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Pena di morte. Solo un paese su dieci la usa ancora

Di Enrico Emilitri (---.---.---.181) 27 marzo 2012 13:38
Enrico Emilitri

Per principio sono contrario alla pena di morte, ma vi sono casi in cui questa può divenire indispensabile, tenendo conto che altro è l’uso strumentale che se ne può fare a scopo politico-ideologico, altro è - per es. - il suo impiego nei riguardi di categorie che in qualche modo si contrappongono allo Stato o alla volontà individuale e collettiva della comunità, o nei riguardi di persone nocive quando non pericolose per sé e per gli altri.
Prendiamo, per es., la Mafia o, comunque, la Malavita Organizzata: non sono propriamente lo Stato o, comunque, la collettività, ma si arrogano il diritto di condanare a morte i propri nemici o chiunque dia loro fastidio o si contrapponga loro; e allora, perché bisogna negare l’uso (per quanto strumentale) della pena capitale allo Stato o alle Istituzioni ad esso più o meno direttamente collegate mentre bisogna quasi (dico "quasi") legittimarlo per simili organizzazioni criminali? Chiunque si contrapponga alla volontà generale del popolo o, in ogni caso, della collettività deve (e sottolineo "devono") essere considerati nemici pure di quei valori - tra cui libertà e democrazia - alla base delle nostre coscienze e de nostro vivere civile, perché non rappresentano altro se non sé stessi e non ammettono altra autorità al di sopra della propria se non quella di Dio (e, forse, neppure quella) e allora, pur di difendere la libertà e i diritti deo popolo o - comunque - della comunità simili organizzazioni vanno eliminate, se necessario anche ricorrendo alla pena capitale! [come dire: o lo Stato (rappresentativo della volontà e sovranità popolare), o la Mafia (e non è certo il primo a dover essere eliminato)]
Anche serial killer e individui socialmente pericolosi devono essere considerati eliminabili (pensiamo, ad es., a Landru o al cannibale di Milwakee): non is sopprimono, forse, anche gli animali gravemente malati e/o pericolosi? E non siamo noi pure animali?
Quindi, riassumendo: no alla pena di morte in sé o l’uso strumentale o ideologico e discriminatorio, ma a mali estremi estremi rimedi!


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