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Alle radici del conflitto di Gibilterra

Il conflitto attorno alla colonia britannica: una metafora della crisi dell'Unione Europea.

 

Enormi palazzi scrostati, una lunga striscia di spiaggia affollata da venditori ambulanti e, sullo sfondo, l'ingombrante sagoma della Rocca di Gibilterra (che gli spagnoli chiamano semplicemente peñón, cioè "dirupo"). Questo è quanto si vede arrivando a La Linea de la Concepciòn, ultima città spagnola prima del confine con la colonia inglese, in questi giorni al centro delle cronache internazionali per la grave crisi che sta investendo due storici alleati europei: Spagna e Inghilterra.

Sono stato a La Linea proprio nei caldissimi giorni di fine luglio, in cui iniziarono le famose colonne di auto in coda al confine con Gibilterra, provocate dagli zelanti controlli che la Guardia Civil spagnola effettua come ritorsione alla decisione di Gibilterra di porre una barriera artificiale sotto le proprie acque territoriali (decisione che, a detta di Madrid, avrebbe danneggiato i pescatori iberici). Quello che posso dire, da visitatore, è che la disputa probabilmente va ben oltre le questioni, pur rilevanti, della pesca e dei confini marittimi.

La sproporzione che ho notato attraversando il confine ed entrando nella colonia britannica è stata impressionante: da un lato, quello spagnolo, incuria e una sequela infinita di negozi in affitto e di saracinesche abbassate; dall'altro lato, quello "inglese", un benessere diffuso, vetrine lussuose e ville sul mare.

Sono ben 10.000 gli spagnoli che ogni giorno varcano il confine per lavorare nella minuscola colonia (che, lo ricordiamo, ha una superficie di appena 3 kmq), ed evidentemente sono i primi ad essere danneggiati dalla tensione che si respira in questi giorni attorno alla Rocca.

Tuttavia, e lo si nota sfogliando i commenti dei giornali online come El Mundo o El Pais, la maggioranza degli spagnoli condivide un certo astio verso la colonia britannica; è evidente che la Spagna, prostrata da una recessione senza fine e con una disoccupazione superiore al 25%, malsopporti sempre di più questo vicino ricco e ribelle. Basti pensare che a La Linea il tasso di disoccupazione si aggira al di sopra del 30%, mentre a Gibilterra è pressoché inesistente.

Se a ciò si aggiunge lo scandalo Barcenas (ex tesoriere del Partito Popolare che sta rivelando presunte mazzette per milioni di euro, coinvolgendo anche il premier Mariano Rajoy), si può avere un'idea del cocktail esplosivo che cova sotto la cenere. Del resto, anche la Gran Bretagna di Cameron, percorsa da forte spinte nazionaliste (materializzatesi nel voto al partito "euroscettico" di Nigel Farage), non ha alcuna voglia di fare passi indietro, anche a costi di aprire una crisi diplomatica grave all'interno dell'Ue.

Dalla sommità della Rocca di Gibilterra il sogno dell'Europa unita sembra ormai un miraggio lontano.

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