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5 dubbi sull’accordo Electrolux

accordo-Electrolux

Lo dico subito, non sono contrario a priori all’accordo firmato il 15 maggio a Palazzo Chigi sulla vertenza Electrolux, che ha permesso di salvare 1.200 licenziamenti annunciati. E senza tagli al salario. Se tutte le vertenze industriali fossero andate in questo modo negli ultimi 5 anni, oggi vivremmo in un altro paese.

Però, prima di portare gli operai in piazza con la bandierina Electrolux, il sorriso stampato, e le elezioni a pochi giorni… mi fermerei un attimo a riflettere. Perché a sentire i lavoratori, ci sono degli aspetti di questo accordo – e di come è stato firmato – che qualche interrogativo lo pongono. Sulla democrazia interna ai sindacati confederali. E sulla salute e la sicurezza sul lavoro.

“Partiamo subito col denunciare la poca trasparenza. Nessuno ha avuto i testi in mano per leggerli, né prima, né dopo la firma dell’ipotesi“, scrive sul gruppo facebook dei lavoratori Electrolux Cinzia Colaprico, delegata Fiom dello stabilimento di Forlì. “Tutto fatto sulla fiducia. La trattativa si è svolta in forma ristretta tra sindacato nazionale e vertici aziendali per la maggioranza del tempo”

Aggiungono dagli altri stabilimenti: “Nessuno, neanche gli rsu che hanno firmato (a Susegana) hanno copia dell’accordo. Risulta che i delegati hanno potuto solo toccare i testi dell’accordo al momento della firma”. Pare, quindi, che nella trattativa i nazionali Fiom abbiano scavalcato – o quantomeno messo da parte – i delegati degli stabilimenti. Che si sono ritrovati a Palazzo Chigi a firmare un accordo che non hanno potuto leggere e studiare prima.

E per gli altri sindacati, Cisl e Uil? “Questa è una polemica interna alla Fiom”, risponde sul gruppo un delegato Uilm. Cinzia Colaprico contesta l’affermazione: “Abbiamo sentito tutti un delegato della Uilm chiedere all’azienda in plenaria i testi prima di firmare e abbiamo sentito tutti la risposta negativa”. E aggiunge: “La questione emerge nella delegazione Fiom perché solo da noi ci sono delegati critici, che portano avanti le loro posizioni pubblicamente”.

La questione Electrolux, tuttavia, non è puramente di metodo: “Circa un terzo dei lavoratori (a Susegana e Forlì) ha malattie muscolo-scheletriche certificate dall’usura, dovute all’intensità lavorativa”, denuncia Paola Morandin, operaia candidata alle europee. Dati che vengono confermati dalla Fiom, e che pongono un interrogativo sui rischi connessi alla velocizzazione della produttività, ora che gli operai dovranno produrre più pezzi.

Mi chiedo perché. C’era tutta questa fretta di firmare un accordo così importante da non avere tempo per diffonderlo nelle fabbriche, ai delegati? Se sì, perché?

Mi chiedo, è stata semplicemente una scelta, quella di affidare decisioni e trattativa ai nazionali? Se sì, perché? Ora l’accordo verrà sottoposto al referendum nei cinque stabilimenti, iniziando da oggi.

Mi chiedo, che efficacia può avere un referendum a accordo già firmato a Palazzo Chigi dal premier Matteo Renzi, dal ministro del lavoro Poletti e dal ministro dello sviluppo Guidi, da azienda e sindacati?

Mi chiedo, davvero esiste la possibilità che l’accordo venga bocciato dai lavoratori?

Questo accordo salva tanti posti di lavoro. Eppure, mi chiedo, a voi sembra tutto normale?

di Michele Azzu

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.194) 20 maggio 2014 22:58


    Accordo Electrolux:
     aumento dei ritmi sulle linee = aumento danni alla salute.
     Condivido l’articolo e vorrei fornire un contributo, anche di tipo tecnico-scientifico,per supportarei problemi affrontati.
    Nell’accordo l’Electrolux , sotto la minaccia di delocalizzazione e licenziamenti, è riuscita ad ottenere una riduzione del costo del lavoro prevalentemente con l’associazione di due fattori complementari: l’aumento della produttività e l’utilizzo degli ammortizzatori sociali.
    La riduzione del costo del lavoro, di 3€/ora, è stata ottenuta con le seguenti modalità:
    A.Ammortizzatori sociali: riduzione costi di 1,20€ con la decontribuzione dei contratti di solidarietà 
    B. "Efficientamento": riduzione costi di 1,80€ prevalentemente l’aumento del numero di "pezzi"/ora da produrre di circa il 10-15%; in sostanza nelle 6 ore di lavoro previste dai cosiddetti "contratti solidarietà", i lavoratori devono produrre circa gli stessi pezzi previsti in un turno 8 ore.
    Nel corso della trattativa i responsabili aziendali hanno dichiarato che le misure previste sotto la voce "Efficientamento" non avranno effetti sulla salute di lavoratrici e lavoratori; 
    questo è semplicemente impossibile e non ha alcun fondamento tecnico-scientifico.
    Cerco di spiegare perché.
    I fattori di rischio primari delle patologie muscolo-scheletriche agli arti superiori sono quattro: la frequenza di azioni/minuto; la forza applicata, l’assunzione di posture a rischio ( con le mani, polso, gomito e spalla ), la carenza di tempo di recupero ( le pause).
    - L’aumento del numero di "pezzi/turno" da produrre, senza variazione del numero di persone sulle linee di montaggio, provoca un aumento della velocità e del numero di operazioni-azioni che il singolo lavoratore/ trice deve effettuare nel tempo di ciclo e, di conseguenza, l’aumento del fattore di rischio primario delle patologie alle articolazioni delle braccia (la frequenza di azioni al minuto).
    I tecnici aziendali potrebbero affermare che , nonostante "l’efficientamento", si può evitare l’aumento dell’indice di rischio se si adottano delle misure ergonomiche per ridurre i fattori di rischio " forza applicata" e " postura" degli arti superiori.
    Questo è praticamente quasi impossibile per due motivi: 
    1. Le eventuali modifiche ergonomiche sulla struttura delle postazioni di lavoro non riescono quasi mai a compensare l’aumento dei fattori di rischio "freq az/min e carenza di tempo di recupero".A questo dato si aggiunge il fatto che sulle linee di montaggio il fattore di rischio prevalente, a livello di "postura", è il mantenimento delle mani in "presa pinch" ( dovuto alla manipolazione di oggetti di piccole dimensioni); fattore di rischio che non è possibile ridurre con le modifiche ergonomiche sulla struttura delle postazioni di lavoro.
    2. Il numero elevato di lavoratrici/tori Electrolux con problemi a livello muscolo-scheletrico, testimonia il fatto che gli indici di rischio sulle postazioni di lavoro sono già elevati; l’attuazione delle misure previste dal cosiddetto "efficientamento", quindi, provocherebbe, a livello della salute, il peggioramento ulteriore di una situazione già critica.
    Sulla base di questi elementi si può affermare che le cosiddette misure di "efficientamento", poiché provocano un aumento dell’usura psico-fisica dei lavoratori, non sono aspetti che possono essere "contrattati" in un Accordo perché sono in contrasto con la legislazione in materia di salute e sicurezza del lavoro.
    Ma l’aspetto più paradossale è il fatto che un Accordo, che contiene misure dannose per la salute dei lavoratori, sia stato firmato anche dalle Istituzioni ( governo e regioni ); in sintesi il governo concede all’Electrolux ingenti risorse finanziarie ( con i contratti di solidarietà ), ma non si preoccupa di verificare se l’azienda tutela la salute dei lavoratori.
    Francesco Tuccino
    EurErg ( ergonomo europeo, certificato SIE-CREE)
     


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