EVIDENZE >
Un governo di coalizione è punto di
incontro-equilibrio tra forze concorrenti o perfino alternative. Trattasi di “impegno
politico” tra contraenti che viene messo alla prova da una realtà in costante evoluzione,
mutevole e quindi imprevedibile. In qualsiasi momento fattori di varia natura
possono incidere sugli obiettivi e gli interessi di una o più forze di sostegno
al governo fino a “minare” le originarie ragioni d’intesa.
Non esiste “impegno
politico” che può costituire una “garanzia” di durata predeterminata.
Ergo.
Una
legge elettorale che si applichi solo alla Camera non può che essere subordinata
alla preventiva abolizione del Senato. Rinviarne l’entrata in vigore in termini
di mesi (12, 18, ..) non ha alcun senso.
Per 2 fatti innegabili.
Al di là della
volontà politica, nessuno può garantire l’arco temporale di compimento di una riforma
Costituzionale in ballo da anni.
Così come nessuno può garantire che ci sia un governo
in carica e la relativa necessaria maggioranza fino a quando non sarà abolito
il Senato.
Tornare alle elezioni significherebbe adottare 2 sistemi elettorali
differenti, se non incompatibili.
Conclusione.
Pervenire in tempi rapidi alla
riforma del Senato è la priorità “assoluta”. La riprova di una coerente
“volontà” politica. Di conseguenza una nuova legge elettorale diverrebbe ineludibile.
Nel frattempo, se necessario, dare applicazione alle “indicazioni” della
Consulta sarebbe la soluzione “meno problematica”.
In politica, come nella
vita, si procede solo andando Avanti con metodo …