• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Economia > L’Italia possiede il più ampio patrimonio artistico a livello (...)

L’Italia possiede il più ampio patrimonio artistico a livello mondiale

Rivendicare oggi la centralità dei diritti e, tra essi, i diritti sociali, troppo spesso negati, significa riaffermare il concetto forte di civiltà moderna, mentre il loro accantonamento evoca scenari propri di società pre - moderna, addirittura barbarica.

“L’Italia, si legge nel rapporto, PricewaterhouseCoopers del 12 maggio 2009 possiede il più ampio patrimonio artistico a livello mondiale con oltre 3.400 musei, circa 2.100 aree e parchi archeologici e 43 siti Unesco. Nonostante questo dato di assoluto primato a livello mondiale, il RAC, un indice che analizza il ritorno economico degli asset culturali sui siti Unesco, mostra come gli Stati Uniti, con la metà dei siti rispetto all’Italia, hanno un ritorno commerciale pari a 16 volte quello italiano.

 
Il ritorno degli asset culturali della Francia e del Regno Unito è tra 4 e 7 volte quello italiano. A fronte della ricchezza del patrimonio culturale italiano, rispetto alle realtà estere esaminate, emergono enormi potenzialità di crescita non ancora valorizzate”.
 
 
Nel rapporto Doing Business 2009 www.doingbusiness.org/ExploreEconomies/?economyid=96 della Banca Mondiale, che redige una graduatoria dei paesi dove è più facile investire, i fattori considerati per la valutazione sono: le modalità di creazione d’impresa, i tempi e le procedure per un permesso di costruzione, le regole per l’assunzione dei lavoratori, i passaggi di proprietà, l’accesso al credito, la protezione degli investitori, l’efficienza del sistema fiscale, la facilità nel commercio internazionale, il funzionamento della giustizia per l’esecuzione giudiziaria dei contratti, le procedure di chiusura di un’impresa.
 
www.doingbusiness.org/ExploreEconomies/?economyid=96
 
I tempi della Giustizia sono un elemento di fortissimo trascinamento verso il basso per l’Italia, anche in tutti gli altri indicatori internazionali, nel rapporto Doing Business 2009.
 
Le ricadute negative sulla crescita del Paese, sul benessere dei cittadini, sono evidenti.
 
Dal suddetto rapporto, uno dei principali freni allo sviluppo produttivo dell’Italia è dato proprio dalla lentezza dei processi, che genera incertezza negli scambi e scoraggia gli investitori.
 
Il confronto che colpisce maggiormente in negativo è quello sul funzionamento della giustizia nelle controversie commerciali: siamo in 156esima posizione (su 181 paesi), addirittura dopo Etiopia, Zambia, Nigeria, Algeria, Congo paesi da noi ritenuti “terzo mondo”.
 
Per quanto riguarda il carico fiscale e previdenziale sui profitti, e per la complessità del sistema tributario nazionale che impone alle aziende altri costi, in termini di competitività. «complessità degli adempimenti fiscali e contributivi» e «tempo necessario a gestirli», l’Italia si colloca all’ultimo posto nella graduatoria della Unione Europea e al 128° nel mondo, con una pressione fiscale complessiva tra tasse sul reddito societario, imposte sul lavoro e altre forme di prelievo che raggiungono il 73% degli utili.
 
 
Siamo al 27° posto solo, nel chiudere un attività, unica posizione nei primi 30 della classifica.
 
I COSTI DELLA GIUSTIZIA E I LORO EFFETTI SUL SISTEMA-PAESE
 
Le condanne sistematicamente inflitte dalla Corte di Strasburgo dicono che l’Italia è fuori dall’Europa per il suo sistema di giustizia civile.
 
Ormai siamo alla denegata giustizia e la situazione non accenna a migliorare, come documentano ogni anno le statistiche riferite dal Procuratore generale presso la Cassazione.
 
Le conseguenze, oltre a quella dell’immagine internazionale del nostro Paese, sono pesanti per le relazioni personali, familiari, commerciali e imprenditoriali. Lo sviluppo economico ne risente, perché l’incertezza del diritto è una delle cause della scarsa attrazione di risorse estere.
 
L’affermazione del principio della ragionevole durata del processo nella Carta costituzionale [1], sulla spinta delle condanne inflitte dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo allo Stato italiano, significa che il potere legislativo e giudiziario non ha saputo rispondere alla domanda di giustizia dei cittadini e delle imprese.



[1]Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea
Articolo 47 - Diritto a un ricorso effettivo e a un giudice imparziale
Ogni individuo ha diritto a che la sua causa sia esaminata equamente, pubblicamente entro un termine ragionevole da un giudice indipendente e imparziale, precostituito per legge.
 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares