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15 settembre 1993: l’omicidio di Don Puglisi

Il 15 settembre 1993, il giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno, Don Pino, al secolo Giuseppe Puglisi, tornava da una cena con amici e familiari. Arrivato al portone di casa sua, qualcunò lo chiamò per nome. Voltatosi, il prete si trovò una pistola puntata alla fronte. "Me lo aspettavo", disse. E sorrise. Il killer fece fuoco, uccidendolo sul colpo.

Don Pino, come lo chiamavano fedeli e amici, era stato nominato parroco di San Gaetano di Brancaccio, a Palermo, appena tre anni prima. Tre anni erano bastati per strappare all'influenza della mafia decine e decine di bambini, educati in oratorio prima e, dopo, nel centro Padre Nostro, fortemente voluto da Puglisi. Tre anni erano bastati anche per farsi odiare dai mafiosi, soprattutto dai fratelli Graviano, che controllavano il quartiere per conto del boss Leoluca Bagarella. Mafiosi che il parroco accusava spesso, nelle sue omelie, o persino dal sagrato della chiesa. Senza paura, alla luce del sole.

Furono loro, Filippo e Giuseppe Graviano, a mandare i killer sotto casa di don Pino, rendendolo il primo martire della Chiesa cattolica ucciso dalla mafia (don Puglisi è stato proclamato beato nel maggio 2013).

"Voi avete famiglia. Io non ho nessuno. Non ho né moglie né figli, e anche se mi ammazzano non mi interessa"

Nel video, l'omicidio di Don Puglisi, come mostrato nel film di Roberto Faenza, Alla luce del sole, con Luca Zingaretti, tratto dall'omonimo romanzo di Bianca Stancanelli. Una nota doverosa: nel film l'omicidio del prete si svolge metaforicamente "in pieno giorno", nella piazza centrale del paese, di fronte a tutti; nella realtà, invece, don Pino è stato ucciso alle 22:20 di sera. 

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