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La nostra "casuale" infelicità

Di mauro bonaccorso (---.---.---.65) 24 marzo 2009 00:09
 
Silvietta il diminutivo non ti si addice proprio, dato il grande spessore di questa analisi sociologica che, se pur sintetizzata, evidenzia, in maniera egregia, uno spaccato della nostra società, se ancora possiamo chiamarla così.
La distanza tra mondo reale e mondo percepito è talmente evidente, eppure così nascosto da fenomeni di subcultura che pervadono ogni attimo della nostra vita di relazione.
Forse è una tendenza universale ma concordo sulla focalizzazione di una genesi locale del fenomeno. L’inettitudine di nostri rappresentanti è l’espressione massima di un paese cresciuto troppo in fretta scimmiottando tendenze culturali a noi estranee che ci hanno sviato dalla naturale evoluzione che avremmo avuto se non fossimo stati schiacciati da ideologie contrapposte.
La vittoria dell’una sull’altra è costata un valore maggiore del prezzo che avremmo pagato se fosse stata fatta una sintesi delle diverse ideologie. Ma si sa che chi vince manda al rogo tutta la biblioteca dei perdenti e riscrive la storia con la prepotenza del vincitore e questa è solo barbarie.
Condivido in pieno, complimenti.
Un saluto
Mauro 
 

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