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A quale prezzo viviamo una vita virtuale?

I social Network spopolano in Italia e i pareri negativi sono pochi...
Una lettera di una ragazza di 20 anni invita a riflettere su come stanno realmente le cose...

Chi non è iscritto ai vari social network è visto spesso come un “asociale”.

Vorrei riportare qua la lettera di una ragazza di 20 anni, che a mio modo di vedere analizza in maniera perfetta la società attuale. Io sento di avere dentro di me valori che non riconosco nei miei coetanei, nemmeno lontanamente. Mi sembrano (parlo per maggioranza) “cattivi”, “egocentrici”, “falsi” e mai disinteressati nei loro modi di agire, ma soprattutto mi danno l’impressione di essere disposti a tutto pur di emergere.

Mi viene in mente “facebook” (a parte il fatto che ci sono anche padri di famiglia, nonni, ecc... cosa che personalmente mi sembra abbastanza assurda: mio nonno non si sognerebbe mai!): ebbene, questi ragazzi sembrano pubblicizzare se stessi, sembrano “vendersi” con la foto della sera in cui erano “particolamente fighi”, “sufficientemente ben vestiti e laccati”. Sembra quasi una concorrenza a chi riesce ad essere più “in”, più “alla moda”, “più aggressivo e provocante”.

A me tutto questo fa pensare che non solo sono tutti conformisti, amalgamati nella tendenza di pubblicare l’immagine di se stessi, ma è anche un segno della mancanza profonda di personalità individuale. Vedendomi un attimino intorno mi rendo conto che se incontrano per strada quelli che allungano la lista degli “amici” sul netlog, nemmeno un ciao! Tutto questo mi puzza di falso, di facciata, di costruito, di società non solo moderna, ma fuori dal buon senso.

Quando si tratta di andare alle feste, ridicolizzare o spettacolarizzare un evento, discriminare qualcuno o qualche gesto, allora sono tutti “amici”, poi svaniscono e quello che mi lascia stupita è che sembra sia ormai “un’abitudine” accettata, se non addirittura condivisa, dal branco. Non capisco, mi chiedo dove sia finito il vero mito dell’amicizia, il poter contare sulle persone veramente, il fare gruppo, ma per affetto vero, non per moda. Mi manca sentire qualcosa di “vero davvero” qualcosa che nasce da dentro, sapere che le persone si vogliono bene, si aiutano, litigano, poi si rincontrano, che nasce tutto spontaneamente, nelle strade, nei parchi, nei concerti: non su facebook o su internet!

Mi manca l’idea di una vita semplice, di rapporti semplici, ma solidi, sani e veri.

Posso soltanto applaudire e apprezzare chi la pensa in questo modo. Come quasi tutti sono stato iscritto a Facebook ma ne sono uscito appena ho cominciato a capire le conseguenze. La vita reale con amici reali sono un'altra cosa, la vita nei social network con le dovute eccezioni è soltanto un illusione virtuale di benessere dietro un velo di profonda falsità.

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