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Addestrare i giovani alla schiavitù per prepararli al futuro

Quasi tutti i giovani si augurano di poter diventare attori del cinema, atleti o giocatori di calcio di fama internazionale, professionisti affermati, stilisti di moda, astronauti e così via. Nessuno pensa di sottoporsi ad un training specifico per schiavi, per tentare almeno di abituarsi ad un certo grado di schiavitù che la società del futuro ci riserva.

Nei cosiddetti paesi sviluppati, rendere schiavo un singolo individuo non dovrebbe essere semplice. Schiavizzare una intera categoria di persone dovrebbe apparire ancora più arduo. Soggiogare la stragrande maggioranza dei cittadini, appartenenti ad una determinata società, dovrebbe essere una operazione impossibile, per chiunque. E' quindi solo per eccesso di pessimismo che si arriva a pensare a una cosa simile o ci sono, forse già oggi, dei segnali che non lasciano ben sperare, in proiezione futura?

I masochisti sono in maggioranza. Stiamo vivendo un nuovo medioevo. La classe media è una specie in via di estinzione. Lo stile barocco imperversa e si respira un’aria da diciottesimo secolo francese, con poche Marie Antoniette, pochi Re Sole e il resto composto da morti di fame o da gente su quella via.

Dicono che alla base di ogni forma di schiavitù ci sia l’ignoranza. Ma, se l’unica causa dell’assoggettamento totale, passivo e silente verso il potere fosse l’ignoranza, saremmo costretti ad ammettere che, in una società moderna, nell’epoca di internet, di AgoraVox, dei blog e delle radio indipendenti, il rischio di diventare schiavi sarebbe ridotto al lumicino.

La scuola pubblica è sotto assedio. I costi relativi alla scolarizzazione sono in crescita verticale. I programmi delle materie di studio sono obsoleti. La ricchezza è concentrata nelle mani di uno sparuto gruppetto di super-miliardari. Le tecniche di riprogrammazione neuro-linguistica usate dalle emittenti televisive sono sempre più sofisticate e meno individuabili. Ma, tutto ciò non potrebbe comunque impedire alle masse l’accesso ad un minimo livello di informazione. Una eventuale schiavitù del futuro potrà materializzarsi solo con il consenso e fra gli applausi della gente, non in contrapposizione ad essa.

E tuttavia, sul piano della razionalità, della logica e della capacità di ragionamento e di elaborazione mentale, già oggi siamo messi maluccio. Si comincia subito, fin dai primi anni di età, a perdere il senso comune, per immergersi in un mondo irrazionale, virtuale, fatto di stranezze e di dogmi che, piano piano, ci sembrano perfettamente verosimili, accettabili e ammissibili.

La religione, ogni religione, ci fornisce spunti di vario genere. Non e` il caso di infierire. Ci sono quelli che sognano di andare in paradiso, per ottenere in premio 72 vergini. Si dimenticano che, in paradiso va solo l’anima. Il loro corpo resterà qui sulla terra e, senza quel corpo al seguito, lo scopo di avere disponibili tutte quelle vergini risulterebbe alquanto inutile, se non addirittura stressante o quanto meno fonte di rabbia e di frustrazione.

Ci sono altri che pensano di poter fare i maiali o i delinquenti per tutta la vita, per arrivare poi a pentirsi alla fine, spendere pochi minuti dentro un confessionale et voilà! Uscirne fuori con l’anima completamente lavata, pulita come appena ritirata dalla lavanderia. Sognano anche loro il paradiso, in cambio di 4 Pater Noster e 3 Ave Maria. Non lo sognano per dieci anni o per mille anni. Lo sognano per l’eternità. Ossia per un numero di anni, al cui cospetto, un milione diventa, nel tempo, un numero infinitesimale.

Questi concetti e molti altri sono diventati normali e perfettamente credibili per centinaia di milioni di persone, sparse a tutte le latitudini del globo terrestre. E che dire di quelli che si preoccupano per il principino piripino e per la sua promessa sposa? Quelli che guarderanno in diretta il principesco matrimonio, con le lacrime agli occhi e il cuore in gola, nello stesso momento in cui almeno 500.000 impiegati pubblici saranno mandati a casa, a calci in faccia, per abbattere i costi della spesa pubblica, quella stessa spesa che finanzierà non uno, ma due faraonici matrimoni, di membri della famiglia reale, nel raggio di pochi mesi uno dall’altro?

Sono esempi troppo vaghi, non applicabili alla realtà italiana? Forse. In Italia, una larga fascia della popolazione vuole che sia solo il mercato a regolare la vita. Ovviamente, anche l’ospedale si deve adeguare alle leggi del mercato. Altrimenti, cosa succede? Cominciamo a curare seriamente pure quelli che non possono pagare? Chi paga bene ha il diritto di guarire. Chi paga qualcosa riceverà delle cure in caso di emergenza, in proporzione alle proprie disponibilità economiche. Chi non paga dovrà accontentarsi di ciò che passa il convento.

Questa gente vuole davvero applicare le leggi di mercato a tutto e a tutti? Non nel caso dello spaccio di droga, per esempio. Se la cocaina fosse soggetta alle regole del mercato, costerebbe poco piu` delle patate e poco meno dello zucchero. Produrrebbe entrate per l’erario dello stato e sarebbe venduta ad un livello di purezza costante e controllabile. Per arricchirsi vendendo droga, si dovrebbe poterla vendere a tonnellate e tonnellate. Al contrario, in barba alle leggi di mercato, contro questo tipo di sostanze stupefacenti si fa la guerra da decine di anni. Una guerra persa in partenza. Una guerra che costa miliardi di Euro all’anno. Senza contare i morti. Una guerra che aumenta il prezzo della droga di migliaia di volte e va ad arricchire le organizzazioni di mafia e le associazioni a delinquere di mezzo mondo. Le quali, oggi, hanno il potere di comprare banche, istituzioni, ditte e quant’altro di loro interesse. Ivi includendo l’acquisto di schiavi da immettere sul mercato della prostituzione o dove occorre.

Nessuno si scandalizza. Nessuno si stupisce. Nessuno valuta l’assurdita` della situazione. La guerra alla droga è diventato un dogma della societa` moderna. Intoccabile. Non si può più nemmeno parlarne. E la guerra alla povertà, invece? Per via della quale si spediscono gli aiuti ai poveri, ma lasciando fuori dal quadro l’istruzione sul controllo delle nascite? Come fa una giovane donna, spesso analfabeta e senza lavoro, madre di 10 o 11 bambini, dei quali nemmeno lei conosce il padre, ad evitare quella stessa povertà, oggetto della guerra medesima?

Oggi, perfino di fronte alla guerra contro il cancro si traballa. Il vero obiettivo non è più quello di debellare una malattia, come appunto il cancro, l’AIDS o l’epatite virale, quanto quello di renderla cronica. Nel contempo, mentre assumiamo farmaci per curare qualche malessere, distruggiamo altri organi vitali del nostro corpo, compresi quelli che, in origine, erano perfettamente sani. In alternativa, un convalescente su tre esce dall’ospedale portandosi a casa una nuova patologia che assolutamente non aveva, prima del ricovero.

In fondo, anche le grandi ditte farmaceutiche, in un’ottica di mercato, hanno bisogno di clienti e li trovano dove e come possono. Tutto ciò è diventato lo standard e fa oramai parte della nostra vita quotidiana. E' diventato parte integrante del nostro modo di ragionare e di sentire. Forse non ci fornisce le prove di una schiavitù imperante, potenziale o futura, ma certo ci lascia estremamente perplessi e preoccupati.

Resta un motivo di speranza: i giovani italiani, soprattutto quelli che abbiamo osservato da lontano negli ultimi mesi, parrebbero meno predisposti dei loro genitori, all’ipotesi di rassegnarsi alla schiavitù, per quanto addolcita da massicce dosi di evasione mentale, di diversa natura. A tutti i lettori, masochisti compresi senza eccezioni, i migliori auspici per un radioso futuro, degno di tale nome.

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