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L’Aquila, nuova direttiva di Cicchetti: “Se non vai al progetto Case, addio Cas”

Da subito operativo lo stop alle maggiorazioni di 200 euro.

O vai al progetto case (Map, fondo immobiliare) o rinunci al Cas. Era nell'aria un provvedimento che tendesse a tagliare i costi dell'assistenza alla popolazione. Il must al risparmio è arrivato da Roma e l'Sge ha ubbidito.

Nel suo “ultimo atto" prima di restituire le competenze dell'assistenza alla popolazione aquilana, il commissario vicario Antonio Cicchetti ha sottoscritto una direttiva datata 16 gennaio che sostanzialmente prevede gradualmente l'eliminazione del Cas per tutti i beneficiari, in luogo del quale sarà offerto un alloggio di progetto Case o Map.

Ovviamente il Sindaco dell'Aquila Massimo Cialente si è detto molto contrariato rispetto al provvedimento che peraltro non è stato concordato con il comune dell'Aquila. "Ancora una volta – ha detto – ci hanno fatto piovere dall'altro un provvedimento che non condividiamo". La direttiva è allo studio dell'avvocato del Comune Domenico De Nardis secondo il quale il provvedimento non è idoneo a modificare quanto stabilito da precedenti Opcm.

Si profila dunque all'orizzonte la possibilità che il comune impugni l'atto. Nell'articolo 1 del provvedimento è stabilito che tutti gli alloggi del progetto Case, dei Map e gli appartamenti del fondo immobiliare potranno essere assegnati in primo luogo ai residenti degli alberghi e poi ai proprietari case e residenti in zona rossa che nel censimento del 2009 indicarono come forma di assistenza il Cas. 

A tutti costoro saranno offerti gli alloggi disponibili man mano che si libereranno; in caso di rinuncia perderanno il diritto a percepire il contributo di autonoma sistemazione. Nell'articolo 2 la direttiva dispone con validità retroattiva "la eliminazione della maggiorazione del Cas di 200 euro mensili a qualsiasi titolo. Per tutti i richiedenti in lista di coda che hanno rinunciato all'assegnazione dell'alloggio prima della emanazione della direttiva l'erogazione della maggiorazione cessa dalla data di rinuncia con eventuale recupero di quanto già percepito".

Salva solo la rinuncia in caso di nuclei compressi. In linea generale non è consentita l'erogazione di Cas per coloro che rinuncino a case e Map. Si stabilisce, inoltre, che non è possibile modificare il contributo di autonoma sistemazione in caso di modifica delle situazioni (nascite e compimento del 65° anno di età) dopo l'emanazione della direttiva.

L'articolo 3 stabilisce che non è possibile passare da una forma di assistenza all'altra che comporti costi aggiuntivi per l'erario. (A.Cal.).

La nota ufficiale dell'Sge e le altre novità della direttiva Cicchetti. Nuovi criteri per l’assegnazione degli alloggi del progetto Case, Map e fondo immobiliare, per il diritto al contributo di autonoma sistemazione e per le modifiche della forma assistenziale. Lo prevede la direttiva firmata oggi dal commissario vicario per la ricostruzione, Antonio Cicchetti, che ha lo scopo di assegnare gli alloggi ancora disponibili e di sostituire l’assistenza alberghiera, forma assistenziale non più erogabile a quasi tre anni dal sisma, con le altre forme di sostegno garantite dallo Stato.

Il provvedimento stabilisce che gli alloggi attualmente disponibili, e quelli che lo diverranno in futuro, saranno assegnati ai nuclei familiari che hanno avuto parere "positivo" in Commissione Speciale Socio-sanitaria (ordinanza n.3820/2009); successivamente saranno assegnati alle famiglie che attualmente si trovano in strutture ricettive alberghiere.

Saranno, quindi, destinati ai coniugi che hanno lasciato l’alloggio dopo una separazione o ai nuclei con diversa residenza anagrafica aggregati per l’ingresso negli alloggi antisismici, in base alla direttiva n.1 del 2011 e previo accertamento dei requisiti. In seguito gli appartamenti saranno destinati alle famiglie con abitazione “E”, “F” o in zona rossa, che hanno avuto un cambio dell’esito di agibilità dopo il censimento dell'agosto 2009.

Quindi l'offerta sarà rivolta a coloro che al censimento hanno optato per la scelta del contributo di autonoma sistemazione (Cas); di seguito ai nuclei che, pur avendone i requisiti, hanno presentato il modulo del censimento tardivamente e per questo sono stati esclusi in fase di prima assegnazione. Infine, eventuali alloggi disponibili saranno destinati alle famiglie che hanno stipulato un contratto di locazione concordato in base all’ordinanza n.3769/2009. In caso di rinuncia, è prevista la perdita del diritto a qualsiasi forma di assistenza.

Per quanto riguarda il contributo di autonoma sistemazione, la direttiva stabilisce che cessa l’erogazione della maggiorazione di 200 euro mensili per tutti i cittadini, sia per coloro che hanno optato per la scelta Case/affitti al censimento di agosto 2009, sia per chi ha scelto il Cas, sia per i single e le coppie che avevano rinunciato all'alloggio del progetto Case/Map, nonché per tutti i richiedenti in lista “coda” che hanno rinunciato all’assegnazione dell’alloggio.

Non hanno diritto al Cas né i nuclei che rinunciano all’alloggio del progetto Case o Map, né i membri della famiglia che rinunciano all’alloggio del progetto Case o Map assegnato, tranne nel caso in cui la rinuncia sia effettuata dal componente di un nucleo “compresso” a cui non sia possibile offrire un alloggio di dimensioni adeguate. Infine non è più consentito l’incremento del Cas per le nascite, le invalidità o il compimento del 65° anno di età.

Hanno, invece, diritto al Cas gli studenti, alle condizioni della direttiva n. 22719 del 12 ottobre 2010, purché sia preventivamente verificata la effettiva stabile dimora all'Aquila alla data del 6 aprile 2009. La direttiva firmata domenica 16 gennaio, valida per tutti i comuni del “cratere”, non consente infine il passaggio da una forma assistenziale ad un’altra qualora ciò comporti un aumento di spesa a carico dell’erario pubblico.

Il provvedimento è consultabile, nella sezione ‘Normative e documenti’, su questo sito.

Commenti all'articolo

  • Di Luciano B. L. (---.---.---.138) 19 gennaio 2012 13:10
    Luciano B. L.

    Occorre premettere che la scelta d’attuare il Piano C.A.S.E. venne accettata dal Sindaco de L’Aquila alla condizione di realizzazione le costruzioni, provvisorie ma "durature", già predisposte dai tecnici di Berlusconi in Protezione civile, prevalentemente "presso le frazioni" (cioè lontano dal centro della città. Così, i 19 insediamenti per l’emergenza post sisma, furono realizzati in aree poco appetibili dalla speculazione fondiaria locale e con abitazioni costosissime ma pochissimo idonee ad una permanenza prolungata delle persone sfollate perché disperse e senza servizi urbani. Il numero di queste costruzioni standard - tutte previste per 80 persone cadauna - venne progressivamente aumentato, in corso d’opera, fino a raggiungere il limite massimo di 183. Quindi, nel complesso, le new town accolsero solo (80x183) 14.640 persone colpite dal sisma. Tuttavia, essendo i senza tetto molto più numerosi, si convenne di sistemarne alcuni negli alberghi e nelle caserme, mentre per quelli in grado di trovare abitazioni libere non danneggiate venne concesso un C.A.S. (Contributo di autonoma sistemazione) oppure qualche facilitazione nel pagamento dell’affitto. Infine, si costruirono anche per L’Aquila i M.A.P. inizialmente riservati alle persone colpite dal terremoto, residenti nei comuni del cratere.

  • Di Luciano B. L. (---.---.---.138) 19 gennaio 2012 13:12
    Luciano B. L.

    Cosicché, beneficiarono di C.A.S. 25.961 persone e d’affitto concordato 2.370 persone. Ottennero una sistemazione nelle strutture ricettive 3.950 persone, nelle caserme vennero ricoverate 688 persone e nei Moduli Abitativi Provvisori (M.A.P.) trovarono posto 2983 persone. In totale, al massimo, fuori dai C.A.S.E. di Berlusconi trovarono alloggio d’emergenza ben 35.862 persone. Circa 2,5 volte in più di quelle insediate nelle 183 case dei 19 C.A.S.E. di Berlusconi/Cialente/Bertolaso.

    Orbene, adesso la situazione è completamente diversa giacché, senza che le proprie abitazioni gravemente danneggiate siano state recuperate, ricevono il C.A.S. solo 99.874 persone, beneficiano del contributo per l’affitto 1224 persone, i residenti negli alberghi sono 214 e nelle caserme 177. Nei M.A.P. alloggiano solo 2.802 persone e nei C.A.S.E. ci stanno soltanto 13.123 anime.

    Ciò vuol dire che il dieci per cento del Piano C.A.S.E. risulta VUOTO e quindi inutilmente costruito. Possiamo - quindi - intuire che qualcuno (senza cuore) abbia deciso di mettere questi alloggi delle case dei c.a.s.e. a disposizione dei, sempre provvisoriamente,diversamente alloggiati. Forse, per non lasciare ulteriormente inutilizzati alloggi costati ottanta milioni di Euro (sul totale di 800 milioni spesi dalla Protezione civile), si giunge a dire: No c.a.s.e? No c.a.s.! Ovviamente, poco prima d’abbandonare la nave (la S.G.E.) nelle mani dei ... comandanti comunali (o comunardi).

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