66a Mostra del Cinema di Venezia. I film dei primi giorni

Nuova edizione e novità in crescita anche nell’organizzazione per questa 66ma edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Il cinema si rivolge al pubblico e dal pubblico cerca di ottenere riscontri maggiori proponendo film a sorpresa, retrospettive, sfilata di star nostrane e ottimo trattamento anche per quanto riguarda la vita notturna fuori dalle sale.

Il 2 settembre è stata la giornata di Giuseppe Tornatore e del suo Baària, film d’apertura di quest’anno fortemente voluto dall’organizzazione del Festival. Girato fra la Sicilia e la Tunisia Baària ripercorre la vita della provincia siciliana dagli anni venti a oggi.

Giovedì 3 settembre è stato invece il turno dell’acclamato The Road presentato in concorso dal regista John Hillcoat e magistralmente interpretato da Viggo Mortensen, Charlize Theron e Robert Duvall. Il regista ha preso spunto dal libro omonimo di Cormac McCarthy insignito del premio Pulitzer ed è ambientato in uno scenario post apocalittico in cui un padre e un figlio tentano di sopravvivere muovendosi su una terra ormai, così sembra, priva di vita e civiltà.

Da segnalare anche l’apparizione del documentario Videocracy di Erik Gandini inserito nella sezione Settimana della Critica-Giornate degli Autori, documento importante sul mondo mediatico desolante in cui tutti viviamo, che in Italia ha avuto un seguito imponente ancor prima di essere inserito in cartellone.

L’ho detto che è l’anno del ritorno dei registi intellettuali? Ora sì, infatti domina la mostra la presenza di Werner Herzog il divino, capostipite e nome eccellente del cinema d’autore mondiale che quest’anno presenta non uno ma due film entrambi in concorso.

Il primo ha visto la luce della sala grande il 4 settembre Bad Lieutenant: Port of Call New Orleans è in effetti un omaggio o un remake de “Il cattivo tenente” di Abel Ferrara del 1992. Per non sbagliare Herzog ha preso in prestito Victor Ago per scrivere la sceneggiatura e un gruppo di star famose tanto da poter scrivere solo il cognome: Cage, Mendes, Kilmer.

Fuori Concorso nella rassegna dei film di mezzanotte ha fatto la sua discesa vichinga Valhalla Rising del danese Nicolas Refn storia di un guerriero muto e di uno schiavo in viaggio verso la libertà, incontreranno un vascello Vikingo e la loro natura si rivelerà. “Hammer of the gods” dicevano i Led Zeppelin, e sembra che sia vero, ne sapremo di più con l’uscita nelle sale.

Sabato 5 settembre rivela il secondo film in concorso di Herzog: My son, My son, What have ye done? che mi sentirei di difendere innanzitutto per la capacità di reinvenzione dei registi di una certa esperienza (c’è da imparare qui, signori) e poi perchè la produzione di David Lynch assicura al film una certa riuscita da festival e una grande trama. Un attore uccide la madre con una spada e si barrica in casa con alcuni ostaggi, il detective Havenhurst indaga interrogando alcuni sospettati e ricostruendo il percorso psicologico dell’assassino partendo da una sua escursione in kayak in Perù fino ad arrivare alla sua passione/ossessione per il personaggio di Elettra di Sofocle. Perù e Nonsense, Herzog e Lynch non vi viene voglia di andare a vederlo? Sabato inoltre viene presentato Persécution  di Patric Cheréau noir psicologico e ossessionante con Charlotte Gainsbourg che da un po’ di tempo regala interpretazioni serie e di spessore.

E veniamo a domenica 6 settembre che vede protagonista il Leone alla Carriera di quest’anno: John Lasseter. Per l’occasione saranno proiettati Toy Story 3D,The Incredibles, Up e Alla ricerca di Nemo.


Dai leggerissimi cartoni all’inchiesta sul campo, Michael Moore porta un’ altra sua creatura a Venezia Capitalism: A Love Story forse una luce in fondo al tunnel del crack finanziario americano, dalle critiche sembra già in lizza per il Leone D’oro, ma il festival è solo a metà del suo percorso... non si può ancora sapere.

Cosa succederà? Herzog vincerà su se stesso? Moore sbaraglierà la concorrenza raccontando la sua verità?

Lo vedremo nel racconto dei prossimi giorni.