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150 anni. Le mafie che uniscono l’Italia

Manca poco a questo fatidico 17 marzo, giorno in cui (quasi) tutto il paese festeggerà i 150 anni dell’Unità d’Italia. Tra tante polemiche, politiche, storiche, economiche saranno tanti gli eventi che nelle diverse città italiane ricorderanno questo anniversario.

Tanto cuore, ma anche tanta retorica non tanto nell’anniversario, quanto nelle forme in cui si deciderà di festeggiare. C’è un’associazione, la daSud onlus, un’associazione antimafia che nasce in Calabria nel 2005, e che ha deciso, sì, di festeggiare l’Unità, ma di farlo guardando in faccia a un aspetto caratterizzante questi 150 anni assieme.
 
Cosa unisce l’Italia da nord a sud? Qual è spesso il collante di questa nazione? Qual è uno degli aspetti fondamentali, nonché cancro, che da 150 anni blocca lo sviluppo del paese? Sì, la criminalità organizzata. “Dalle repressioni contro le lotte contadine alla strage di Portella della Ginestra, fino agli omicidi commissionati dalla politica di militanti, giornalisti, e servitori dello Stato, il nostro è un paese che si è consolidato anche tramite il sangue versato per mano delle mafie” scrive l’associazione, che ha deciso quindi di festeggiare in nome della lotta alle mafie con uno slogan esplicito e molto provocatorio: “Le mafie ci uniscono”.
 
Una provocazione, appunto, tale solo se si guardano i conformismi attorno alla festa. Una realtà, invece, stando al paese che ci circonda, con le mafie ai posti più alti nei guadagni attuali tra le imprese (in una classifica che in un altro paese sarebbe paradossale), e soprattutto sempre più infiltrata nel tessuto socioeconomico del paese. Di tutto il paese, dato che come ricorda l’associazione “le mafie nonsono più un’emergenza legata alla questione meridionale, quanto piuttosto un elemento strutturale, seppure patologico, della modernità, del sistema economico”.
 
Partendo da questi presupposti daSud ha deciso di far partire, da oggi, la campagna con diversi strumenti.
 
Lo spot:
 
 
Un video dei Popucià band:
 
 
E la campagna di manifesti e cartoline che per ora ha toccato Roma e che nei prossimi giorni tappezzerà le principali città italiane:
 

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