Lasciare che persone probabilmente in preda alla disperazione per le situazioni che attraversano si imbarchino in canotti strapieni con poca benzina che si sgonfiano dopo venti miglia è criminale.
Dare loro la speranza che verranno salvati dalle navi ONG o altre va contro ogni forma di buonsenso.
Si tratta di naufragi organizzati.
Ogni paese ha una legislazione sui migranti irregolari. La Libia a quanto sembra li mette in prigione e poi li fanno partire dietro lauto compenso.
Bisogna fermare i flussi di migranti verso questo paese, facendolo sapere nei paesi di origine.
Le ONG monitorano la situazione? Io penso che i morti sono molti di più di quelli che riportano le ONG.
Non lo sapremo mai.
La politica europea non concede visti ai migranti. I famosi visti Schengen non vengono concessi a persone che partono per l’area Schengen da Africa o Asia per cercare un lavoro.
Non è solo una politica italiana, tantomeno da attribuire a questo governo.
Da anni inoltre l’Unione europea paga i paesi del sud del Mediterraneo per bloccare le partenze.
Esiste anche il diritto di asilo. Quello di concedere un permesso a coloro che entrati nel nostro paese e provenienti da paesi di guerra hanno titolo per ottenerlo. E gli emigranti ci provano.
Uno su quattro riesce a ottenere questo permesso. E gli altri rimangono in Europa o nel nostro paese senza documenti, da irregolari. Se ne rimpatria una minima parte perché i paesi di origine non li vogliono o sperano di essere pagati per prenderseli.
I dati del Viminale affermano che gli sbarchi rispetto allo scorso anno sono dimezzati.
Anche la composizione è cambiata. Le persone che provengono dai paesi del Sahel si è ridotta moltissimo.
Provengono da Bangladesh, Siria, Egitto, Tunisia e unico paese del Centro Africa: Guinea.
Purtroppo molti paesi africani e asiatici attraversano situazioni drammatiche ecchi può emigra. Il flusso verso l’, Unione non è l’unico e nemmeno il più importante.
Ci sono migrazioni nei paesi vicini che sono le più importanti e dove l’Onu fa quello che può.
C’è un enorme flusso di persone che si dirige verso i paesi arabi ricchi di petrolio che ne accolgono decine di milioni.
Non siamo l’unica ancora di salvezza.