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Amore omosessuale: "Sei sempre nostro figlio"

In questi giorni il tema omosessualità è sempre più trattato dai media perché sono avvenute numerose tragedie: molti adolescenti si sono tolti la vita ed i pestaggi omofobi sono sempre più frequenti. Ho intervistato Fernando, 25 anni, un ragazzo dolcissimo che ha voluto condividere la sua esperienza e potrebbe essere d’aiuto per i figli che ne vogliono parlare con i genitori e per i genitori che, a volte, sono troppo legati allo stereotipo: l’amore è solo fra uomo e donna.

La scoperta della mia omosessualità è stata traumatica a causa del contesto sociale in cui viviamo. Tu cerchi di identificarti in qualcosa, il modello che ti viene propugnato, se è un modello positivo, pensi di essere nel giusto, nel momento in cui vedi che il modello verso il quale tu ti stai approcciando è negativo, ti inizi ad interrogare. Successivamente ho capito che non era un problema, ma fa parte del mio essere. La mia attività sessuale è iniziata presto, a 14 anni e con i ragazzi, successivamente ho provato con un paio di ragazze, ma poi sono tornato all’origine. Certo, quando sei adolescente non ti poni domande del tipo: 'Lo faccio perché lo devo fare, lo faccio perché altrimenti sarebbe sbagliato', lo fai e basta, è come se avessi un impeto interno che ti dice di desiderare l’altro sesso. Una delle ragazze con cui ero stato mi aveva fatto innamorare, perché poi ho scoperto che l’amore ha tantissime sfaccettature: non è un sentimento che puoi incasellare.

Però ,verso i 19 anni, appena finito il liceo, mi sono iniziato a liberare ed ho iniziato a parlarne per la prima volta. Il momento lo ricordo ancora, fu anche abbastanza tenero, era una sera al tramonto ed ero con una mia amica che sarebbe partita di lì a poco. Da mesi cercavo di aprirmi con lei e finalmente riuscii a scaricare la tensione, le dichiarai quello che da tempo mi tenevo dentro: 'Ti devo dire una cosa' e lei: 'Guarda che ho capito, non ti preoccupare'. Finalmente il tappo era stato tolto e da qui sono riuscito ad aprirmi, una volta che lo dici ad una persona, inizi a sentirti più sicuro di te. A tutti i miei amici chiedevo come dirlo ai miei genitori. In spagnolo si usa il verbo 'uscire dall’armadio' ed io dall’armadio sono stato letteralmente buttato fuori.

Era Pasqua del 2011, mia madre vide una nostra foto in bianco e nero sul desktop del mio computer, ma era un’immagine molto innocua: io che davo un bacio sulla fronte al mio ragazzo. Io suppongo che lei lo avesse già capito, però lei sostiene di no, quel momento è stato drammatico perché ha iniziato a fare domande piangendo: 'Oddio non sei mai stato con una donna? Perché? Cosa non ti piace?'. Non dimenticherò mai l’imbarazzo che ho provato, perché una cosa così intima esplose all’improvviso e con loro non avevo mai condiviso il mio lato affettivo. A casa mia c’è molto rispetto verso tutto ciò che riguarda il sesso, è un argomento di cui non si parla. Fu talmente scioccante che uscii e tornai dopo tantissime ore, credo otto. 

Mia madre reagì malissimo di fronte alla mia omosessualità, io mi sentii mortificato e le chiesi spiegazioni: 'Scusami, ma perché non mi chiedi se sto bene, se sono felice, se ho una persona al mio fianco?' E lei non rispose. Poi si preoccupò della gente: 'Adesso lo sapranno tutti'. Si preoccupava della mentalità del nostro territorio. A distanza di due anni il rapporto con mia madre è tornato quello che era, ignorando semplicemente la mia omosessualità. Capisco che lei ha dovuto metabolizzare, ha 62 anni e nonostante sia una persona laureata, la sua cultura è sicuramente influenzata dal contesto in cui è cresciuta. 

Invece mio padre mi ha stupito dicendo a mia madre: 'Guarda che alla fine è il solito nostro Fernando' Io ho avuto sempre paura della reazione di mio padre, in realtà, una volta dichiarato il mio amore omosessuale, ho riscoperto il nostro rapporto, mi ha dato una dolcezza che non avrei mai immaginato che potesse venire fuori.”

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