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Alcune falsità sugli "zingari"

La paura nei confronti dei rom e sinti o, come li chiamano molti, degli zingari, sta decisamente crescendo. Come cresce la volontà di attaccarli, di criticarli fortemente.

Alla base di tale situazione ci sono anche alcune falsità, nei riguardi dei rom, che però, generalmente, non sono ritenute tali, ma decisamente il contrario. Di tali falsità si sono occupati i radicali di Roma, città nella quale sono molto più diffuse che altrove le critiche ai rom.

Quali sono le principali falsità sui rom? E’ falso che i rom siano molti. 

In Italia rom, sinti e camminanti sono circa 170.000 a cioè lo 0,25% della popolazione complessiva, una delle percentuali più basse d’Europa.

Sono infatti il 2% della popolazione greca (200.000 su 10 milioni), l'1,8% della popolazione spagnola (800.000 su 45 milioni) e lo 0,6% della popolazione francese (340.000 su 61 milioni), mentre nell’Unione europea ne vivono complessivamente 10 milioni, pari circa al 2% della popolazione.

E’ falso che tutti i rom siano nomadi.

Il nomadismo è un fenomeno ormai molto marginale: sono circa 35.000 i rom e sinti che abitano nei campi, e questo vuol dire che 4 persone rom su 5 vivono in una casa, studiano e lavorano. Solo una minima parte, circa il 2-3%, si sposta sul territorio.

E’ falso che tutti i rom rubino.

Che i rom abitualmente rubino come se fosse una vocazione innata è un’accusa che andrebbe dimostrata con dati e percentuali.

Ma anche se fosse vero che una parte, più o meno piccola, sia dedita a questa attività, tutti gli altri andrebbero sostenuti e accompagnati verso la legalità, attraverso la scuola, la formazione e il lavoro, come per tutte le persone che vivono nella marginalità sociale.

Dopodiché, occorre parlare degli altri Paesi: in Italia solo il 6% dei rom arriva al diploma di scuola media o superiore, mentre la media della comunità europea è il 67%.

E’ falso che i rom non vogliano lavorare.

I rom che lavorano sono quasi il 40%. Quando li fanno lavorare, s’intende. Quando riescono ad acquisire qualche qualifica. Quando riescono a studiare. Infatti negli altri paesi Ue, in cui vengono attuate politiche di sostegno al lavoro, la media è quasi del 60%. Si tratta di valorizzare le capacità, promuovere le competenze e favorire la formazione professionale.

E’ falso che ci sia un’ “emergenza rom”.

La realtà è che non c’è alcuna emergenza: se non quella che si vuole creare ad arte per poter spendere, e quindi distribuire fiumi di denaro, fomentando l’opinione pubblica con la politica degli sgomberi, tenendo migliaia di esseri umani in condizioni indecenti e continuando a lucrarci sopra.

Infine, sostengono i radicali romani, un’affermazione del tipo “dei dati non me ne frega niente, so solo che c’è un campo dalle mie parti, che questi entrano nelle case e non se ne può più” non risolve nessun problema.

Infatti quei rom continueranno a fare quanto viene criticato, finchè le cose vanno così, perché, paradossalmente, ad alcuni conviene che lo sia: del resto, fare in modo che l’emergenza rom resti tale è lo strumento perfetto per fare man bassa di voti, cavalcando le paure della gente e allo stesso tempo spartirsi milioni di euro.

Io credo che queste falsità e tali considerazioni debbano essere molto più conosciute di quanto effettivamente lo siano. E i media, ovviamente, dovrebbero essere i primi ad impegnarsi per raggiungere questo obiettivo.

Conviene anche ad essi non farlo?

Questo articolo è stato pubblicato qui

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