle private”.

Il partito politico, poi, che più avversa l’integrazione tra italiani e stranieri, cioè la Lega Nord, osserva che da quando ci sono i piccoli immigrati nelle scuole italiane non si ricorda più né il Natale né la Pasqua al fine di non urtarne il sentimento religioso islamico: “Non siamo più padroni in casa nostra!” è il loro slogan preferito. Troppe volte anche una certa parte della Chiesa, che con una mano aiuta l’immigrato ad inserirsi e con l’altra sembra temerne l’invadenza e prospetta ai propri fedeli il concreto pericolo che si perdano rapidamente, grazie alla loro presenza, i valori dell’italianità, avvalla questa impostazione. In realtà i valori dell’italianità, ivi compreso il sentimento religioso delle genti della Penisola, sono molte volte messi più in pericolo dal comportamento di certi autoctoni che da quello di molti immigrati stranieri che a null’altro ambiscono che vedere i propri figli completamente integrati nella nuova nazione d’elezione.

E’stato questo il ragionamento fatto proprio dal corpo insegnanti della Scuola primaria “Mazzini” di Via Verdi nel quartiere di Villapiana a Savona che si è riproposto di approntare un grande presepe, costruito minuziosamente grazie al lavoro di tutti i loro alunni delle classi quinte siano essi cristiani od islamici. Anzi, sono stati proprio questi ultimi, specificatamente provenienti da Marocco, Tunisia ed Albania, i più coinvolti alla fine. Per loro il Presepe è una tradizione estranea al proprio patrimonio culturale, una rappresentazione di qualcosa in cui non credono ma che si ritengono in dovere di rispettare profondamente. Pungolati da ciò pure i loro coetanei italiani, sudamericani e romeni, cioè in poche parole provenienti da famiglie cristiane, hanno aderito all’iniziativa. Il Presepe è stato costruito con materiale naturale e povero ma nel suo insieme, c’è da scommetterci, risulterà molto ricco. E’ stato così che quest’estate Claudia, una piccola romena è tornata dalle vacanze in riva al Mar Nero con alcune pannocchie di mais, il suo Paese è tra i maggiori produttori di granturco in Europa, con le quali forgiare il Bambinello di Betlemme, Arben dai boschi dell’Albania ha portato noci e castagne, Abdel ed Afida dal Marocco le spezie da mettere in mano ai Re Magi che all’Epifania si trovavano alla Santa Grotta di Betlemme per contemplare Gesù Bambino recandogli in dono oro, incenso e mirra mentre i loro compagni italiani si sono recati nel Gran Bosco che sovrasta la città a raccogliere muschio e legname con cui costruire la Capanna.

Villanova è il quartiere più multietnico della città. Qui convivono immigrati comunitari, come i romeni, europei extra- comunitari, come albanesi ed ucraini, sudamericani ed africani, soprattutto magrebini e senegalesi. La scuola rispecchia la composizione sociale ed etnica di questo antico quartiere operaio: un terzo dei suoi alunni non ha la cittadinanza italiana ma ben presto, se non cambierà la relativa legge, gli stranieri supereranno il 45% sul totale dei frequentanti. La stragrande maggioranza è italiana nei fatti, essendo nata a Savona ed avendo frequentato alla Mazzini pure la Scuola Materna, ma non per la burocrazia del nostro paese. “Perché non dimostriamo a Savona ed all’Italia intera che lavorando sui bambini, che sono mentalmente delle “ tabule rase”, e spiegando ai loro genitori nei giusti termini lo spirito dell’iniziativa non dimostriamo quanto sia falso ciò che crede la maggioranza dei nostri compatrioti cioè che per colpa degli stranieri in Italia la scuola non ha più le caratteristiche d’italianità che dovrebbe avere?” si sono chiesti alla Mazzini, supportati in ciò dall’Assessore comunale alla Pubblica Istruzione Isabella Sorgini. La sfida sta ora per essere vinta: durante tutto il periodo natalizio il Presepe della Mazzini sarà, infatti, esposto a Palazzo Sisto IV°, la sede del Comune. 

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