Sarebbe tanto bello, Lei si riferisce alla “democrazia
partecipativa” dal basso, magari limitata a alcuni argomenti di interesse
generale. Sarebbe bello ma rischia di essere un concetto vuoto se non è
accompagnato dall’impegno politico e culturale della popolazione.
Non so come funzioni nelle città, dove è senz’altro più
difficile ma esistono le Circoscrizioni, Consigli di Quartiere o di zona, ma in
Comuni piccoli e Cittadine attorno ai 15mila abitanti, Le assicuro che è
possibile e praticato: si indicono assemblee prima delle delibere su argomenti
importanti, il Sindaco comunica ed invita con semplice volantino sui social e
nella buca delle lettere,
Questo sarà certo meno roboante rispetto ad un Documento
avente forza giuridica ma è comunque dotato di valenza democratica. Mettere
legacci ai rappresentanti eletti che finiscono in balia della pancia del popolo
a sua volta spesso in balia di personaggi carismatici non esattamente
edificanti, non è una grandissima idea.
La partecipazione civile attiva, invece, sarebbe
importantissima ma è assolutamente insufficiente: sui siti dei Comuni, alla
voce Amministrazione Trasparente, ci sono le Delibere di Giunta che poi devono
essere approvate in Consiglio Comunale, che è una riunione pubblica, ebbene, i cittadini
partecipanti sono pochissimi nonostante l’evento sia ampiamente pubblicizzato.
(nel mio Comune, 15.000 ab., c’è, per il sesto anno consecutivo, un Consiglio
Comunale al mese).
Purtroppo da tanto tempo anche la lotta partitica nazionale
si è trasferita all’interno dei Comuni: è estremamente divisiva per pura
ricerca dello scontro ed i cittadini stessi si dividono ideologicamente anziché
ragionare sul Bene Comune locale.
Propaganda che spesso è giocata sul potere di intervento
dell’Amministrazione confidando, a ragione, sul fatto che i Cittadini non
sappiano quali sono le Autorità Superiori, -un piccolo esempio sono le strade,
quelle Comunali, Provinciali e Nazionali- e la suddivisione dei poteri, delle competenze
e responsabilità.
Non è così dappertutto ovviamente, ma se la partecipazione
attiva si riduce a “votazioni online”, e rischia di essere così, non si fa
altro che scatenare polemiche e strumentalizzazioni.
Nei piccoli Comuni comunque, il volontariato fa la sua parte
alla grande. Per sua natura il volontariato di concentra su temi specifici:
nella sua collaborazione con l’Amministrazione porta avanti automaticamente una
forma di democrazia partecipativa.
Di certo, in tutta Italia, il volontariato, il terzo settore,
ha ormai assunto un compito di sostituzione e supplenza dello Stato: non va
bene, per niente. Vale in condizioni di emergenza, di miglioramento qualitativo
di servizi, ma ormai ha finito per “tappare troppi buchi”.
Un Saluto
Es.