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Non
conoscevo Aaron Swartz, anzi, non ne avevo mai sentito parlare,
nonostante che il Suo talento avesse regalato al mondo intero tante
scoperte, che ci aiutano nella quotidianità .
La
morte di questo povero ragazzo americano, mi permetterà di far
sapere al mondo intero, attraverso la Rete, quello che avviene nel
nostro Paese Italia che, un tempo, era la Patria del diritto.
Io
non ho mai violato alcuna cassaforte informatica, avevo solo posto
un “link” ad un sito, di una candidata alle elezioni
amministrative del mio Comune, Greve in Chianti, Firenze, Italia. Un
presunto reato, quindi, per il quale nessuna persona al mondo era
stata finora giudicata, niente di più pericoloso. Eppure, come lei,
sono stato processato per diffamazione aggravata , un reato,
perseguito in Italia con una condanna significativa che, tuttavia,
non aveva e non ha, niente a che vedere con quella che avrebbe potuto
subire il giovane Aaron Swartz: per la legge americana rischiava una
condanna durissima.
Spaventato
da questa spada di Damocle che pendeva sulla sua testa, il giovane
talento, con tantissimi “amici internauti”, ma profondamente solo
e depresso, ha preferito suicidarsi ed io, che ho vissuto e sto
vivendo sulla mia pelle, un dramma infinitamente minore, ma con
l’esperienza dei miei 64 anni, lo comprendo perfettamente. Non c’é
cosa peggiore, non c’é niente di più deprimente, che essere
processati ed eventualmente condannati, per azioni commesse per il
bene di tutti.
Ricorderò
sempre questo giovane ragazzo, dalla faccia e dall’anima pulita,
perché la Sua morte é quasi coincisa con la mia sentenza e mi ha
molto turbato; voglio quindi dedicare a Lui la mia grande sofferenza.
Sul
sito internet dedicato ai numerosissimi ricordi, di amici e
sconosciuti (http://www.rememberaaronsw.com/), ho letto un post
bellissimo che mi piace ripetere e condividere: “Rest
with the angels Aaron till we meet again. May God comfort your family
and friends”.
Anche
io voglio dare il mio contributo in Suo ricordo ed oltre a questo mio
pensiero, renderò note le motivazioni della mia sentenza, nelle sedi
più idonee ad iniziare da #Pdftribute
.
Finché
avrò vita, seguiterò a battermi per la libertà della Rete, per la
libertà delle idee, per la trasparenza di tutti gli atti che
riguardino una pluralità di persone e per denunciare, sempre e
comunque, qualsiasi tipo di ingiustizia, o di reato.
Roberto
Migno