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AgoraVox Sezione Moda. I guanti "Pianeta" e la moda su misura di Angela Toso

Perché ci siamo ricordati che la moda è arte ed è così che abbiamo scelto di parlarne.
 
Quando settimane fa si è discusso in redazione di inserire l’argomento "moda" in AgoraVox, tutti sono stati dell’opinione che si dovesse cercare un modo originale e alternativo di introdurlo.

Non volevamo che diventasse l’ennesimo allegato in cui osannare semplicemente le griffes più conosciute, come viene fatto già in circa un milione di testate online e cartacee, dimenticando chi alla moda si avvicina in modo artistico, con grande voglia di comunicare.

L’idea di fare "scouting" ovvero di attuare il processo di ricerca verso gli stilisti emergenti ci è sembrata la migliore, perchè attualmente le arti più diffuse (cinema, scultura, pittura e musica) spesso vengono miscelate e si influenzano a vicenda fino a creare qualcosa di realmente innovativo. Nulla si crea e nulla si distrugge a livello scientifico e anche nella moda l’ispirazione e l’espressione prendono spunto da innumerevoli temi, passioni, colori e forme che solo chi lavora sodo, combatte per emergere e non si arrende di fronte ad un sempre più ovvio e diffuso "cartello" della moda mondiale sa rielaborare e proporre alla gente.

E siccome sono le persone che hanno il diritto di sviluppare la propria individualità quello che si farà sarà parlare di chi crea qualcosa di speciale, per nutrire l’individuo e la personalità, perchè noi abbiamo un amore smodato per il famoso "made in" e se poi a farlo sono davvero gli abitanti singoli di un paese, con anni di gavetta alle spalle e milioni di sogni alla faccia della crisi, non possiamo che amare e parlarne di più.
 
Ho fortemente voluto che il primo (anzi prima) stilista emergente fosse italiano, un po’ per campanilismo e un po’ perchè ce lo meritiamo e, grazie all’ormai amica Clizia Ornato, sono riuscita a scoprire il talento di Angela Toso, che nel suo studio di Lavagna (Ge) ha dato vita ad una piccola bottega del mondo antico e ad una collezione studiata sulle esigenze singole e gli eventi particolari.

Classe 1979, Angela intraprende un percorso di studi del tutto classico, maturità scientifica e laurea in economia conseguita nel 2004, ma le esperienze formanti che le apriranno la strada verso la sua passione e professione sono legate al viaggio in Finlandia e alla permanenza lavorativa a Roma.
 
Nel 2006 ha deciso di dirigersi principalmente verso la moda, utilizzando i corsi di modellistica e sartoria che le hanno dato le basi per poi specializzarsi in fashion design. Da qui le esperienze in teatro con la supervisione dei costumi (Teatro della tosse di Genova, orchestra sinfonica di Savona) per poi giungere a consulenze per ateliers e ad avviare la sua personale collezione: Pierrot Noir.
 
Il suo concept è profondamente influenzato dal lavoro nel teatro, che ha permesso ad Angela di conoscere i tessuti e le tecniche di trattamento, per poi portarla a scegliere la strada della creazione di abiti su misura per eventi, cene, serate di gala.

C’è molto passato nei suoi abiti e ricerca della forma, un misto fra gli sfarzi delle mise delle cantanti d’opera e della più classica Jackie ’O, un viaggio nella storia antica del nostro paese con motivi geometrici o liberty, fino agli anni cinquanta della forma a palloncino e della vita alta (che sono sempre di moda se si da uno sguardo alle ultime tendenze).
 
Interessante e sicuramente da tenere d’occhio, la linea di guanti "Pianeti" in cui ogni paio è personalizzato a seconda del pianeta di riferimento, con l’aggiunta di paillettes, perline, fili dorati e argentati il tutto ricamato a mano. Quelli in organza, tessuto particolarmente difficile da lavorare peraltro, li consiglierei molto alla sposa ardita di oggi: meglio un guanto particolare che un vestito tremendo rosso Cina imperialista o verde Foresta Nera.

La differenza sta nel personale, ma nel gusto. E anche se la creatrice sostiene che per fare la spesa gli chicchissimi guanti forse non sono troppo adatti, io li userei anche tra le corsie del supermercato. Lo stile non ha luogo, ha solo disinvoltura nello sfoggiarlo.
 
Intanto Angela ha avuto la gentilezza di concedermi una piccola intervista, che riporto fedelmente, in modo da capire meglio il suo mondo.
 
In cosa consiste la tua collezione, perchè hai scelto quel nome e perchè hai scelto i guanti come accessori da rielaborare?

Il mio lavoro segue principalmente due direzioni: la progettazione di abiti su misura, quindi pezzi unici e lo sviluppo di piccole collezioni contenenti un numero limitato di esemplari. Ogni capo su misura come ogni mini – collezione ha una sua denominazione, proprio come se si trattasse di un quadro o di una scultura.
Quando elaboro l’abito su misura osservo molto la cliente, cerco di cogliere i suoi gusti ma anche il suo carattere e i suoi sogni, perchè c’è sempre un’occasione speciale se si sceglie un abito su misura e in quell’occasione si vuole risplendere, ma questo è possibile solo se si esprime pienamente ciò che si è, la propria personalità. Per quanto riguarda i guanti da sera invece la collezione è nata perché adoro questo accessorio, mi sembra così elegante! Prende il nome “Pianeti” perché questo è il tema dominante e ogni pezzo è ispirato appunto ad un pianeta

Come sei giunta all’idea della tua collezione : ispirazioni materiali o passioni personali?
 
Per quanto riguarda i capi su misura come dicevo sopra mi ispiro molto a colei che li indosserà cercando di esaltarne la bellezza e il carattere.
Per la collezione “Pianeti” mi è rimasta impressa nella mente la scena dello spogliarello nel film “Gilda”, la sensualità della protagonista quando si spogliava di quel piccolo, ma così significativo accessorio che era proprio il guanto. Così ho iniziato a prestare molta attenzione a questo indumento che mi sembrava tanto femminile e ho iniziato a raccoglierne di tutti i tipi, corti, lunghi, di pelle, di lana, di seta, fino ad arrivare al progetto della collezione.

I pezzi che proponi sono utilizzabili ognuno per eventi particolari o possono essere facilmente riutilizzati?
 
L’abito su misura in genere è per un evento particolare, spesso una cerimonia, ma anche una festa, un vernissage etc. Ho studiato anche mini – collezioni su misura, cioè una serie coordinata di capi che potendosi abbinare tra di loro in vari modi danno come risultato look diversi; in questo modo si possono mescolare pezzi più ricercati ad altri più facili. Anche la collezione di guanti è stata pensata per una circostanza speciale, non ci vai esattamente a fare la spesa con un paio di guanti lunghi ricamati!

Scelta dei materiali e dei tessuti: come scegli i materiali da utilizzare, seguendo le tendenze o a seconda della lavorazione o del cliente a cui sottoporli?
 
Io amo i tessuti preziosi e progettando capi e accessori esclusivi ho la possibilità di assecondare questa mia passione, ovviamente con un occhio alle tendenze moda e alla clientela. Avendo fatto, in passato, alcune esperienze in ambito del costume teatrale, mi sono appassionata alla manipolazione del tessuto mediante diversi trattamenti: invecchiamento, tintura, decorazione e desidererei trasportare tutto questo anche nell’ambito della moda, ci sto studiando.


Pensi che la moda dell’affitto di abiti "usati" oltre a incrementare la diffusione del vintage possa in qualche modo ostacolare gli stilisti emergenti o vanificare a livello commerciale il loro lavoro?
 
Assolutamente no. Il mercato è estremamente vario, non è possibile piacere a tutti, bisogna selezionare un target e rivolgersi a quello. Ognuno percorre la sua strada.


Non può mancare la domanda di attualità sul mondo della moda: Pensi che la crisi, oltre alla difficoltà normale di farsi strada in questo campo, possa peggiorare o migliorare la posizione degli stilisti in ascesa?
 
La crisi esiste e si sente, tuttavia io voglio essere ottimista e voglio vederci un’opportunità. Anche in un momento difficile chi ha talento, coraggio e professionalità credo che possa emergere.


I tuoi progetti futuri: A chi vorresti vedere addosso le tue creazioni, i tuoi sogni ad occhi aperti insomma, se li hai già presentati come e se non l’hai fatto come vorresti avvenisse? Showroom, installazioni, sfilate o altro?
 
Tantissimi ma prima di tutto un atelier dove proporre abiti su misura di alto livello e la commercializzazione di piccole collezioni presso showrooms selezionati.



Questo era solo il primo esempio. Il talento va promosso. Alla Prossima.
 
 
 
 

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