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A proposito di scioperi in Italia

Di Benni (---.---.---.200) 2 marzo 2009 14:18

Condivido la scelta editoriale di lasciare libera espressione ai collaboratori, così come quella di poter commentare liberamente le notizie offrendo uno spunto di confronto (magari fosse lo stesso in tutti i giornali web, stranamente altri editori consentono di commentare soltanto gli articoli più insignificanti...).
Questa pluralità editoriale dovrebbe però anche suggerire ai collaboratori maggior prudenza nel’esprimere posizioni personali, quali l’augurio che il Parlamento approvi celermente certi provvedimenti. Anche l’uso del plurale in tal caso appare fuorviante: "Ci auguriamo quindi che questi provvedimenti...".
A che titolo parlare a nome di tutti i lettori o di tutti i redattori? Ritengo che una simile responsabilità possa essere lecita esclusivamente nell’editoriale del direttore della testata.
Compito principale del giornalista è, a mio modesto avviso, quello di informare, meglio se riportando i commenti degli altri invece dei propri, potete ben immaginare che la stessa frase "Ci auguriamo quindi che questi provvedimenti, che rappresentano una svolta significativa nei rapporti sindacali, possano essere approvati quanto prima dal nostro Parlamento" assume un tono ben diverso per voce di un direttore dei servizi pubblici, di un dipendente dell’Alitalia, di un sindacalista o di un pendolare, a quale di queste o altre categorie appartiene l’autore dell’articolo? 


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