Tempi duri per le rinnovabili e alla mercé della Francia
Di seguito la risposta dell’ Acquirente Unico ai reclami.
.
PROCEDURA DI PRESENTAZIONE RECLAMI, ISTANZE E SEGNALAZIONI ALLO SPORTELLO PER IL CONSUMATORE DI ENERGIA
RECLAMI DEI PRODUTTORI
Attualmente lo Sportello non valuta i reclami dei produttori di energia
elettrica (ad esempio: connessioni di impianti fotovoltaici o simili,
problematiche relative allo scambio sul posto o al conto energia).
.
Pertanto è inutile inviare reclami; non pagano!
Altra notizia negativa
http://rassegna.governo.it/testo.as...
Da "IL SOLE 24 ORE" di mercoledì 12 ottobre 2011
,a Colloquio risolutivo tra il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, e il numero uno di Edf, Henri Proglio
libera E •san via allo spezzatino
Raggiunto l`accordo politico - Si tratta sulla put o sulla valorizzazione degli asset
Cheo Condina
Il Governo italiano sblocca il
riassetto di Edison. Dopo una cena
informale, avvenuta settimana
scorsa a Roma, ieri è intercorsa la
telefonata risolutiva tra il ministro
dello Sviluppo Economico, Paolo
Romani, e il numero uno di Edf,
Henri Proglio, che ha sancito, come
rivelato dall`agenzia Radiocor,
il via libera all`operazione sullo
schema di marzo. Quest`ultimo,
bocciato la scorsa primavera dal
ministro Giulio Tremonti in difesa
dell`italianità, prevede lo spezzatino
della ex genco Edipower e la
scissioneproporzionalediTransalpina
di Energia (la holding italofrancese
che controlla il 61% di Edison)
con Edf destinata a salire sopra
il5o% di Foro Buonaparte.
Ora scatta la volata finale per
chiudere le trattative entro la scadenza
dei patti fissata al 31 ottobre
ma la sensazione, questa volta, è
che l`accordo sia davvero a portata
di mano. Certo, resta da definire lo
sno do più critico del riassetto, quello
dell`eventuale put a tre anni per
la holding italianaDehni, che avalle
del riassetto resterebbe col 30%
del capitale di Foro Buonaparte. Su
questo punto, Romani ha lasciato
autonomia negoziale a Edf e A2A,
chiedendo ai francesi di assicurare
alla cordata tricolore un`uscita onorevole
(che sia in denaro, in asset o
mista) e soprattutto accettabile in
termini di minusvalenze potenziali
per i Comuni di Milano e di Brescia,
soci di maggioranza di A2A.
Ma anche sulla cosiddetta way out
chi segue da vicino la trattativa si diceottimista
sullapossibilità di mettere
nero su bianco una soluzione
condivisa in tempi rapidi.
In realtà i negoziati erano entrati
in dirittura d`arrivo da almeno
due settimane con contatti eincontri
quotidiani tra A2A, assistita
dall`advisor Mediobanca e rappresentata
dal direttore generale Renato
Ravanelli, e i francesi di Edf
Ora che c`è anche l`avallo politico
(considerato necessario da Parigi)
si potrà dare il colpo di reni finale.
Sulla put tutte le opzioni restano
aperte. Dalla semplice uscita a tre
anni (con gli italiani che vorrebbero
però una garanzia sulla valutazione
a fairvalue ditutto ilpacchetto
del3o% di Edison) alla possibile
uscita attraverso un conferimento
degli asset rinnovabili di Edison
(valutati fino a 8oo milioni) e un
conguaglio cash, fino all`ipotesi
estrema, ma non certo peregrina,
di un`uscita immediata per cassa.
In tutti e tre gli scenari il tema più
spinoso è tuttavia lo stesso: la valutazione
di Foro Buonaparte, che oggiinBorsa
vale o,9 europer azione
ma sia italiani che francesi hanno
in carico a i,5 euro. A2A punta a ottenere
1,5 euro tra tre anni, Edf (facendosi
forte di un report di Bnp
Paribas che la valuta addirittura
0,56 euro) non offrirebbe più di o,9
curo. Il numero giusto (del quale
Consob terrà conto per stabilire il
prezzo dell`Opa obbligatoria di
Edf), come spesso accade, potrebbe
essere nel mezzo. «Anche se
proprio su questo fronte - sottolinea
una fonte molto vicina agli
azionisti di maggioranza di A2A ci
saremmo aspettati un sostegno
più concreto daparte diRoman ».
Sullo spezzatino di Edipower, la
ex genco che ha come soci Edison
(5o%), A2A e Alpiq (20% a testa) e
l:ren(lo%) e che detiene7.6ooMW
di capacità installata, i giochi sembrano
più definiti e rispetteranno
grosso modo gli accordi di marzo.
Foro Buonaparte rileveràle centraliagas
di Sermide e Chivasso, mentre
Alpiq (socio al 20%) avrà un altro
ciclo combinato (Turbigo oPiacenza)
oltre a un minor carico di debito.
Qualche incertezza resta sulle
sorti dei tre nuclei idroelettrici Inizialmente
ad AiA erano destinati i
due più grossi (Udine e Valchiavenna)
e a Edison ilpiù piccolo (Tusciano),
ma le forti critiche dilren (che
controlla il lo% di Edipower) e le
ambizioni diEdisonper l`impianto
friulano potrebbero rimescolare le
carte in extremis. «Per ora resta valido
lo spacchettamento di marzo conclude
una fonte - e trovare la
quadra senza scombinarlo non sarà
difficile: Iren gradirebbe anche,
per competenza territoriale, il ciclo
combinato di Piacenza».