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L’Italia nell’ambito internazionale

In un sistema basato su diritti e doveri, la tutela della proprietà e dei diritti elementari comporta la necessità di tutte le nazioni, della creazione e rispetto di regole comuni.

L’inquinamento, problema mondiale, non può prescindere dall’accordo di tutti gli stati del pianeta, lo stesso potrà essere salvaguardato se tutti gli Stati assumono comportamenti virtuosi. La crisi può essere una possibilità di riorganizzazione del mondo, nella considerazione che non potrà esservi serenità e sicurezza a discapito degli Stati oggi più deboli.

Sarà necessario decidere una distribuzione contrattuale e trasparente del risparmio mondiale, utilizzando parte di tale risparmio per la crescita dei paesi del sud del mondo, in modo da innescare processi economici – capitale – tecnologia - lavoro – sviluppo, che consentano anche a questi paesi di aumentare con il lavoro, la produzione della ricchezza e il loro tenore di vita, innescando a sua volta processi di risparmio e di reinvestimento.

Non possiamo, pensare che il capitalismo finanziario si moralizzerà da solo, il controllo della finanza è una prerogativa della cosa pubblica e non può essere lasciato, anche solo in parte al settore privato e nemmeno ad un solo o ad alcuni governi che potrebbero imporre norme conformi ai propri interessi ma dannose per gli altri.

Le banche e i mercati finanziari sono strumenti essenziali al progresso ed alla civilizzazione, queste permettono di trasferire, ricevendo in cambio di interessi o dividendi, il risparmio verso coloro che possono utilizzarlo al meglio.

Questa crisi è l’occasione per comprendere come un piccolo gruppo di persone, senza produrre ricchezza, abbia potuto accaparrarsi nella più completa legalità e senza essere controllato da nessuno la gran parte della ricchezza prodotta, sotto forma di premi e bonus – facendo pagare i suoi formidabili profitti ai contribuenti, salariati, consumatori, imprenditori di tutto il mondo, obbligando poi gli Stati a trovare in pochi giorni, per riempire i vuoti delle loro casse, delle somme di denaro mille volte superiori a quelle che gli stessi governi rifiutano ogni giorno ostinatamente ai paesi più svantaggiati che muoiono di fame nel resto del mondo.

Nessuno, però, può essere lasciato libero per conseguire i propri interessi a scapito dei nostri discendenti. I mercati sono dominati da chi controlla i mezzi di produzione, in particolare da quelli che possono assegnare i capitali in funzione delle informazioni di cui dispongono o creano o condizionano le scelte politiche al loro esclusivo interesse. Di qui l’importanza del controllo, che non può essere delegato né ridotto al minimo, e deve essere gestito senza cedere alla pressione del mondo finanziario.

La crisi comincia infatti, quando i regolatori lasciano briglia sciolta ai finanzieri, e rappresenta la manifestazione dell’incapacità del sistema di garantire il finanziamento equilibrato all’economia. La democrazia ha bisogno del mercato perché non ci può essere libertà politica senza libertà economica. Il mercato e l’economia si rafforzano reciprocamente.

Occorre organizzare e regolamentare una gestione sovranazionale ed avviare grandi opere per orientare la crescita ecologicamente sostenibile del pianeta.

E’ questa la vera e possibile sfida su cui concentrare gli sforzi e l’inventiva finanziaria ed il Business del futuro. Rispetto della casa comune IL PIANETE TERRA nella considerazione che è possibile fare impresa e utili in modo etico per il bene e lo sviluppo di tutti, le conoscenze tecnologiche attuali ed altre che potranno essere inventate e sviluppate, lo consentono.

Tutte le istituzioni/organizzazioni ed anche le banche rappresentano la burocrazia, a servizio della collettività, è necessario pertanto, intensificare i controlli affinché esse svolgano le loro funzioni a servizio della collettività e delle comunità in cui operano. Le stesse devono consentire lo sviluppo delle comunità nell’interesse generale, secondo ilseguente principio “cresce il territorio ove le stesse operano aumentano i risparmi e gli investimenti e crescono le banche”

Le banche non possono trascurare l’interesse della collettività e delle imprese perché a lungo andare la rovina delle imprese e della collettività potrà essere la loro rovina, ilmondo ha bisogno di creatori, di innovatori ed imprenditori che possono assumersi i rischi imprenditoriali in tutta libertà, con il vincolo di non mettere in pericolo quella degli altri.

Bisogna adottare su scala nazionale e planetaria un sistema di sostegno alla creazione di piccole, medie e grandi imprese, sviluppare la creazione di reti di comunicazione che permettano di formare il massimo numero di attori economici.

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