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Abruzzo: Contro la crisi, una Struttura davvero Speciale

L'Aquila, 18 dic 2011 - Ce l’hanno spiegato in tutti i modi: siamo sommersi dai debiti. Quindi tagli alla sanità, ai servizi, ai trasporti pubblici, alla cultura, alle pensioni e un futuro di lacrime e sangue. Ma non per tutti, come vorrebbe Napolitano. 

Esiste una Struttura “speciale” del Consiglio regionale dell’Abruzzo che, grazie a capitoli di bilancio che garantiscono comunque 415mila euro contro i 320mila dello scorso anno. Stiamo parlando di quella Struttura Speciale di Supporto Stampa dove accadono cose molto speciali. Tra tipografie collocate in territori a “rischio” e bizzarre quanto indispensabili pubblicazioni cartacee pagate con i soldi dei contribuenti abruzzesi.

Un pozzo senza fine

Sulla scia della recente polemica a distanza tra Chiodi e Costantini, riguardante i costi della comunicazione della Giunta regionale, abbiamo deciso di dare un'occhiata alle spese di una Struttura davvero “speciale”: la Struttura Speciale di Supporto Stampa del Consiglio regionale.

Stando al Bilancio di previsione per il 2012 (approvato il 29 novembre scorso), abbiamo scoperto che i capitoli di competenza di questa Struttura, che si occupa principalmente di materie di comunicazione e informazione istituzionale per il Consiglio, ha visto quest’anno un budget a disposizione di ben 415 mila euro di cui 160mila euro per non meglio specificate “Attività editoriali”, 150mila per “Attività promozionale di carattere istituzionale e di informazione”, 10mila per la Biblioteca e 95mila per la sola Comunicazione istituzionale.

Se si paragonano le cifre con il bilancio di previsione del 2011 l'aumento di spesa diventa ancora più impressionante: si passa dai 320 mila euro del 2011 ai 415mila per il 2012, con le spese per la sola comunicazione, che per il 2010 e il 2011 erano solo 0,0 euro, che schizzano inspiegabilmente a 95mila euro per il prossimo anno.

Con questi capitoli di bilancio, la Struttura Speciale è così candidata, per il 2012, ad essere la più ricca casa editrice della Regione Abruzzo. Difficilmente, con queste prospettive economiche, altri editori locali, pubblici e privati, potranno contare su simili risorse.

E non parliamo dei fondi della L.R. 43/73, per contributi e patrocini o per partecipazione a manifestazioni che da soli ci costeranno altri 240mila euro e che sono un altro costo della politica più volte a centro delle polemiche.

Parliamo di altri capitoli di spesa: 415mila euro che fanno capo alla Struttura Speciale Stampa, che sottopone i progetti ai cinque consiglieri componenti l’Ufficio di Presidenza del Consiglio, che per un’eventuale approvazione finale. Attenzione però: l’Ufficio di Presidenza, senza l’avallo del direttore della Struttura, non può utilizzare quei fondi.

Per un pugno di libri

Sicuramente ognuno di noi potrà vantare nella propria libreria pubblicazioni della gloriosa “Collana di Studi Abruzzesi”, tra quelle “attività editoriali“ che assorbono gran parte del budget. 160 mila euro utilizzati anche per alimentare una Collana di libri che, nel corso degli anni, non ci ha fatto mancare pubblicazioni del calibro de “Il Gozzo Endemico in Abruzzo”, oppure il più generico trattato di “Andrology”. Senza dimenticare l’austero “Atlante della mortalità in Abruzzo 1990-1994” che, pubblicato solo nel 2002, ci ricorda, minuziosamente e senza aggiungere nulla, tutti i nomi dei deceduti in quattro anni della nostra Regione. Pazienza per gli abruzzesi morti prima o dopo di quelle date.

Ovviamente ci sono anche testi che esulano dal campo medico: come la pubblicazione dal titolo suggestivo quanto enigmatico “Abruzzo & Aviazione (e quant’altro...)”, o l’opera magna in quattro tomi “L’Abruzzo in Lapis”, raccolta dedicata ad un disegnatore e le sue vignette. Certo, opere fondamentali che promuovono la nostra cultura e le nostre tradizioni: peccato che i curatori del sito del Consiglio siano stati così insensibili da evitare di pubblicare tutti i nomi degli insigni autori dei volumi, tantomeno le gerenze e le note biografiche o riconoscimenti che potessero giustificare, in maniera trasparente, le scelte di investire tutto questo denaro pubblico in tali “attività editoriali”.

Non potremmo così mai verificare, almeno dai dati pubblici forniti sul sito web del Consiglio, se è vera la voce che si tratta più semplicemente di parenti, più o meno stretti; di autori neo laureati; di sedicenti “storici” o, al meglio, di medici e aspiranti docenti alla ricerca di impinguare il numero delle loro pubblicazioni per partecipare a concorsi pubblici. Pazienza: omnia munda mundis.

Gomorra e terremoto

Grazie all'ultima pubblicazione (Uno Scatto d'orgoglio), però, abbiamo potuto verificare che la stampa di tali opere viene spesso affidata, almeno negli ultimi sette anni, ad una tipografia del Napoletano, più precisamente di Afragola.

Non abbiamo dubbi che la tipografia in questione abbia partecipato agli appalti con tutte la carte in regola, ma ci inquieta non poco sapere che per stampare quelle pubblicazioni, quantomeno “bizzarre”, invece di garantire almeno una ricaduta economica (160 mila euro) sulle imprese abruzzesi, i soldi finiscano a una tipografia di un territorio fortemente a rischio.

Quelle aree dove, secondo le ultime inchieste giudiziarie, “il clan Moccia ha una gestione capillare e totale del territorio” di comuni come quello di Afragola. Come la zone dell'Irpinia, dove una politica meramente assistenzialista, priva di idee e senza progetti, non ha potuto impedire che la criminalità organizzata avesse la meglio, anche quando non c'era la crisi e abbondavano i soldi per la ricostruzione del post terremoto.

Stiamo parlando proprio delle stesse aree raccontate da Saviano in “Gomorra”, dove si spiega come la criminalità abbia il controllo di tutto, anche degli operai nelle fabbriche. Ma sicuramente un libro come "Gomorra" non avrebbe mai trovato spazio nella pur gloriosa e costosa "Collana di Studi Abruzzesi".

Anzi, scorrendo l'archivio storico dei 50 frontespizi disponibili sul web si possono trovare solo pubblicazioni di più di venti anni fa che affrontano temi fondamentali del tipo "Il ruolo dei settimanali cattolici oggi", ma nessun testo che racconti o tratti, da qualsiasi punto di vista, temi relativi alla corruzione o ad inchieste giudiziarie. Come se la nostra Regione non fosse mai stata coinvolta da inchieste clamorose. Sembra che la Struttura Speciale, di queste cose, preferisca proprio non parlarne.

E ancora non affrontiamo il nodo della scelta di “economicità” degli iPad ai consiglieri (oggetto di una puntata di Striscia la Notizia) che dovrebbe avere, una ricaduta positiva sul risparmio di carta in seno al Consiglio regionale. Oltre agli stipendi, ai vitalizi e alle indennità, anche tutto questo rappresenta l’amaro costo della politica italiana. Così come sarà interessante andare a verificare il famoso Bando da 480mila euro per affidamento del Servizio di gestione integrata multimediale delle attività relative al funzionamento delle sedute assembleari, commissioni consiliari e prestazioni connesse, ora revocato in autotutela. 

Alla luce di tutto questo, le parole “trasparenza, fiducia, giovani e meritocrazia” richiamate più volte dai Presidenti di Giunta e Consiglio, Chiodi e Pagano, sembrano sempre più vaghe ed effimere.

Le sole buone intenzioni, alla fine, stonano ancor di più con l’amara e sempre più drammatica realtà. 

di Maria Cattini

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Geri Steve (---.---.---.59) 11 gennaio 2012 17:20

    Complimenti: ottima inchiesta e ottimo articolo.
    Adesso il problema e’ quello di diffondere e farne pagare il prezzo ai politici.

    E’ chiaro che la Struttura Speciale di Supporto Stampa e’ sostanzialmente una struttura super finanziata per poter girare soldi ad amici e che e’ gestita senza un minimo di intelligenza (cosa esiste di piu’ palesemente inutile di un elenco di nomi di morti, senza sapere chi erano, cosa facevano, come sono morti?).

    Ma vorrei aggiungere una osservazione: se invece fosse una struttura gestita bene da gente in gamba, sarebbe tutto OK?

    Giustissimo che il consiglio regionale abruzzo renda conto di cosa fa e di quali problematiche deve affrontare, ma credo che per questo serva molto meno, e forse sta gia’ in altre voci di bilancio; quindi tutto questo surplus, se fosse bene utilizzato, servirebbe a fare propaganda all’attuale consiglio, convincendo gli abruzzesi che opera benissimo: c’e’ da essere contenti che quella struttura invece sprechi i soldi in maniera efficiente!

    Aggiungo una seconda osservazione: se domani -come augurabile- quegli amministratori non fossero piu’ eletti, o perlomeno fossero in minoranza e il consiglio regionale andasse in altre mani, purtroppo non e’ affatto detto che una tale iniziativa verrebbe soppressa, perche’ farebbe ben comodo a qualunque nuova maggioranza. A meno che non vinca una coalizione con un chiaro programma elettorale. Ma questo si usa poco e, se lo si usa, poi lo si disattende anche. Vedi l caso di qualcuno che aveva promesso di abolire le province...

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