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Omaggio a De Andrè: e il cielo si colora di nuvole barocche

Di virginia (---.---.---.96) 12 gennaio 2009 11:10

Hai scritto un bellisimo pezzo, caro Fran ra, soprattutto perché il tuo vissuto s’intreccia con quello di due generazioni, la tua e quella dei quarantennii di oggi.
Penso che De André sia lo "spaccato" di un periodo storico, quello che va, grosso modo. dalla fine degli anni ’60 fino al primo 2000.
De André è grande.
Abbiamo anche un altro "grande" che non si dimenticherà molto facilmente ed è Paolo Conte. Lui rispecchia un periodo storico precedente, quello che va dagli anni ’50 fino alla fine del secolo scorso. Conte è ironico e autoironico, molto poeticamente parla di donne "favolose", di auto veloci, di atmosfere dal profumo nauseante dei bordelli e delle "signore" a pagamento.
Parla soprattutto di illusioni maschili, di innamoramenti che durano poche ore, di sogni che sono tipici dell’adolescente del suo tempo.
Potremmo quasi azzardarci a dire che la storia sociale dal dopoguerra ad oggi l’hanno fatta loro: Conte e De Andrè. In modo personale nel quale, tuttavia si rispecchiano diversze generazioni.


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